Rom e dichiarazione etnica: la dichiarazione fatta ieri dalla deputata e coordinatrice del Trentino Alto Adige di Forza Italia, Michaela Biancofiore, in tema di censimento dei Rom ricordando la situazione vigente da decenni in Alto Adige ha fatto letteralmente infuriare i vertici della Svp, il partito tedesco egemone in provincia di Bolzano.
In una nota congiunta, il segretario del partito Philipp Achammer e il presidente della provincia di Bolzano Arno Kompatscher affermano che «Biancofiore non capisce nulla dell’Alto Adige! Il confronto tra il censimento dei Rom e quello tra i gruppi linguistici presenti in Alto Adige è completamente inappropriato e fuori luogo, oltre a non essere minimamente paragonabile a quanto si propone di fare il ministro agli Interni Salvini».
Achammer attaca Biancofiore sul personale: «questo testimonia ancora una volta che Michaela Biancofiore non ha alcuna idea di Alto Adige. Di conseguenza, non c’è da meravigliarsi che il suo seggio parlamentare sia stato conquistato fuori l’Alto Adige».
Per Kompatscher «la storia è altoatesina è stata dimenticata troppo presto. Non è passato molto tempo da quando le persone in Alto Adige hanno dovuto affrontare forti tensioni tra i gruppi linguistici tedesco e italiano. Solo attraverso l’ottimo lavoro dei nostri predecessori e la lotta per l’autonomia è stato possibile creare un sistema che assicuri la pace e la coesione tra tutti i gruppi linguistici. L’Alto Adige è stato ed è tuttora un pioniere in termini di valori europei».
Al segretario la conclusione con un’altra stilettata alla deputata azzurra: «l’Alto Adige può fare a meno delle dichiarazioni di Michaela Biancofiore. Non così dell’Autonomia o del sistema proporzionale, uno dei pilastri essenziali dell’Autonomia».
La piccata nota dei vertici della Svp non ha lasciato indifferente la deputata altoatesina. «Tutta la Svp, dal segretario Achammer al presidente Kompatscher è impegnata in queste ore nel consueto plofluvio di insulti privi di argomentazioni nei miei confronti, rea di aver osato scoperchiare innanzi all’Italia ignara, gli altarini sudtirolesi. Un linciaggio mediatico che non fa altro che comprovare la verità dei fatti e il noto senso democratico del partito di raccolta tedesco che arriva a dire, violando anche il diritto costituzionale di libertà di pensiero e parola, che l’Alto Adige “può fare a meno delle mie affermazioni che sarebbero false ed esagerate”. Ora vogliono decidere loro chi ha diritto di parola o meno – chiosa Biancofiore -. Affermano che io, italiana nata e cresciuta in Alto Adige fra tanti tedeschi sinceri e che come me vorrebbero avere una società unita, “non saprei nulla dell’Alto Adige”. La verità che brucia loro è viceversa che l’Italia, il Parlamento italiano, gli stessi sudtirolesi sottoposti a continua propaganda, possano conoscere dalla mia voce libera, come già fu per la legge elettorale, gli opportunismi e le nefandezze della SVP e magari anche lo Statuto d’Autonomia. Totem intoccabile quando interessa la SVP, carta straccia da non rispettare o da nascondere, quando limita il potere senza limiti di cui ritiene essere depositaria per discendenza divina. Nel più classico adagio italiano per il quale “le leggi si applicano per i nemici e si interpretano (molto elasticamente) per se stessi o per gli amici”».
Secondo l’esponente azzurro «ogni censimento etnico-razziale è aberrante – per quanto ormai siamo schedati ovunque – e quello previsto in Alto Adige, per certi versi è pure peggiore di quello previsto da Salvini per i Rom e voluto dagli stessi Rom italiani che vogliono distinguersi dagli illegali e irregolari. E in Alto Adige in realtà già sono censiti e sarebbe interessante sapere a quale gruppo siano aggregati. E’ persino peggio perché censimento e proporzionale sono alla base della rigida divisione della società altoatesina che non ha nulla a che fare con la pacifica convivenza, favorendo viceversa la tolleranza della coesistenza e la temibile logica della superiorità».
Biancofiore ricorda la battaglia del “verde” Alexander Langer: «Forza Italia ed io da sempre predichiamo viceversa la “libertà dell’uguaglianza”, la libertà di sentirci un unico popolo plurlingue in Alto Adige, senza prevaricazioni, discriminazioni o segregazioni in gabbie etniche, come sosteneva un grande sudtirolese come Alexander Langer. Capisco che la SVP sia già in campagna elettorale e debba individuare il consueto nemico per poter recuperare quel consenso perso proprio per le sue modalità arroganti e coercitive di esercizio del potere, ma ormai anche i sudtirolesi pretendono una società libera, giusta, ordinata e sicura come quella offerta dal centro destra italiano e noi abbiamo tutta l’intenzione di offrirgliela».
Quanto ai censimenti etnici, «la proporzionale etnico-linguistica alla base del secondo Statuto d’Autonomia del Trentino Alto Adige si regge proprio sugli effetti e risultati del censimento più volte evocato. Doveva esaurirsi per legge dopo trent’anni dall’emanazione dello Statuto, in quanto provvedimento che rispondeva ai torti subiti durante il fascismo. Ad oggi sono passati 16 anni da quel termine costituzionalmente stabilito, prorogano quel sistema nell’illegalità, con il risultato che la proporzionale viene applicata o meno a seconda degli interessi della SVP e del suo alleato PD, come negli ospedali. Il mio progetto di riforma dello Statuto – sottolinea Biancofiore – prevede l’abolizione di questa norma discriminatoria e l’introduzione del merito e delle competenze come metodo di giustizia sociale. La funzione riparatoria si è esaurita da tempo e deve essere sostituita dai parametri europei di libera circolazione dei popoli che diano vita finalmente ad una società orgogliosamente altoatesina nella sue peculiarità linguistiche, aperta ed interetnica. E non saranno isterici insulti a fermare la legge e il corso della storia».