Brenner Meeting: il vertice dei ministri ai trasporti di Bolzano nasce zoppo

Il rappresentante di Berlino diserta l’appuntamento in polemica con Vienna. Appello di Confindustria, di Anita e Anfia contro divieti alla circolazione calati dall’alto. 

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Il Brenner Meeting di martedì 12 giugno a Bolzano rischia di essere un vertice interministeriale destinato al fallimento, visto che il ministro dei trasporti tedesco Andreas Scheuer ha annunciato che non vi parteciperà, a causa della linea intransigente dei divieti sulla tratta del Brennero intrapresa dal governo austriaco con il supporto del governo regionale del Tirolo.

Alla base del forfait di Scheuer, la posizione irremovibile di Vienna: «in un colloquio con il ministro ai trasporti austriaco Norbert Hofer si è chiarito che il Land Tirolo non è interessato a una soluzione a breve termine per il traffico al confine austro-tedesco». Dinanzi al dietrofront del ministro germanico, da Innsbruck si rilancia, con il governatore tirolese Günther Platter che sbotta con un «non ci si comporta così tra vicini», definendo la posizione tedesca come «una caduta di stile» rimandando a Berlino il pomo della discordia: «noi investiamo miliardi nel tunnel del Brennero, mentre la Germania continua a discuterne senza approvare il potenziamento della ferrovia nel tratto di sua competenza da Kufstein a Monaco; la situazione è ormai insopportabile». Platter nella sua posizione è “coperto” dall’intervento del cancelliere austriaco Sebatian Kurz che ribadisce la «piena comprensione per la netta linea del governatore tirolese Platter a difesa della popolazione», convenendo però che «Austria, Italia e Germania sono chiamate a trovare una soluzione comune per ridurre l’impatto del traffico transalpino».

Non pago, il ministro ai trasporti austriaco Norbert Hofer rincara sulla polemica: «il contingentamento dei Tir in Tirolo non è in discussione né è in contrasto con le direttive europee, come confermato recentemente dalla Commissione europea». Un’affermazione palesemente inesatta, immediatamente rintuzzato dal vicepresidente vicario di Conftrasporto e vicepresidente di Confcommercio Paolo Uggè, che ironizza facilmente: «forse il ministro austriaco ha problemi di traduzione. Il pronunciamento della commissaria europea ai Trasporti Violeta Bulc è molto chiaro: un limite al numero di mezzi pesanti potrebbe violare la libertà di circolazione delle merci».

Intanto, scendono in campo i tre presidenti di Confindustria Alto Adige, Trentino e regione Trentino Alto Adige con una nota congiunta in vista del vertice del 12 giugno non più trilaterale. «Auspichiamo che si parli soprattutto di soluzioni e non di divieti», si augurano il vice presidente di Confindustria e presidente di Confindustria Trentino-Alto Adige, Stefan Pan, il presidente di Confindustria Trento, Enrico Zobele, e il presidente di Assoimprenditori Alto Adige, Federico Giudiceandrea.

«La sfida della sostenibilità è quella di favorire la mobilità di persone e merci in modo compatibile con l’ambiente: questo obiettivo non si raggiunge con i divieti, che non diminuiscono i trasporti, ma li rendono meno efficienti producendo costi e inquinamento aggiuntivi, bensì puntando sull’innovazione. Le nostre imprese stanno investendo sui loro parchi mezzi e i Tir di ultima generazione sono sempre più ecologici. Dobbiamo sostenere questo sforzo e far sì che lo stesso rinnovamento avvenga anche relativamente alle autovetture, che rappresentano la maggior parte dei mezzi in transito lungo l’asse del Brennero», affermano i tre presidenti.

«La raggiungibilità e l’apertura sono fondamentali per il nostro territorio: creando nuove barriere mettiamo a rischio il nostro benessere sociale – avvertono Pan, Zobele e Giudiceandrea -. I ripetuti divieti imposti in Tirolo provocano concorrenza sleale (il divieto di transito settoriale non vale per gli autotrasportatori tirolesi e il contingentamento dei Tir colpisce in particolare chi deve attraversare il Tirolo, come gli autotrasportatori del Trentino-Alto Adige) e sono spesso controproducenti: il divieto di transito notturno ad esempio non consente un flusso dei trasporti continuo e concentra tutto il traffico pesante sulle ore del giorno».

Gli industriali del Trentino-Alto Adige invitano infine a non creare false aspettative riguardo allo spostamento del trasporto merci da gomma a rotaia: «è un obiettivo che condividiamo tutti, ma al momento attuale lungo la tratta del Brennero non esiste l’infrastruttura adeguata e non ci sono treni sufficienti a trasportare le merci che viaggiano in autostrada. Per favorire lo spostamento del trasporto merci dalla strada alla ferrovia bisogna potenziare la rete infrastrutturale e garantire un servizio a condizioni competitive: il tunnel di base del Brennero sarà fondamentale in questo senso». Ma in questo scenario entra anche il sempre rimandato per motivazioni politiche potenziamento dell’Autobrennero, drammaticamente congestionata a tute le ore del giorno.

Non solo Confindustria: sui divieti al Brennero scendono in campo anche Anita e Anfia che hanno scritto al nuovo ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, il grillino Danilo Toninelli, in vista del prossimo incontro tra Italia, Austria e Germania finalizzato al potenziamento dell’asse ferroviario del Brennero e al contenimento delle emissioni inquinanti derivanti dal trasporto stradale.

«Iniziative unilaterali, come il sistema di dosaggio dei veicoli pesanti messo in piedi dal Tirolo, non solo distorcono la concorrenza e contrastano con il diritto UE, ma hanno anche un effetto controproducente su congestione ed emissioni nocive, come testimoniato dalle lunghe file di Tir che si sono registrate nei giorni di divieto, e determinano anche un problema sociale per gli autisti» dichiara Thomas Baumgartner, presidente di ANITA, la confederazione degli autotrasportatori di Confindustria.

«La soluzione al problema potrebbe avvenire attraverso una differenziazione della circolazione delle classi di veicoli – dichiara Gianmarco Giorda, direttore di ANFIA (la filiera italiana dell’automotive) – penalizzando quelli più inquinanti, garantendo la circolazione ai mezzi Euro VI e prevedendo una premialità aggiuntiva per i veicoli più moderni e puliti, in primis quelli alimentati a gas naturale liquefatto, gas naturale compresso e full electric, ma anche attraverso l’utilizzo di moderne tecnologie come il “platooning”, i semirimorchi allungati del “Progetto 18” o anche gli EMS».

«Il 70% dell’export e dell’import italiano passa sulle Alpi e la maggior parte viaggia attraverso il Brennero, asse fondamentale di collegamento del nostro Paese con i grandi mercati del Centro e Nord Europa – ricorda Baumgartner -. È illusorio pensare che tutte le merci possano essere trasferite alla ferrovia: il cambio modale va sicuramente incentivato, ma al tempo stesso occorrono soluzioni che garantiscano la permeabilità dell’arco alpino al trasporto su strada, coniugando le esigenze ambientali con la sostenibilità economica. Appare questa, infatti, la soluzione più opportuna, non solo in quanto immediatamente praticabile, ma anche perché in grado di coniugare la sostenibilità ambientale con la tenuta economica del comparto dell’autotrasporto».