“Brenner Meeting”: appello dell’economia ai ministri dei trasporti per non strozzare il corridoio

Scendono in campo i presidenti delle Camera di commercio da Monaco a Verona. Appello anche da Conftrasporto al neo ministro Toninelli per evitare il contingentamento dei Tir. 

0
668
brenner meeting

Il “Noi Techpark” di Bolzano ospita un Brenner Meeting decisamente problematico sul traffico Nord-Sud Europa lungo il corridoio del Brennero, il più trafficato dell’arco alpino. Un vertice tra i ministri dei trasporti di Germania, Austria e Italia aperto anche agli amministratori delle realtà attraversate che dovrà fare sintesi di esigenze opposte: la liberalizzazione dei traffici merci garantita dall’Unione Europa con l’esigenza della tutela ambientale lamentata dalle popoalzioni attraversate.

In vista del vertice di martedì 12 giugno, scendono in campo i rappresentanti delle varie organizzazioni economiche. I sette presidenti delle Camera di commercio e dell’economia delle regioni alpine hanno firmato una dichiarazione congiunta in merito al traffico che scorre lungo il Brennero, trasmessa anticipatamente ai rappresentanti politici dell’Euregio Tirolo–Alto Adige–Trentino, della Baviera e del Veneto e ai Ministri dei trasporti di Germania, Austria e Italia.

Nel loro appello al Brenner Meeting, Eberhard Sasse (presidente della Camera di commercio e industria di Monaco di Baviera), Jürgen Bodenseer (presidente della Camera dell’economia del Tirolo), Hans Peter Metzler (presidente della Camera dell’economia di Vorarlberg), Konrad Steindl (presidente della Camera dell’economia di Salisburgo), Michl Ebner (presidente della Camera di commercio di Bolzano), Giovanni Bort (presidente della Camera di commercio di Trento) e Giuseppe Riello (presidente della Camera di commercio di Verona), scrivono che «le Camere di commercio e dell’economia situate lungo l’asse del Brennero invitano a trovare una strategia condivisa e una soluzione sostenibile per il crescente traffico merci sull’asse di collegamento europeo Nord-Sud che attraversa il Brennero. Lo scambio fiorente di beni e merci tra vari Paesi e regioni è espressione di uno spazio economico comune per una produzione in filiere europee di valore aggiunto. L’aumento del traffico merci evidenzia il successo dei rapporti commerciali su entrambi i versanti delle Alpi tra Monaco e Verona».

Secondo i sette presidenti «il futuro del traffico merci nelle Alpi è rappresentato dal trasporto combinato su strada e ferrovia. Alla luce della crescente congestione del traffico su strada le Camere di commercio e dell’economia alpine auspicano un impegno chiaro da parte dei responsabili politici in merito a un ampliamento delle infrastrutture ferroviarie. Il traffico merci su rotaia deve essere competitivo: i tempi di carico e trasporto, l’affidabilità e i costi devono essere concorrenziali. L’importanza dell’asse del Brennero giustifica anche modalità di costruzione più onerose che rispettino il più possibile le giuste esigenze della popolazione interessata».

Per i firmatari dell’appello ai ministri del Brenner Meeting è indispensabile «il progetto ambizioso di ampliamento delle tratte di accesso a nord e a sud del Brennero; aumentare e modernizzare le capacità di carico e scarico su entrambi i versanti delle Alpi; in particolare nei paesi di carico e di destinazione; definire e introdurre uno standard di corridoio per l’esercizio ferroviario in modo che i treni merce possono attraversare il confine senza fermarsi. Inoltre è necessario affrontare con impegno le modalità per una decongestione del traffico su strada a breve termine, ad esempio riattivando “l’autostrada viaggiante” (“RoLa”) tra Regensburg e Trento».

Non solo: «bisogna valutare, predisporre e sfruttare ulteriori collegamenti alla “Rola” nell’arco alpino. Le infrastrutture di trasporto esistenti – su rotaia e su strada – devono essere ottimizzate nella loro capacità, migliorate continuamente, ristrutturate e mantenute a un alto standard di operatività, per poter gestire il traffico di persone e merci attraverso l’arco alpino. Va evitato l’insorgere di svantaggi e vincoli per una tipologia di trasporto attraverso provvedimenti di natura giuridica, monetaria o relativi all’organizzazione del traffico. Negli interventi nella politica di regolamentazione del traffico si deve tener conto delle regioni confinanti e delle peculiarità dell’economia nell’arco alpino. Ciò vale sia per le esigenze dell’economia, sia per misure a tutela dell’ambiente e della salute della popolazione residente nel territorio alpino».

«Le Camere di commercio e dell’economia lungo l’asse del Brennero chiedono pertanto ai governi regionali e provinciali una politica del traffico concertata, con l’impegno ambizioso per lo spostamento del traffico merci di lunga percorrenza dalla strada alla rotaia, nel rispetto delle economie locali, senza discriminazioni di una particolare tipologia di trasporto».

Secondo il vicepresidente di Confcommercio e Conftrasporto, Paolo Uggè, «il Brenner Meeting sarà cruciale: il ministro ai Trasporti e alle Infrastrutture, Danilo Toninelli,  intervenga con decisione nei confronti del Governo austriaco» per evitare il contingentamento dei mezzi pesanti attuato unilateralmente dall’Austria nei confronti dei Tir provenienti dall’Italia e dalla Germania.

«L’Austria – ricorda Uggè – lavora da tempo per ostacolare, in assenza di alternative efficienti, il superamento dell’arco alpino, attraversato da 200 milioni di tonnellate all’anno per un valore pari a 524 miliardi di euro. Il blocco dell’Austria, oltre a generare inquinamento (i Tir fermi inquinano più di un Euro6 in movimento) produce al sistema produttivo un costo, per ogni ora, pari a 203 milioni di euro. Il fermo di un Tir costa all’impresa tra gli 800 e i 1.000 euro al giorno».

Per Uggè «la decisione dell’Austria provoca una distorsione della concorrenza e gravi disagi per gli autisti. Non solo: secondo quanto affermato dalla stessa commissaria europea ai Trasporti, Violeta Bulc, sarebbe una violazione del principio della libera circolazione delle persone e delle merci: ricordiamo che circa il 70% dell’import-export italiano passa sulle Alpi, e gran parte di questo transita sul Brennero portando i nostri prodotti verso i mercati del centro e del nord Europa. Non siamo contrari al trasferimenti delle merci su rotaia, anzi crediamo fermamente nell’intermodalità. Ma pensare di poter trasferire in toto lungo la ferrovia ciò che oggi viaggia su gomma significa non avere il senso della realtà».