Friuli Venezia Giulia, scocca la fine dell’accoglienza diffusa

Fedriga: «saranno realizzate 4-5 strutture d’identificazione e rimpatrio con controlli a chi le frequenta». 

0
703
fine dell’accoglienza diffusa

In Friuli Venezia Giulia scocca la fine dell’accoglienza diffusa agli immigrati irregolari. «È mia intenzione comunicare al Governo – dice il governatore regionale, Massimiliano Fedriga – che il Friuli Venezia Giulia è disponibile a farsi carico di alcune strutture di identificazione e rimpatrio, quelli che al momento sono definiti “Cpr”, a fronte della cancellazione di tutto il resto dell’accoglienza diffusa, in primis dei “Cara”, i centri dedicati ai richiedenti asilo dove è impossibile garantire un reale controllo durante le ore diurne perché coloro i quali vi soggiornano sono liberi di circolare ovunque».

Al termine della visita al “Cara” di Gradisca d’Isonzo e reduce dall’incontro in municipio con il sindaco del comune isontino, Linda Tomasinsig, e il prefetto di Gorizia, Massimo Marchesiello, il governatore Fedriga ha evidenziato la disponibilità della Regione ad ospitare sul territorio 4-5 centri dedicati, confermando il gradimento in proposito già esternato da molti Comuni quali, ad esempio, Trieste, Udine e Gorizia. fine dell’accoglienza diffusa

Fedriga accoglierebbe con favore la rivisitazione della normativa, affermando che «i centri per chi potrebbe essere espulso devono caratterizzarsi come contenitivi, ovvero impedire quelle dispersioni nell’area circostante che, all’insegna dell’accoglienza diffusa, hanno creato non pochi problemi ai cittadini residenti. Le Forze dell’ordine – ha aggiunto – devono poter intervenire all’interno del centro, garantendone la sicurezza complessiva».

Prima di recarsi al Cara, il governatore aveva però recepito esigenze e criticità di Gradisca d’Isonzo esposte dal sindaco, assicurando massima attenzione e condivisione rispetto alle tematiche legate alla presenza da svariati anni di centinaia di migranti all’interno del “Cara”. Riscontro positivo anche relativamente al possibile trasferimento dallo Stato al Comune della caserma per utilizzarla come scuola primaria e per insediarvi all’interno anche la nuova stazione dei Carabinieri.