Inaugurato il nuovo bunker nucleare dello Iov a Schiavonia di Padova

Zaia: «rinnovato impegno nella lotta e cura ai tumori». La regione Veneto scelta come riferimento a livello nazionale assieme a Umbria e alle Marche. 

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iov veneto

Giornata felice per la sanità del Veneto con l’inaugurazione del nuovo ceto di diagnosi e cura nucleare dello Iov Veneto a Schiavonia a Padova, oltre al riconoscimento nazionale alla sanità regionale indicata come punto di riferimento assieme a quella umbra e marchigiana.

Il Servizio di Radioterapia dell’Istituto Oncologico Veneto (IOV) ha inaugurato un vero e proprio “bunker” per intensificare la guerra al tumore la nuova modernissima struttura realizzata con un investimento di 12,7 milioni di euro, dove operano, tra l’altro, due macchinari per ora unici in Italia: un sistema radiante per tomoterapia denominato “Tomoterapia Radix Act” e un Tomografo Computerizzato “Simultac”, che si affiancano a un Acceleratore Lineare di ultima generazione che consentiranno di accelerare le attività radiografiche, aumentando del 30% le prestazioni annue erogate dallo Iov.

L’avveniristica struttura, denominata “Bunker-Iov” è stata inaugurata nelle adiacenze dell’ospedale Madre Teresa di Calcutta di Schiavonia, in provincia di Padova, dal governatore della Regione del Veneto Luca Zaia e da numerosi amministratori locali.

Dei 12,7 milioni di investimento, circa 6 milioni sono serviti per le opere murarie e il rimanente per l’acquisto dei macchinari. «Anche se per una certa “lamentopoli” in sanità non andrebbe mai bene niente – ha detto Zaia – oggi siamo di fronte all’ennesima dimostrazione del cammino di modernizzazione intrapreso da otto anni a questa parte con tecnologie sempre più elevate, iperspecializzazione, reti cliniche come la Rete Oncologica Veneta e le “breast unit” contro il tumore al seno, ricerca di nuove frontiere, come questo straordinario bunker dentro al quale due grandi macchinari su tre sono unici in Italia. La congiuntura finanziaria è difficile – ha aggiunto il Governatore – ma noi non dobbiamo e non vogliamo avere timori, perché la sfida ci piace giocarla su un terreno duro: quello dell’asticella che si alza sempre di più, perché una sanità che sta ferma, in realtà arretra. Il Veneto di certo non arretra – ha garantito – né sulla qualità tecnologica, né su quella scientifica e organizzativa ma, unico in Italia, riesce a tenere duro sulle tasse. Siamo gli unici a non aver introdotto l’addizionale regionale Irpef sulla sanità, lasciando nelle tasche della gente un miliardo e 179 milioni l’anno, e a non avere ticket sanitari regionali, perché quelli che si pagano sono esclusivamente nazionali. In un contesto non facile – ha aggiunto Zaia – gestiamo una multinazionale da 9,36 miliardi di euro di fatturato, con 55.000 dipendenti e con 68 ospedali più tutta la rete delle cure territoriali, che potenzieremo. Il futuro prevede altri cambiamenti senza chiusure o ridimensionamenti degli ospedali, ma con tutta la modernità di un sistema di cure all’avanguardia».

In particolare, la Tomoterapia Radix Act, con il nuovo sistema di rivelatori ad alta risoluzione permette di migliorare la qualità dell’immagine acquisita durante il trattamento, aumentandone la precisione. Radix Act si configura oggi come uno degli apparecchi tecnologicamente più avanzati. Sarà in grado di alloggiare, in coincidenza con la parte radiante, una TAC radiologica per acquisire l’intero volume del paziente durante l’erogazione del trattamento radiante, soddisfacendo così appieno gli obiettivi di una radioterapia moderna, ossia la precisa identificazione dei volumi-bersaglio. E’ l’unico sistema che può trattare simultaneamente lesioni multiple in una sola seduta. Nessuna necessità, quindi, di ridefinire il posizionamento del paziente per ogni singola lesione nella radiochirurgia stereotassica. La “stereotassi” (SBRT, Stereotactic Body Radiation Therapy) è una tecnica radioterapica in cui viene inviata una dose di radiazioni direttamente sul volume tumorale con estrema precisione.iov veneto

Il Tomografo Computerizzato “Simultac” è un’ apparecchiatura che consente di avviare il Piano terapeutico con centramento del paziente sia per la tomoterapia che per le prestazioni da eseguire con l’Acceleratore lineare. La sua caratteristica essenziale è quella di permettere Tac ad alta velocità in 4D, dove la quarta dimensione viene rappresentata dal “tempo”.

Si parla infatti di tecniche di “gating”, che rendono possibile l’acquisizione di immagini in organi che per loro natura sono in continuo movimento. Si tratta di un processo finalizzato ad identificare l’esatta sede da irradiare. Lo strumento di ultima generazione ad alta velocità installato a Schiavonia permette l’acquisizione di 40 strati al secondo per esami del corpo intero, con caratteristiche innovative e uniche finalizzate al conseguimento delle massime prestazioni in tutte le applicazioni più specialistiche in ambito cardiologico, vascolare, oncologico. In particolare il Tomografo computerizzato Somatom Confidence è stato progettato per le specifiche esigenze dei più moderni reparti di radioterapia. Oltre alle normali attività, sarà utilizzato in particolare per supportare il trattamento di neoplasie del polmone e del pancreas.

L’Acceleratore Lineare Verrà utilizzato in particolare per trattamenti di radioterapia oncologico-pediatrica, di Total Marrow Irradiation – TMI  (midollo) e nei casi di Onco-Ematologia.

Intanto, la Conferenza Stato-Regioni ha indicato il Veneto, assieme all’Umbria e alle Marche, come regioni di riferimento a livello nazionale per la sanità. «Con modestia, ma con altrettanto orgoglio – sottolinea Zaia – ritengo si tratti di una riconoscimento che la sanità veneta si è meritata, con i risultati clinici, con l’organizzazione in continuo aggiornamento, con il rispetto pressoché di tutti i parametri nazionali in materia, con l’impegno per la razionalizzazione della spesa e la lotta agli sprechi, con il lavoro quotidiano per progredire nel cammino delle cure e delle nuove tecnologie. Questo riconoscimento è un successo di tutta la squadra della sanità regionale».

Soddisfatto del riconoscimento anche l’assessore regionale alla sanità, Luca Coletto: «mi piace pensare che l’indicazione per il Veneto sia stata determinata anche dalla capacità dimostrata, anno dopo anno, di mettere al centro la cura del malato, rispettando completamente la Costituzione, e non è facile, con la capacità di garantire al 100% l’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza, senza i quali viene meno il fondamento dell’universalità delle cure. Mentre mi auguro che con il nuovo Governo le cose possano cambiare, non posso dimenticare che raggiungiamo questo riconoscimento a fronte di sette anni di continui tagli, reali e lineari, ai fondi per la sanità, nel corso dei quali abbiamo mantenuto i conti in ordine e sostenuto il progresso del sistema sanitario, ad esempio investendo 70 milioni l’anno in nuove tecnologie e battendo con successo la non semplice strada degli acquisti centralizzati, per comprare qualità, pagandola meno».