Qualità dell’aria in Friuli Venezia Giulia ecco i dati 2017

Situazione complessivamente buona, anche se in lieve peggioramento rispetto al 2016. Scoccimarro: «Arpa con nuove tecnologie e più informazione». 

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qualità dell'aria fvg

La relazione annuale sulla qualità dell’aria in Friuli Venezia Giulia nel 2017 conferma una situazione complessivamente buona e rispettosa dei limiti di legge, pur se in presenza di un lieve peggioramento rispetto al 2016, principalmente dovuto alla variabilità interannuale delle condizioni meteorologiche. Il dato è emerso durante la presentazione, a Udine nella sede della Regione, con l’assessore regionale all’ambiente ed energia, Fabio Scoccimarro, e il direttore generale dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (Arpa Fvg), Luca Marchesi, in cui è stato presentato il complesso documento che prende in considerazione tutti gli inquinanti “normati”, ovvero quelli per cui esiste un limite di legge in aria ambiente, e che da quest’anno comprende anche il territorio di Sappada.

I dati dell’Arpa indicano che il materiale particolato è monitorato sia nella frazione più grossolana, PM10, sia nella frazione più fina, PM2.5. Per quanto riguarda il PM10, la relazione evidenzia una media annua ovunque inferiore al limite di legge, sebbene con valori maggiori nel Pordenonese. Anche il numero di superamenti giornalieri del PM10ha rispecchiato l’andamento ormai noto, con valori oltre al limite di legge su un’ampia area della pianura occidentale tra il Veneto e il Tagliamento, dove le caratteristiche climatiche sono simili a quelle della Pianura Padana. Il PM2.5 è rimasto invece al di sotto del limite di legge su tutta la regione ed è addirittura inferiore al limite di 20 ng/m3 che entrerà in vigore nel 2020.

L’ozono si conferma essere l’inquinante più critico in Friuli Venezia Giulia. Infatti, a causa dell’elevata radiazione solare nel periodo estivo, su quasi tutto il territorio regionale la concentrazione di ozono è stata elevata e superiore all’obiettivo di legge a lungo termine. Si tratta di un problema che riguarda l’intera Europa, che richiede pertanto risposte di tipo tecnologico e strutturale coordinate tra i diversi livelli di governo.

Per quanto riguarda il biossido di azoto, per effetto dei miglioramenti tecnologici degli ultimi anni, sia la concentrazione media annua che le concentrazioni medie orarie sono rimaste al di sotto delle soglie di legge. Monossido di carbonio (CO) e biossido di zolfo presentano in generale concentrazioni molto basse, analogamente agli anni precedenti; valori più elevati si riscontrano solo in aree caratterizzate da un maggior flusso veicolare e nei pressi di alcune circoscritte aree industriali, dove sono comunque rispettati i limiti di legge.

Per il benzene il rapporto Arpa evidenzia che quasi tutte le postazioni di misura presentano una concentrazione abbondantemente inferiore al limite di legge. I valori maggiori si osservano nei pressi delle zone maggiormente trafficate e nelle vicinanze dello stabilimento siderurgico di Servola.

Nel complesso la concentrazione di benzo(a)pirene è analoga a quella degli anni precedenti, con valori inferiori ma prossimi ai limiti su quasi tutta la pianura regionale e a Servola nei pressi della Ferriera. Infine, tutti i metalli pesanti (Arsenico, Cadmio, Nichel, Piombo) sono al di sotto della soglia di valutazione inferiore, ovvero quella soglia cautelativa per la quale non sarebbe neppure necessario il monitoraggio continuativo.

I dati acquisiti da Arpa consentono di fare alcune considerazioni di dettaglio sulla qualità dell’aria nelle aree urbane e in area vasta. Per quanto riguarda le aree urbane, Arpa rileva che in stazioni di misura collocate in prossimità di singoli assi viari ad alta percorrenza il particolato atmosferico è maggiore del 5 per cento rispetto a stazioni di fondo urbano.

Ben più significativo è il contributo per gli ossidi di azoto – inquinanti tipicamente associati ai motori a ciclo Diesel – che aumentano del 10%-30% nei pressi degli assi viari a maggior traffico. Queste considerazioni possono essere molto utili per valutare l’efficacia delle azioni volte al rinnovo del parco macchine circolante o per la gestione degli eventi di inquinamento acuto. Per quanto riguarda la concentrazione di inquinanti su area vasta, Arpa osserva che le concentrazioni di benzo(a)pirene prossime ai limiti su quasi tutta la pianura, anche in assenza di sorgenti puntuali, siano da imputare in particolare all’uso diffuso della legna come combustibile domestico, soprattutto se a ciocchi e in impianti obsoleti.

Un nuovo piano regionale di miglioramento della qualità dell’aria e l’introduzione, nell’Agenzia regionale per la protezione ambientale (Arpa Fvg), di nuove tecnologie per migliorare ancora i livelli di eccellenza raggiunti implementando anche l’informazione verso i cittadini e le imprese. Sono queste alcune delle azioni che l’assessore Scoccimarro, intende portare avanti: «l’ambiente è uno dei settori sul quale c’è grande attenzione da parte della Giunta tanto che nei prossimi giorni incontrerò il precedente assessore, Sara Vito, in un’ottica costruttiva. Valuteremo le azioni positive in essere per portarle avanti accanto alle nostre politiche ambientali perché l’ambiente non è di destra né di sinistra ma è di tutti».

Fra i primi atti di Scoccimarro, oltre alla redazione del nuovo piano regionale della qualità dell’aria «che risale al 2012 e va rivisto e adeguato ai tempi», vi sarà anche quello di «dare ulteriore linfa all’attività dell’Arpa introducendo nuove tecnologie affinché possano essere utili al settore e implementando l’informazione verso i cittadini e le imprese». L’assessore ha espresso un parere positivo sull’Agenzia rimarcando come «l’attenzione verso l’ambiente si può notare anche nelle energie che la Regione mette in campo per la sua tutela attraverso l’Arpa: una spalla importante del mio assessorato con 340 dipendenti che impegna il 25% del bilancio destinato al referato. Proprio con l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente dovremo lavorare vigilando sulle attività produttive al fine di ridurre le loro emissioni, ma anche sostenendo un miglior utilizzo delle risorse, in particolare quelle energetiche».

Nel corso della presentazione, Scoccimarro ha toccato il tema dell’area a caldo della Ferriera di Servola: «per le scelte della precedente amministrazione regionale, oggi lo stabilimento ha le autorizzazioni. Tengo a precisare che, già prima di formare la Giunta, ho condiviso con il governatore Fedriga l’idea che le industrie fortemente impattanti non sono compatibili con lo sviluppo del territorio e la qualità della vita dei cittadini. Sarà importante capire da qui in avanti quali siano le soluzioni da trovare in modo da soddisfare tutte le parti interessate. L’obiettivo è quello di trovare intese capaci di mettere d’accordo l’interesse dei cittadini e dell’imprenditore con attenzione alla ricollocazione del personale, ovviamente nei tempi più possibile brevi».