In Veneto, nel 2017, la propensione delle imprese con dipendenti ad ospitare studenti in alternanza scuola-lavoro è stata del 17,3% (In Italia la quota si ferma all’11,9%), la più alta d’Italia, seguita a ruota dal Trentino, Alto Adige e Friuli Venezia Giulia. A livello settoriale mostrano propensione maggiore le imprese del Manifatturiero (14,8%) seguite dai Servizi (11,8%) e delle Costruzioni (8,1%).
«Una cosa è certa, nell’impegno a riallineare un sistema formativo disallineato e rafforzare il sistema dell’alternanza scuola-lavoro, il Veneto è leader in Italia» commenta Agostino Bonomo presidente di Confartigianato Imprese Veneto i dati dell’osservatorio di Confartigianato Imprese Veneto su alternanza scuola-lavoro.
Analizzando l’indagine nazionale per singole province, «primo e secondo posto sono occupati da Vicenza (19,3%) e Belluno (19,1%). Seguono Vercelli (19,0%), Pordenone (18,5%), Como e Treviso (entrambe con il 18,4%), Lecco (18,3%), Biella (17,9%) e Varese e Mantova (entrambe con il 17,7%). Nelle prime 10 posizioni ben tre sono occupate da nostri territori – sottolinea Bonomo -. Il Veneto è portato a un dialogo naturale tra scuola e lavoro. La Regione del Veneto, infatti, quindici anni fa è stata la prima in Italia a codificare l’alternanza scuola-lavoro come elemento strutturale dell’offerta formativa nel “sistema educativo”, provando a introdurla anche nei licei e negli istituti tecnici e professionali, ben prima che diventasse un obbligo nazionale. L’alternanza scuola lavoro costituisce un’opportunità straordinaria per trasformare il modo tradizionale di fare scuola integrando in compiti di realtà sapere e fare».
Rispetto a quanto accade negli altri Paesi europei, la strada da fare rimane molta. «Due sono in particolare le criticità che emergono dalla comparazione con altri sistemi nazionali – prosegue Bonomo -: in primo luogo si osserva che in Italia solo il 4,1% dei giovani under 30 studia o è in formazione e contemporaneamente lavora, quota che è quasi un quarto del 14,6% rilevato nell’Unione europea. Nel confronto tra i principali paesi europei si raggiunge la quota massima del 22,4% in Germania, un Paese che ha un modello di lunga tradizione di formazione duale che integra il percorso formativo scolastico con quello svolto in impresa».