Sanità del Friuli Venezia Giulia in grave difficoltà e manovra di assestamento di bilancio (40 milioni di euro) dedicata quasi esclusivamente alla copertura di falle presenti nel servizio sanitario regionale lasciati dalla vecchia maggioranza guidata dalla Dem Debora Serracchiani.
È questo il quadro della situazione che hanno illustrato a Trieste il vicegovernatore con delega alla salute, Riccardo Riccardi, e l’assessore alle finanze, Barbara Zilli, evidenziando come 26 milioni di euro saranno destinati alla copertura di una parte delle perdite registrate dalla sanità regionale (quantificate in 43 milioni di euro), altri 10 all’accantonamento in vista di una possibile richiesta da parte dello Stato di compartecipazione al fabbisogno sanitario nazionale e solo 4 milioni di euro alle rimanenti esigenze del territorio, in primis ai comuni rimasti esclusi da finanziamenti in quanto non aderenti ad alcuna Uti (Unione territoriale intercomunale).
«La manovra estiva – ha annunciato Zilli – dovrà porre rimedio ad una situazione molto complessa e compromessa che abbiamo ereditato relativamente alla sanità del Friuli vVenezia Giulia, attualmente nelle condizioni di una vettura che ha accumulato molti più chilometri di quanti risultino ufficialmente».
Entrando nel dettaglio, Zilli ha spiegato quanto peseranno 19 milioni di euro (su una manovra regionale di 120, provenienti dalla rinegoziazione del patto Padoan-Serracchiani, risalente allo scorso marzo) «che la Giunta precedente ha immediatamente riassegnato alle finalità più disparate, trascurando le impellenti necessità del sistema sanitario».
Sul fronte dei rapporti con lo Stato, Riccardi e Zilli hanno confermato che il governatore Fedriga ha già avviato le opportune trattative per rivedere compartecipazioni che rischiano di pesare sui prossimi bilanci regionali ben più dei 20,6 milioni di euro richiesti per la sanità nazionale nel 2018, a fronte della sentenza 103/2018 della Corte Costituzionale che impegna anche le Regioni a statuto speciale a partecipare alla copertura del fabbisogno nazionale.
«Il dato che appare nella sua interezza – ha affermato Riccardi – è che tutto è molto diverso rispetto a quanto ci avevano raccontato e dovremo riservare 36 milioni di euro su 40 alla sanità in occasione della prima manovra di bilancio della Giunta Fedriga. La perdita del comparto regionale della Salute – ha sottolineato – è pari a quasi 43 milioni di euro suddivisi tra il consuntivo 2017 (13,3 mln) e le proiezioni sul 2018 (29,5 mln)». A questo proposito, il vicegovernatore ha spiegato che i 43 milioni saranno coperti da 26 milioni provenienti dall’assestamento e 17 recuperati nei capitoli residuali della direzione regionale Salute.
Come esposto dal vicegovernatore, il dato negativo più rilevante è associato all’AsuiTs, l’azienda sanitaria universitaria integrata di Trieste, con un passivo di oltre 12 milioni di euro, il doppio rispetto all’azienda di Udine (5,8 milioni), ed un’aspettativa 2019 di 5,9 milioni (6 per AsuiUd) che risultano comunque inferiori ai 10,8 milioni preventivati per l’azienda per l’assistenza sanitaria Bassa Friulana-Isontina.
Tra le principali cause di uno scostamento complessivo pari a 30 milioni di euro nel 2018, Riccardi ha citato la spesa farmaceutica (13 milioni), i servizi sanitari (8 milioni) e i dispositivi medici (4,5 milioni).