Ad Euroflora di Genova il bilancio del settore florovivaistico

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Il settore del “Made in Italy” genera 832 milioni di euro di export. 

Mai così tanti fiori, piante e bulbi “Made in Italy” hanno abbellito case, parchi e giardini in tutti i continenti con le esportazioni dei prodotti della floricoltura nazionale che nel 2017 segnano il record storico di quasi 832milioni di euro con una crescita del 28,3% negli ultimi 10 anni. E’ quanto emerge da un’analisi di Coldiretti su dati Istat in occasione di Euroflora, la principale fiera italiana del florovivaismo in Italia.

Dopo il crollo dell’export registrato all’inizio della crisi nel 2008 si assiste oggi a una decisa ripresa dell’interscambio con l’estero con la bilancia commerciale positiva per oltre 283 milioni di euro. Una corsa che sembra confermata anche all’inizio del 2018 con una crescita delle esportazioni del 21,5% nel solo mese di gennaio. Si tratta di un segnale importante per un settore che solo in Italia vale complessivamente oltre 2,5 miliardi di euro e conta 100.000 addetti su 27.000 aziende, diffuse su tutto il territorio nazionale ma con distretti importanti in Toscana, nel Lazio e in Liguria.

Ad essere richiesti all’estero – precisa la Coldiretti – sono soprattutto piante, alberi, arbusti e cespugli da esterni, a scopo ornamentale che, complessivamente, rappresentano i tre quarti delle esportazioni. Ma vanno forte anche le fronde recise, i ranuncoli, i garofani e i tulipani come quelli del primo giardino italiano “pick your own” aperto a Cornaredo (in provincia di Milano) dove i consumatori possono entrare e cogliere personalmente scegliendo fra 350.000 fiori per 312 varietà differenti.

Per valorizzare la produzione “Made in Italy” è stata ideata anche l’etichetta “Piante e fiori d’Italia” perché Coldiretti ritiene importante che anche nel settore florovivaistico il prodotto italiano possa essere riconosciuto e scelto da consumatori ed addetti ai lavori, in coerenza con il processo di trasparenza ormai da anni in corso nel settore agroalimentare, mentre per le piante aromatiche in Veneto è stata lanciata anche l’etichetta “parlante” con il QR code attraverso la quale, usando un qualsiasi cellulare avanzato, è possibile avere informazioni su luogo di coltivazione, nome del produttore, le caratteristiche della pianta, i suoi utilizzi anche le soluzioni migliori per posizionarla all’esterno o all’interno dell’abitazione perché il verde – spiega la Coldiretti – sta diventando sempre più non solo un elemento di arredo ma una vero e proprio indicatore di qualità e stile di vita con una accresciuta sensibilità ambientale dei cittadini a livello globale che si realizza nelle case e nell’arredo urbano delle città ma è anche il frutto dell’importante azione svolta dal verde nel contenimento.

Una rilevanza riconosciuta anche nell’ultima manovra finanziaria con l’approvazione del bonus fiscale del 36% su tutti gli interventi per giardini e terrazzi, privati e anche condominiali. Si tratta – sostiene la Coldiretti di una misura importante per favorire la diffusione di parchi e giardini in città capaci di catturare le polveri e di ridurre il livello di inquinamento. Una pianta adulta è capace di catturare dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili, un ettaro di piante elimina circa 20 chili di polveri e smog in un anno. Il verde urbano in Italia però rappresenta appena il 2,7% del territorio dei capoluoghi di provincia (oltre 567 milioni di metri quadrati) con una media nazionale di appena 31,1 metri quadrati per abitante, in base dell’ultimo rilevamento Istat. La situazione è più difficile nelle metropoli che hanno una disponibilità di spazi verdi che va dagli appena 15,9 metri quadrati di verde urbano per abitante a Roma ai 17,2 di Milano fino a 21 di Torino.