La spinta al rialzo del costo del petrolio taglia i consumi alla pompa, ma cresce la spesa per benzina e gasolio

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Benzina oltre 2 euro carissimi carburanti

Nel primo trimestre 2018 il prezzo medio della benzina è cresciuto dello 0,77% mentre il gasolio del 2,4%. Lo Stato ha incassato dai carburanti 8,116 miliardi di euro: troppi.

I consumi di benzina e gasolio auto nel primo trimestre 2018 continuano a calare. Dopo una contrazione dell’1,1% in gennaio e dello 0,4% in febbraio, in marzo vi è stato un nuovo calo dell’1,2%, mentre il consuntivo dei primi tre mesi chiude con un calo dello 0,9%.

Parallelamente, aumenta la spesa delle famiglie e delle imprese italiane per l’acquisto di questi carburanti, anche se lievemente. In gennaio la maggior spesa è stata dell’1,3%, in febbraio dell’1,4% e in marzo dello 0,1%, mentre nel primo trimestre complessivamente considerato la spesa è salita dello 0,9%.

I consumi calano e la spesa aumenta per la semplice ragione che stanno aumentando i prezzi del greggio a causa delle tensioni internazionali e, conseguentemente, anche i prezzi alla pompa. Secondo l’elaborazione del Centro Studi Promotor sui dati ufficiali del ministero dello Sviluppo economico, nel periodo gennaio-marzo il prezzo medio ponderato alla pompa della benzina è salito da 1,546 euro al litro a 1,558 euro con un incremento dello 0,77%. Più consistente l’incremento per il gasolio auto il cui prezzo, tra i due periodi, è salito da 1,398 euro a 1,432 euro con un incremento del 2,4%.

Il bilancio economico dei primi tre mesi vede la spesa attestarsi a quota 13,070 miliardi (12,947 nello stesso periodo del 2017). La cifra è imponente ed è costituita per ben 8,116 miliardi da imposte (8,154 nel primo trimestre 2017), cioè da Iva e accise che affluiscono nelle casse dell’Erario, e da 4,954 miliardi (4,794 nel primo trimestre 2017) che vanno alla produzione e alla distribuzione dei due carburanti.

Per una realtà come quella Italiana che ambisce ad essere turistica e al rilancio della propria economia, dovrebbe agire seriamente su un taglio deciso al prelievo fiscale gravante sui carburanti, equiparandolo almeno alla media europea. Avere carburanti con prezzi più bassi rilancia la competitività delle imprese e amplifica l’attrattività turistica del Belpaese, visto che la stragrande maggioranza dei turisti arriva motorizzato e sulla scelta della destinazione turistica pesa (non poco) anche il costo del viaggio.