Shenzhen, Changsha e Wuhan sono le nuove tappe della promozione enologica di Vinitaly in programma in Cina che coinvolge 46 aziende vinicole italiane con cui Veronafiere consolida la propria presenza in Asia, dopo Pechino, Shanghai, Hong Kong, Chengdu e gli appuntamenti della Vinitaly International Academy.
La missione commerciale coinvolge tre metropoli nel SudEst del paese, con oltre 40 milioni di abitanti. Nelle città si concentra il futuro della domanda di vino del Gigante asiatico, grazie al peso sempre maggiore di una classe superiore con elevata capacità di spesa (sarà il 25% della popolazione nel 2022) e un tasso di urbanizzazione che nei prossimi cinque anni salirà di 5 punti, fino al 63%.
Secondo i dati dell’osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor, nel 2017 i consumi di vino in Cina sono cresciuti del 3% sul 2016 e le importazioni hanno toccato 2,5 miliardi di euro, raddoppiate in valore negli ultimi dieci anni. La quota di mercato dell’Italia in questo avvio di 2018 è pari al 7% e i margini di crescita per le esportazioni nazionali restano quindi ancora molto elevati. Ma per conquistare nuovi consumatori è necessario prima far apprezzare qualità e varietà della produzione vitivinicola “Made in Italy” a importatori, agenti e canale horeca.
La formula prevede tre giornate dedicate ad incontri “b2b” tra le aziende vinicole italiane e gli importatori del posto e degustazioni di più di 300 etichette, riservate ad un pubblico professionale selezionato. Già oltre 500 gli operatori accreditati alla prima tappa di Shenzen. Nella realizzazione della presentazione, a fianco di Vinitaly, c’è ICE-Italian Trade Agency che completa le attività in calendario con i corsi di formazione “I love italian wines”, per promuovere la conoscenza degli oltre 500 vitigni italiani. L’iniziativa in Cina vede anche la collaborazione di Shenzen Pacco Cultural Communication, che già organizza a Chengdu l’importante fiera IWSS-International Wine and Spirits Show.
«Le tre città individuate – commenta Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere – costituiscono hub strategici per diffondere cultura, storia e stili di vita legati al vino italiano, in ottica di uno sviluppo dei consumi. Il nostro export vinicolo in Cina negli ultimi dieci anni è cresciuto del 50%, ma siamo ancora lontani dai risultati dei competitor. L’osservatorio Vinitaly-Nomisma stima fino al 2022 un aumento complessivo delle importazioni cinesi di vini pari al 6% annuo e del 7,5% per quanto riguarda le etichette italiane. È questo il bacino di potenziali consumatori a cui dobbiamo puntare, anche grazie al supporto di ICE-Italian Trade Agency, con cui continuiamo a lavorare con profitto nell’ambito del Piano di promozione straordinario del “Made in Italy”».