Il gruppo reggiano di prosciutti e salumi Ferrarini ha dato un’esclusiva a Italmobiliare per l’ingresso come una quota fino a 90%. La holding di investimenti guidata da Carlo Pesenti, a sua volta, ha avviato l’esame e le valutazioni dell’operazione insieme alla Sgr QuattroR.
L’investimento, che sarebbe perseguito su base paritetica dai due investitori, è subordinato agli esiti della due diligence e all’autorizzazione delle Autorità antitrust e regolamentari, oltre che alla definizione di accordi con i creditori finanziari coinvolti. L’esclusiva per la due diligence scade a fine agosto. Se si dovesse procedere, è previsto che Italmobiliare rilevi l’80-90% di Ferrarini in forma mista: in parte acquistando azioni delle due controllanti Elle Effe e Agri-foods investments, e in parte in aumento di capitale. L’investimento complessivo si aggira sui 100 milioni.
La famiglia Ferrarini, proprietaria dell’omonimo Gruppo (con Lisa Ferrarini vicepresidente di Confindustria con delega per l’Europa), ha scelto di vendere per via dell’esposizione con le banche, che si aggirerebbe attorno ai 250 milioni (112 gravano sulla società operativa e 138 sulle società della galassia). Sul gruppo Ferrarini, tra le aziende leader italiane nella produzione e commercializzazione di salumi con oltre 330 milioni di ricavi nel 2017, peserebbero soprattutto i cosiddetti “finanziamenti baciati” (prestiti per acquistare azioni) contratti con l’allora Veneto Banca, ora trasferiti agli istituti che hanno contribuito al salvataggio delle banche venete (Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm e SGA i maggiori).
La stessa Italmobiliare, dopo la vendita di Italcementi ai tedeschi di Heidelberg, è diventata una holding di partecipazioni che ha già messo operato nell’alimentare con l’acquisto del caffè Borbone. QuattroR, invece, è una società di gestione del risparmio tra i cui sottoscrittori figurano Cassa Depositi e Prestiti (“anchor investor”), controllata dallo Stato attraverso il ministero dell’Economia, Inail (sempre dello Stato), Inarcassa e Cassa Forense. Anche uno tra i maggiori creditori, SGA, che vanta nei confronti di Ferrarini debiti per 130 milioni di euro (la metà del totale), è integralmente detenuta dal Tesoro.
Se l’operazione andrà in porto, lo Stato aggiungerà anche i salumi al suo vasto portafoglio di partecipazioni dirette ed indirette.