Il progetto Ausilia, finanziato dalla Provincia di Trento e frutto della collaborazione tra i Dipartimenti di Ingegneria dell’Università di Trento e l’Azienda provinciale per i Servizi sanitari del Trentino si propone di migliorare l’autonomia delle persone con deficit motori e cognitivi e rendere la loro qualità della vita migliore grazie a soluzioni avanzate di domotica.
Lo studio ha prodotto risultati tangibili con l’allestimento di un appartamento e di un laboratorio di analisi e progettazione presso l’ospedale riabilitativo Villa Rosa di Pergine Valsugana. La struttura ha aperto le porte ad una nutrita delegazione di imprenditori, cittadini interessati e rappresentanti del mondo dei servizi sociali. L’iniziativa, promossa in collaborazione con Trentino Sviluppo, è stata pensata anche per creare le condizioni per nuove colaborazioni tra i gruppi di ricerca, la struttura medica e il tessuto imprenditoriale.
Le realtà intervenute hanno potuto ascoltare dalla voce degli ideatori i dettagli del progetto, valutando la possibilità di contribuire al progetto con sistemi tecnologici e conoscenze aziendali. Gli oltre 25 gli imprenditori presenti hanno dimostrato grande interesse per il modello multidisciplinare trentino in cui lavorano fianco a fianco amministrazione pubblica, imprese e ricerca.
Ausilia – termine che sta per Assisted Unit for simulating independent living activities – è un progetto di abitazione domotica, attualmente in fase di sperimentazione. Flavio Deflorian, del dipartimento di Ingegneria dell’Università di Trento ha sottolineato che «Ausilia è esempio di un modello sempre più protagonista nell’attività dell’Università di Trento. Si basa su un lavoro multidisciplinare che valorizza la ricerca avanzata attraverso la messa in campo di applicazioni che hanno un diretto impatto positivo sulla vita delle persone».
«Villa Rosa – ha spiegato Nunzia Mazzini, direttrice dell’Unità Operativa di riabilitazione della struttura – opera da decenni nella riabilitazione, con particolare riferimento al campo delle neuroscienze e si sta affermando come punto di riferimento a livello nazionale. Un percorso possibile grazie ad un approccio multidisciplinare e da una apertura sempre maggiore verso gli attori del territorio».
Ausilia è frutto della collaborazione tra MMLab – Multimedia signal processing and under standing lab del Dipartimento di ingegneria e scienza dell’informazione (DISI), CUnEdl – Centro universitario edifici intelligenti del Dipartimento di ingegneria civile, ambientale e meccanica (DICAM), MiRo – Gruppo di Meccanica e laboratori BIOtech dell’ateneo trentino.
A livello metodologico, il progetto è stato integrato con Abilita, il servizio per l’informazione e la valutazione degli ausili dell’Unità operativa di Medicina fisica riabilitativa dell’Ospedale riabilitativo di Pergine Valsugana che studia e aiuta nella scelta dei supporti per migliorare la quotidianità dei pazienti durante il ricovero e una volta tornati a casa.
Si compone di due strutture. La prima è un laboratorio di analisi e progettazione: uno spazio in cui vengono testate le diverse soluzioni domotiche proposte al fine di trovare formule personalizzate e in grado di rispondere alle esigenze del singolo utente. C’è poi l’appartamento: una vera abitazione allestita negli spazi di Villa Rosa in cui i partecipanti alla sperimentazione trascorrono alcuni periodi di vita quotidiana sotto monitoraggio, al fine di valutare le innovazioni introdotte.
L’esperienza è rivolta a persone che hanno riscontrato difficoltà a vivere in autonomia in casa e accettano di essere parte attiva dello studio. Nel contempo, rappresenta un’occasione di crescita e formazione per il personale sanitario che, partecipando al programma, può apprendere maggiori informazioni sulle esigenze e le possibilità dei pazienti.
Grande l’interesse dimostrato dagli imprenditori intervenuti anche da fuori provincia. «Non c’è una realtà che da sola può sviluppare quello che sta dietro ad Ausilia – ha sottolineato Paolo Comi, responsabile delle attività di ricerca di Italtel (Milano) –. Questo progetto non è frutto solo della tecnologia ma di questo modo di intendere il territorio: il Trentino è un ambiente fertile, in cui è facile fare impresa, e in più è aperto alle collaborazioni».
«Ad oggi i trend demografici ci dicono che il modello attuale di cura è insostenibile – ha sottolineato Giuseppe Conti, CTO dell’impresa Nively (Nizza-Francia) -. Quindi la creazione di nuovi modelli di assistenza per gli anziani è sicuramente un’opportunità a livello sociale ed economico». Maurizio Gianordoli, titolare di Social it (Trento) ha detto come «le figure medica e infermieristiche saranno sempre insostituibili ma la tecnologia aiuterà a migliorare la qualità del loro lavoro e quella dei pazienti».