Insieme per garantire a tutti i cittadini del Friuli Venezia Giulia un servizio più omogeneo e, soprattutto, un’acqua più sicura e controllata. E’ questo l’obiettivo della firma dell’accordo di collaborazione firmato a Cividale del Friuli, presso l’Acquedotto del Poiana, da tutti i gestori idrici della regione: AcegasApsAmga, Acquedotto del Carso, CAFC, Hydrogea, Irisacqua, LTA – Livenza Tagliamento Acque e naturalmente il padrone di casa, Acquedotto del Poiana.
La collaborazione, che avviene in stretto coordinamento con Regione e Arpa FVG, enti deputati al controllo del servizio idrico, si sostanzierà inizialmente nel lavoro congiunto per la definizione di piani per la sicurezza idropotabile omogenei e coordinati. Tale lavoro potrà beneficiare del know-how già sviluppato dall’Acquedotto Poiana che, per primo, nei mesi scorsi, ha già adottato e inoltrato per l’approvazione all’Istituto Superiore per la Sanità il proprio piano.
Il piano per la sicurezza idropotabile, detto più comunemente “WSP” (acronimo dell’inglese “water safety plan”), è un documento che in base alle indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ogni gestore dovrebbe adottare per garantire la sicurezza della propria fornitura di acqua potabile.
I “WSP” non sono al momento obbligatori, ma sono considerati universalmente lo strumento più idoneo a tutela dell’erogazione del più prezioso dei beni. La legislazione europea e italiana sta infatti velocemente evolvendo verso un concetto di potabilità delle acque diverso rispetto al passato. L’analisi ex-post di una serie di parametri-spia della salubrità delle acque, sarà infatti superata da un approccio che considera gli aspetti di sicurezza lungo tutta la catena di fornitura dell’acqua: dalla sorgente al rubinetto.
Attraverso il “WSP”, ogni gestore dovrà innanzitutto mappare dettagliatamente tutti i possibili rischi a cui l’acqua gestita è potenzialmente soggetta lungo l’intero servizio acquedotto. Ad esempio, la carenza di disponibilità a causa di periodi prolungati di siccità, la contaminazione di sostanze inquinanti, anche nuove (ad esempio i PFAS o la DACT), l’eventualità di danneggiamenti a impianti o reti causati da guasti, eventi atmosferici o addirittura volontariamente da terzi. Una volta mappati i rischi della propria rete, ogni azienda dovrà poi definire gli interventi o le modalità operative che potranno mitigare o eliminare ciascuno dei rischi individuati. Il piano quindi avrà anche una valenza strategica di indirizzo degli investimenti per gli anni futuri, che saranno necessariamente indirizzati verso gli interventi più utili a prevenire i rischi specifici.
Con l’accordo sottoscritto, i gestori acqua dell Friuli Venezia Giulia, primi in Italia, attiveranno tavoli di lavoro congiunti per redigere, all’interno di ogni azienda, “WSP” che rispondano a un modello e prassi comuni, capaci di assicurare il più alto standard di servizio acquedottistico a tutti i cittadini della Regione.
Grazie alla collaborazione di tutti i gestori, i “WSP”, che dovrebbero essere completati entro il primo semestre 2019, potranno prevedere al proprio interno già delle forme di collaborazione mirate alla riduzione dei rischi. Ad esempio, la messa a fattor comune dei servizi di analisi. Per rispondere ai crescenti standard legislativi e monitorare anche nuove forme di inquinamento i laboratori necessitano infatti di rilevanti investimenti che potrebbero essere ottimizzati condividendo il servizio fra più gestori. Sempre a titolo di esempio, potrebbero essere individuate delle sinergie nei servizi di pronto intervento, per garantire a tutti i cittadini il medesimo livello di servizio a fronte di guasti o eventi naturali, con una ottimizzazione, anche in questo caso, della gestione complessiva.
Una volta adottati, i piani dovranno essere costantemente manutenuti e aggiornati, dal momento che i rischi che incombono sul ciclo idrico sono per loro natura mutevoli nel tempo. Inoltre nell’ambito degli investimenti che si dovranno realizzare per mitigare i rischi e migliorare il servizio, potranno essere previste ulteriori forme di collaborazioni fra le aziende aderenti, ad esempio attraverso l’interconnessione di reti per offrire a tutti i cittadini, a prescindere dal gestore di appartenenza, forniture omogenee di acqua in caso di carenza di una o più fonti di approvvigionamento.