Un patrimonio di 185,94 milioni di euro a valori di bilancio, un avanzo di gestione pari a 4,8 milioni di euro e 3 milioni di euro per l’attività erogativa 2018: sono questi i dati che emergono dal bilancio consuntivo 2017 della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, approvato dal consiglio di indirizzo della stessa Fondazione riunitosi lunedì 30 aprile sotto la presidenza di Roberta Demartin, che ha ringraziato per l’impegno profuso e il lavoro svolto il segretario generale Rossella Digiusto e tutti i collaboratori della Fondazione.
«I dati che emergono dal bilancio 2017 – commenta il presidente, Roberta Demartin – confermano il fondamentale ruolo della Fondazione per lo sviluppo del territorio, cui nel 2017 ha destinato un ammontare complessivo di 3.339.426 euro, suddivisi nei 430 progetti sostenuti. Tra questi, 81 progetti si riferiscono al settore del volontariato, filantropia e beneficenza per 1.239.789 euro, pari al 37% del deliberato totale; 142 progetti all’arte e attività culturali per 774.573 euro (23% del deliberato); 69 progetti all’educazione, istruzione e formazione per 703.292 euro (21% del totale deliberato); 28 allo sviluppo locale per un totale di 337.559 euro (10% del totale deliberato). Tra le restanti iniziative, relative agli altri settori ammessi, sono 90 quelle incentrate sulla crescita e formazione giovanile, per 175.720 euro».
«Relativamente al patrimonio – spiega il segretario generale di Fondazione Carigo, Rossella Digiusto – la Fondazione, che nel corso degli anni ha sempre registrato valori in crescita, così da garantire quel passaggio generazionale che è sancito negli Statuti delle Fondazioni, nel 2017 ha registrato un aumento del patrimonio del 2,5% rispetto all’anno precedente, pari a 4,57 milioni di euro a valori contabili e a 223,75 milioni di euro a valori di mercato, in aumento di oltre 21 milioni di euro (+10,4%) rispetto al 2016. È stato inoltre incrementato di oltre 700.000 euro il fondo di stabilizzazione delle erogazioni, che dispone oggi di complessivi 7,2 milioni di euro. Si tratta di risorse indispensabili per assicurare piena continuità all’attività erogativa in una prospettiva pluriennale».
In relazione al conto consuntivo, chiarisce Digiusto, «il 2017 è stato un anno positivo per l’economia globale e per i mercati finanziari, con una ripresa economica globale che si è mantenuta solida. I rendimenti a scadenza degli indici obbligazionari sono rimasti contenuti. In questo scenario le scelte di investimento adottate dalla Fondazione sono state premianti e le hanno permesso di conseguire i propri obiettivi reddituali, anzi di superarli, pur mantenendo una elevata attenzione alla gestione dei rischi di portafoglio. Un dato di grande rilievo che emerge dalle pagine del bilancio – prosegue – è anche quello della riduzione di oltre il 4% dell’incidenza dei costi di funzionamento e vicino al limite inferiore previsto nel documento programmatico previsionale».
Quanto al 2017, secondo la presidente di Fondazione Carigo Demartin «questo è stato un anno che non solo ha visto il rinnovo dei consigli di indirizzo e amministrazione e la nomina di un nuovo presidente, ma anche l’avvio di un percorso di riflessione nel mondo delle fondazioni, sul loro ruolo in una società che è mutata e muta profondamente ogni giorno. Le questioni che le società odierne devono affrontare, dalla crescente domanda di servizi da parte delle fasce più povere della società alla crescita e all’invecchiamento della popolazione ai cambiamenti climatici, rappresentano sfide inedite che fanno emergere molto spesso l’inadeguatezza degli strumenti e delle strategie su cui è stato costruito il modello europeo di sviluppo economico e di protezione sociale».
«In tale contesto – sottolinea Demartin – è ferma la convinzione che la Fondazione Carigo, così come le altre Fondazioni, può e anzi deve giocare una funzione essenziale nel sostenere un approccio pluralista allo sviluppo e alla diffusione dell’innovazione sociale attraverso nuovi strumenti competitivi ed innovativi volti a ripensare un’economia dove, per una volta, vincano tutti, anzi, tutti traggano benefici. Si tratta di un nuovo ruolo di regìa e di governance territoriale, che richiede un’evoluzione sia dal punto di vista dello svolgimento dell’attività filantropica sia da quello della gestione dei patrimoni, che deve portare contestualmente a cambiare la percezione che nella comunità isontina si ha della Fondazione: non più soggetto meramente erogatore, ma catalizzatore di risorse e progettualità».