Per l’assistenza agli immigrati irregolari spesi in Veneto 3,8 milioni di euro

Zaia: «è un dovere curare i bisognosi, non tutto il mondo». Ma la spesa è più alta di quella riservata ai cittadini residenti. 

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assistenza agli immigrati

Per la sola assistenza agli immigrati irregolari che via via sono stati inviati in Veneto, nel 2017 la Regione ha speso 3.844.000 euro, stima per difetto che non può tenere conto di altri costi non quantificabili con precisione, come la verifica igienico-sanitaria delle strutture d’accoglienza, le attività dei Distretti sanitari per il rilascio delle tessere sanitarie, le valutazioni sanitarie per il rimpatrio e il ricollocamento, le attività sanitarie non direttamente correlabili con gli interventi di prevenzione come, per esempio, gli antibiotici e gli antiparassitari. Valutando sommariamente queste altre voci, il calcolo totale supera i 5 milioni di euro.

Lo certifica il bollettino sull’aggiornamento della situazione della popolazione immigrata, redatto dalla Direzione prevenzione dell’area sanità e sociale della Regione che indica, a tutt’oggi, la presenza di 11.360 persone censite e ospitate nelle strutture di accoglienza che hanno ricevuto assistenza sanitaria. Impossibile quantificare eventuali costi sostenuti per le persone che si sono eclissate prima di essere censite e visitate che, nel 2017, erano 21.172 su 34.262 arrivati.

«Questi numeri – fa notare il Governatore della Regione, Luca Zaia – sono una risposta inappellabile a chi si ostina a sostenere che l’immigrazione in Italia non è un problema. Ai già noti costi generali si assommano questi sanitari, e non è un fatto secondario. In Veneto curiamo tutti, a prescindere dal colore della pelle, dal credo religioso, dalle scelte sentimentali, senza escludere nessuno. Non abbiamo mai avuto nulla da eccepire sulla necessità di assistere chi fugge da persecuzioni, malattie, morte e sofferenze di ogni tipo – precisa Zaia – ma un conto è aiutare i sofferenti, e un altro è occuparsi della salute di tutto il mondo senza un minimo di discernimento. Per di più in una congiuntura che vede 500.000 Veneti che faticano a sbarcare il lunario e 5 milioni di residenti in Italia, compresa una quota di immigrati regolari, in condizioni di povertà certificata dall’Istat. Tutto ciò premesso, e ricordato che il sistema di accoglienza del Veneto è riconosciuto virtuoso a livello nazionale alla faccia di chi continua a volerci falsamente dipingere come inospitali e razzisti – conclude Zaia –, va detto chiaro e tondo che questo modello di arrivi indiscriminati non va bene, perché innesca problemi rilevanti di vario genere, con difficoltà di integrazione sociale, di reperimento del lavoro e, non ultima, di assistenza sanitaria e relativi costi».

Per dare un’idea precisa della situazione dell’assistenza agli immigrati, la Prevenzione regionale ha effettuato una comparazione tra la spesa per gli immigrati irregolari e il budget annuale di due distretti dell’Ulss 3 Serenissima: un anno di spesa per la prevenzione rivolta agli 11.360 stranieri è costato 1.281.000 euro, 181.000 euro in più dell’intero budget annuale del Servizio d’igiene e sanità pubblica di Chioggia, pari a 1.100.000 euro, con 66.000 assistiti. Per assistere 300.000 persone, il Servizio di igiene e sanità pubblica di Venezia (ex Ulss 12) ha un budget annuale totale di 4.500.000 euro.

Da maggio 2015 a aprile 2018, la sanità veneta ha effettuato sugli immigrati irregolari 29.000 visite di prevenzione, 13.000 visite specialistiche, 6.100 radiografie, 14.000 prestazioni delle tipologie più diverse. La media mensile è di 810 visite di prevenzione, 360 visite specialistiche, 1.200 vaccinazioni somministrate, 400 test di Mantoux e 110 Quantiferon per la tubercolosi, 170 radiografie, 390 altre prestazioni varie. Le vaccinazioni praticate complessivamente sono, a oggi, 42.100, di cui 15.500 per il morbillo, parotite e rosolia, e 18.500 per difterite, tetano e pertosse. Per monitorare ed eventualmente prevenire il rischio della diffusione della tubercolosi, sono stati complessivamente effettuati 16.000 test di Mantoux e 4.000 test Quantiferon.

Gli 11.360 immigrati irregolari presenti e assistiti dalla sanità veneta sono 2.363 nell’Ulss 6 Euganea, 2.339 nell’Ulss 9 Scaligera, 1.940 nell’Ulss 2 Marca Trevigiana, 1.621 nell’Ulss 3 Serenissima, 494 nell’Ulss 5 Polesana, 502 nell’Ulss 1 Dolomiti, 414 nell’Ulss 4 Veneto Orientale, 403 nell’Ulss 7 Pedemontana.