Alto Adige scocca anche l’autonomia digitale

Il Consiglio provinciale di Bolzano approva la proposta dei secessionisti di Suedtiroler Freiheit, avallata anche dal PD e dalla SVP. Saranno vietati i colori e i simboli italiani nei siti istituzionali locali. Critici Urzi (Fratelli d'Italia) e Bessone (Lega).

0
782
secessione digitale

I siti internet dei comuni altoatesini? Non dovranno seguire l’impostazione grafica e i colori dei siti istituzionali italiani: nessuna traccia di Tricolore, ma anche lo stesso sfondo azzurro pensato per tutta la penisola, in Alto Adige viene dichiarato non gradito.

La proposta politica (che sa tanto di ennesima sfida secessionistica) è partita dai secessionisti di Suedtiroler Freiheit, ma alla fine è stata fatta propria anche dal PD (sempre più appiattito ed evanescente) e la Svp che nel corso della discussione in Consiglio provinciale hanno detto all’unisono «ci riconosciamo nel diritto di fare i nostri siti internet senza dovere rispettare le direttive nazionali».

Detto, fatto: l’ennesima sfida politica all’Italia è stata battezzata pomposamente “autonomia digitale”, con l’autorevole avallo del governatore Arno Kompatscher inseguendo i secessionisti nella loro proposta ed approvandola anche a nome del PD.

Questo il testo del documento solennemente approvato: «il Consiglio provinciale esprime la propria contrarietà all’adeguamento obbligatorio agli standard nazionali del layout dei siti web istituzionali dei comuni e delle comunità comprensoriali della provincia di Bolzano e sollecitano la giunta provinciale ad intervenire – in ossequio all’autonomia dei comuni – al fine di ottenere una deroga per la provincia di Bolzano».

Caustico il commento del rappresentante di Fratelli d’Italia nel consesso provinciale: per Alessandro Urzì «questa più che “autonomia digitale” di fatto è una secessione digitale. Di fatto è l’ennesimo fastidio per l’Italia nemmeno troppo mascherato».

Per il commissario della Lega Altoatesina, Massimo Bessone, «se per i colori si può anche soprassedere, l’importante è che i contenuti dei siti delle amministrazioni locali garantiscano la comprensibilità a tutti e tre i gruppi linguistici che abitano l’Alto Adige. Non vorrei che qualche “manina” cancellasse l’italiano (o il ladino) da quei siti comunali dove la popolazione italiana è minoritaria. Non vorrei che si verificasse un altro caso toponomastica, con i nomi italiani delle località cancellati».