Nasce Federagripesca Veneto dalla fusione tra Fedagri e Federcoopesca

Presidente è Fausto Bertaiola. Obiettivo migliorare la rappresentanza cooperativistica del settore primario a tutti i livelli istituzionali. 

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Cala il sipario su Fedagri e Federcoopesca, unione della Federazione Veneta delle Cooperative della Pesca, che assomma in Confcooperative Veneto 295 coop, 49.336 soci e un fatturato di 6 miliardi di euro.

Il nuovo presidente di Federagripesca Veneto è Fausto Bertaiola, già presidente di Confcooperative Verona, che resterà in carica 4 anni e che sostituisce Primo Anselmi alla guida della Federazione. Quest’ultimo ha assunto il coordinamento del settore cooperative comparto ortofrutticolo, mentre Marco Spinadin, ex presidente di Federcoopesca Veneto, diventa vicepresidente, dato che lo statuto prevede che presidente e vice provengano dai due comparti agricolo e pesca.

La nascita di Fedagripesca Veneto è stata tenuta a battesimo dal presidente nazionale di Fedagri Giorgio Mercuri e da quello nazionale di Fedagripesca, Paolo Tiozzo. «L’obiettivo principale – ha dichiarato Bertaiola – è migliorare l’attività di rappresentanza delle coop del settore primario verso gli interlocutori Regionali, Nazionali e Comunitari. Nel contempo rinnovare l’apertura di un dialogo e un confronto con tutte le altre associazioni e fornire risposte professionali e competenti ai bisogni delle singole associate».

«Era ormai ineludibile la necessità di allinearsi alle istituzioni, che già da tempo hanno accorpato in un’unica realtà tutto ciò che afferisce all’agroalimentare – precisa Bertaiola – perché le logiche di sviluppo e innovazione del settore vanno affrontate unitariamente». Ed è fondamentale, per Bertaiola, puntare al miglioramento delle relazioni con la Regione: «s’impone un cambiamento di rotta, dobbiamo partire dalle richieste del consumatore per tarare le nostre strategie sull’analisi del mercato, impostando la produzione sulla base del concetto di filiera. In passato si è lasciato troppo spazio all’improvvisazione, producendo senza tenere in considerazione quello che chiedeva il mercato. In un mercato libero e globale – precisa Bertaiola – non c’è spazio per l’estemporaneità e se decidiamo di confrontarci con la concorrenza solo sul piano del prezzo (senza puntare sul valore aggiunto della territorialità), abbiamo perso in partenza».