Le aziende familiari dell’Emilia-Romagna tra continuità e crescita

Presentato a Forlì il IX Osservatorio AUB, studio realizzato dall’Associazione Italiana delle Aziende Familiari, UniCredit, Cordusio  e Università Bocconi. 

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aziende familiari dell’Emilia-Romagna

In bilico tra passato e futuro, le aziende familiari dell’Emilia-Romagna si trovano a dover affrontare sfide importanti come il passaggio generazionale, l’internazionalizzazione e la crescita. Sono questi alcuni dei temi emersi durante la presentazione del nono osservatorio Aub (Associazione Italiana delle Aziende Familiari, UniCredit e Università Bocconi) organizzata da Cordusio, società di Weath Management del Gruppo UniCredit, a Forlì presso Poderi del Nespolo.

Stefano Schrievers, responsabile della sede CentroNord di Cordusio, ha introdotto l’evento dedicato all’imprenditoria dell’Emilia Romagna che conta 1.876 imprese con un fatturato superiore ai 20 milioni di euro, pari al 12,1% di quelle presenti in Italia, di cui 1.194 sono di tipo familiare (il 63,6%) per un fatturato complessivo di circa 79 miliardi di euro e 230 mila dipendenti.

La ricerca è stata presentata nel dettaglio dal  professor Guido Corbetta, professore ordinario di Strategia aziendale presso l’Università Bocconi, che ha subito messo in evidenza come un buon numero di aziende familiari dell’Emilia-Romagna dovrà affrontare nei prossimi anni processi di passaggio generazionale: i leader ultra 70enni sono il 29% (contro il 24,3% della media nazionale), e mostrano performance reddituali inferiori rispetto ai leader più giovani soprattutto nelle aziende di minori dimensioni. Così come c’è una presenza dominante (68%) di aziende familiari “adulte” e “longeve” (con oltre 25 anni di età). E’ da segnalare che la maggioranza delle familiari dell’Emilia-Romagna (61%) è in seconda generazione ed oltre (un dato in linea con la media nazionale).

Si riscontra che la guida è di tipo familiare, ma l’inserimento di competenze esterne e l’adozione di modelli di governo più strutturati apportano benefici nelle aziende più grandi. Nelle aziende familiari dell’Emilia-Romagna i componenti della famiglia sono molto presenti nelle posizioni di governo. I modelli con una guida totalmente familiare sono diffusi nel 76% delle aziende ed i consigli d’amministrazione costituiti da soli familiari sono il 45% (dati, in entrambi i casi, in linea con la media nazionale). Nelle aziende di maggiori dimensioni (con fatturato superiore a 50 mln euro) si riscontrano significativi benefici a seguito dell’inserimento di manager e consiglieri non familiari in azienda. Di converso, le aziende con una gestione tutta familiare ottengono risultati migliori quando sono di minori dimensioni.

La ricerca evidenzia che il modello di gestione meno strutturato, quello dell’amministratore unico è meno diffuso rispetto al resto del Paese (19% vs 27% della media nazionale). Mentre l’adozione di modelli di governo più strutturati (quale la gestione collegiale) apporta maggiori benefici tra le aziende di maggiori dimensioni.

Per quanto riguarda il tema dell’internazionalizzazione, le aziende familiari dell’Emilia-Romagna con maggiore redditività hanno saputo cogliere le opportunità offerte dai mercati esteri: il 33% ha partecipazioni dirette all’estero, una percentuale superiore sia a quella delle non familiari (24%) che alla media nazionale delle aziende familiari (29%). Gli investimenti diretti esteri (IDE) si concentrano in Europa (36%), anche se in misura inferiore rispetto alla media nazionale (40%), mentre il secondo continente più rappresentato è quello asiatico (18%, contro il 14% della media nazionale).

L’apertura verso i non familiari (sia al vertice dell’azienda che nel consigli d’amministrazione) è stata un propulsore importante per le aziende dell’Emilia-Romagna: nelle aziende con IDE il 61% ha un consiglio d’amministrazione aperto verso i non familiari (e il 31% ha un leader non familiare), mentre nelle aziende non presenti all’estero con IDE il 38% ha un vertice aperto (e il 20% un leader non familiare). Si rileva inoltre che le aziende familiari dell’Emilia-Romagna si affacciano ancora timidamente sul mercato delle fusioni e acquisizioni. Presentano ancora una ridotta propensione verso operazioni di acquisizione: solo il 6% delle aziende ha effettuato almeno un’acquisizione nel periodo 2000 – 2015.

In tema di risultati si evidenzia che le aziende familiari dell’Emilia-Romagna crescono e guadagnano più delle altre aziende non familiari. Nel periodo di osservazione (2007-2016), le prime sono cresciute più delle seconde (crescita cumulata del 45% vs 39%). Inoltre hanno mostrato tassi di redditività operativa (ROI) e del capitale netto (ROE) più elevati rispetto alle aziende non familiari della Regione. Le aziende familiari dell’Emilia-Romagna, infine, hanno una maggiore capacità di ripagare il debito rispetto alla media delle non familiari della Regione, oltre che un livello di indebitamento più basso.