Approvato il bilancio 2017 con oltre 4,5 milioni di fatturato e attivo di oltre 0,5 milioni. Scopa: «un buon inizio. Ora guardiamo a consolidare quest’esperienza invidiata anche da altre realtà».
I 24 delegati che compongono l’assemblea dei soci di Sanifonds, il fondo sanitario integrativo attivo in Trentino, in rappresentanza dei dodici enti fondatori, hanno approvato all’unanimità il bilancio 2017 del Fondo, il cui valore complessivo raggiunge di 4.550.000 euro. Il consuntivo comprende anche i rimborsi erogati lo scorso anno agli iscritti, pari a 2.250.000 euro, che si aggiungono al 1.900.000 euro del 2016. L’avanzo di gestione del Fondo, raggiunge, grazie al progetto di efficientamento dei costi, favorito dal massiccio ricorso alla digitalizzazione, i 543.000 euro.
L’assemblea ha inoltre rinnovato il consiglio di amministrazione, come previsto dallo statuto allo scadere dei cinque anni di mandato del “vecchio” consiglio eletto nel 2013, e nominato il nuovo collegio sindacale. Il nuovo consiglio si compone di 14 persone, di cui 6 in rappresentanza della parte datoriale (il settimo verrà nominato nei prossimi giorni da parte della Provincia di Trento) e 7 di quella sindacale. Il collegio, invece, conta tre esponenti, scelti tra i delegati dell’assemblea.
Il consiglio nominerà il nuovo presidente e il vicepresidente nel corso della prima seduta, prevista nei prossimi giorni. In conformità con il principio di alternanza, dopo il primo biennio di presidenza di Roberto De Laurentis, quale espressione della parte datoriale, il presidente verrà nominato tra i consiglieri di parte sindacale e il candidato favorito dovrebbe essere Giampaolo mastrogiuseppe della Cgil Trentino.
I nuovi consiglieri sono Massimiliano Patauner (Confesercenti del Trentino), Carlo Casari (Confcommercio-Imprese per l’Italia del Trentino), Alessandro Tamanini (Assocazione artigiani e piccole imprese della Provincia di Trento), Osvaldo Debertol (Asat), Michele Odorizzi (Cooperazione trentina), Andrea Marsonet (Confindustria Trento), Gianni Tomasi (Uil del Trentino), Silvia Bertola (Uil del Trentino), Giampaolo Mastrogiuseppe (Cgil del Trentino), Paolo Burli (Cgil del Trentino), Lorenzo Pomini (Cisl del Trentino), Milena Sega (Cisl del Trentino), Maurizio Speziali (Cisl del Trentino). I nuovi componenti del Collegio sindacale, invece, sono Alessandro Tonina, Lorenzo Saiani e Romeo Dallachiesa.
«Abbiamo auto un ottimo avviamento, se si conta che nei primi due anni di attività del fondo siamo passati da 2.500 iscritti agli odierni oltre 35.000 – dice il direttore Alessio Scopa -. Siamo partiti con le adesioni da parte dei lavoratori degli enti pubblici e ora ci apriamo progressivamente anche a quelli del settore privato. Da pochi giorni abbiamo previsto anche la possibilità di estendere volontariamente le prestazioni erogate dal Fondo ai familiari degli aderenti, previo il pagamento di una piccola quota annuale di 128 euro/anno per coniuge e figli maggiorenni e 78 euro/anno per i figli minorenni. Per il dipendente la quota di adesione, sempre di 128 euro/anno, è versata dal datore di lavoro».
Secondo Scopa la «sfida di Sanifonds per il futuro è essere attrattivi con un’offerta migliorativa rispetto a quella dei fondi nazionali di comparto, grazie alla possibilità di ritagliare le nostre prestazioni sulle specifiche realtà locali, visto che l’autonomia speciale consente un nomenclatore sanitario più ampio rispetto a quello di altre realtà. Il nostro obiettivo è di ripetere il successo conseguito da Pensplan nel campo della previdenza integrativa».
Da parte della Provincia di Trento c’è forte interesse a “spingere” le adesioni dei lavoratori e dei loro familiari al fondo locale perché, come sottolinea il direttore di Sanifonds, «i contributi versati sono trattenuti in loco invece di essere versati fuori provincia, con inevitabili ricadute sul tessuto finanziario locale, visto che il bilancio dell’ente è alimentato dal gettito fiscale locale».
Sanifonds è stato il primo fondo sanitario integrativo territoriale a partire in Italia: «si tratta di un’esperienza unica che ora ci viene chiesta anche dalle altre regioni – dice Scopa -. La provincia di Bolzano partirà con un proprio fondo entro quest’anno, mentre la Val d’Aosta ci ha chiesto collaborazione per estendere i nostri servizi anche ai loro residenti. Anche Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, nell’ambito del processo di maggiore autonomia richiesta allo Stato, hanno chiesto di potere attivare fondi sanitari locali. In questo scenario, sarebbe utile che si andasse oltre i confini di una singola regione, magari avere un ottica più ampia, come quella del NordEst o del Nord Italia. Il nostro è un servizio privo di scopo di lucro, non profit, e tanto maggiore è il numero degli aderenti, tanto minore è il peso dei costi fissi di funzionamento, con la possibilità di ampliare i servizi erogati riducendo anche il rischio operativo, magari anche alla non autosufficienza che sarà la sfida del futuro. In ogni caso, noi ci siamo e siamo pronti a collaborare con tutti».