Inflazione a maggio torna a salire e le città del NordEst sono in vetta ai rincari

Nelle aree del Mezzogiorno le realtà più “fredde”. A Bolzano il record della città più cara d’Italia. 

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A maggio 2018 l’inflazione rialza la testa: si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, aumenti dello 0,3% rispetto al mese precedente e dell’1,0% su base annua (da +0,5% registrato ad aprile). La stima preliminare era +1,1%.

La marcata ripresa dell’inflazione si deve prevalentemente ai prezzi dei Beni alimentari non lavorati, la cui crescita tendenziale passa da +0,7% di aprile a +2,4% e dei Beni energetici non regolamentati (da +2,7% a +5,3%). A questi fattori si aggiunge l’inversione di tendenza della dinamica dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da -0,7% a +1,7%); contribuiscono poi, seppur in misura minore, i prezzi dei Tabacchi (da +2,8% a +3,4%) e quelli dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +1,0% a +1,3%).

L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli Beni energetici crescono entrambe da +0,5 di aprile a +0,8%.

L’aumento congiunturale dell’indice generale dei prezzi al consumo è dovuto ai rialzi dei prezzi di diverse tipologie di prodotto, tra cui spiccano quelli dei Beni energetici non regolamentati (+2,1%), degli Alimentari non lavorati (+1,9%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona e dei Tabacchi (+0,6% per entrambe).

L’inflazione accelera sia per i beni (da +0,7% di aprile a +1,0%) sia per i servizi (da +0,3% a +0,9%); il differenziale inflazionistico tra servizi e beni rimane negativo, ma più contenuto rispetto da aprile (da -0,4 punti percentuali a -0,1 punti percentuali). L’inflazione acquisita per il 2018 è pari a +0,9% per l’indice generale e a +0,6% per la componente di fondo.

I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona aumentano dello 0,6% su base mensile e dell’1,7% su base annua (in accelerazione da +1,2% registrato ad aprile).

I prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto crescono dello 0,7% sul mese precedente e del 2,0% rispetto a maggio 2017 (da +1,4% del mese precedente).

L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta dello 0,3% in termini congiunturali e dell’1,0% in termini tendenziali (da +0,6 di aprile). La stima preliminare era +1,1%.

L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, aumenta dello 0,3% su base mensile e dell’1,0% rispetto a maggio 2017.

A maggio 2018, in tutte le ripartizioni geografiche i prezzi registrano tassi tendenziali positivi, in accelerazione rispetto a quelli rilevati il mese precedente: il NordOvest (da +0,7% di aprile a +1,1%) e il NordEst (da +0,6% a +1,1%) mostrano un’inflazione superiore alla media nazionale, mentre il Centro (da +0,5% a +0,9), le Isole (da +0,2% a +0,8%) e il Sud (da +0,3% a +0,7%) si attestano al di sotto.

Nei capoluoghi delle regioni e delle province autonome e nei comuni non capoluoghi di regione con più di 150.000 abitanti a maggio si rilevano aumenti su base annua quasi ovunque. Bolzano è il capoluogo in cui i prezzi presentano gli incrementi più elevati (+1,8%), seguito da Brescia (+1,6%) e Padova (+1,5%). Potenza è l’unico comune che registra una variazione tendenziale negativa pari a -0,1%.inflazione