Assemblea di Mediocredito Trentino Alto Adige: bilancio approvato all’unanimità

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Utile netto a 3,2 milioni di euro, portafoglio crediti alle imprese in bonis a 1 miliardo (+1,8%), forte contrazione dei crediti deteriorati (-19,5%). Coefficiente di solidità (total capital ratio) al 18,51%.

L’assemblea dei soci di Mediocredito del Trentino Alto Adige ha rinnovato il consiglio di amministrazione ed il collegio sindacale per il prossimo triennio. Confermati il presidente Franco Senesi e il vice presidente Michael Grüner.

I membri in consiglio di amministrazione passano da 13 a 11: Andrea Bologna e Cristina Odorizzi sono i nuovi nominati, mentre sono confermati Hansjőrg Bergmeister, Giovanni Dies, Zenone Giacomuzzi, Giorgio Marchiodi, Stefano Mengoni, Lorenzo Liviero e Katrin Teutsch. Nel collegio sindacale confermate le nomine della presidente Astrid Marinelli e del sindaco Renato Beltrami. Entra come nuovo sindaco Patrik Bergmeister.

Negli interventi degli azionisti, espresso l’apprezzamento per i risultati raggiunti. «Mediocredito si conferma banca del territorio e delle imprese, un solido riferimento per l’economia locale – ha detto Senesi ringraziando per le dichiarazioni di stima -. Questa è una azienda che ha prodotto nel tempo ricchezza per il territorio. Nel decennio 2008-17, Mediocredito ha realizzato utili netti per 29,5 milioni, distribuito dividenti per 28,6 milioni e pagato 32,6 milioni di imposte, che in gran parte rimangono in loco».

L’Assemblea ha approvato all’unanimità il bilancio 2017 che chiude con 3,2 milioni di euro di utile netto. «La banca riprende a distribuire dividendi ai propri azionisti pubblici e privati – prosegue Senesi -. La proposta di destinazione dell’utile netto di esercizio, approvata in Assemblea dei soci, vede da un lato un rafforzamento del patrimonio della banca e dall’altro la distribuzione agli azionisti di dividenti per complessivi 1,574 milioni di euro».

«Nel 2017 – afferma il direttore, Diego Pelizzari – abbiamo migliorato in modo sensibile la redditività e l’efficienza della banca, consolidando i volumi complessivi di attività». I finanziamenti concessi hanno raggiunto i 267 milioni, le erogazioni hanno sfiorato i 240 milioni. Il Trentino Alto Adige rimane l’area di maggior interesse della banca con un flusso di nuovo credito pari a circa il 37% del totale. In crescita le aree dell’Emilia Romagna e della Lombardia.

A livello settoriale spicca il settore manifatturiero, che rappresenta da anni il fulcro d’attività della banca, al quale è stato destinato il 42% del nuovo flusso di credito. I crediti alle imprese in bonis raggiungono quota 1.009 milioni (+1,8%) con il portafoglio crediti del comparto manifatturiero cresce che del 12,4%. I crediti deteriorati registrano una forte contrazione (-19,5%) riscontrabile anche nelle sofferenze (-11,3%). Questo virtuoso risultato ha portato a ridurre l’incidenza dei crediti deteriorati lordi, rispetto al totale del portafoglio crediti complessivo, di ben 3 punti percentuali, passando al 13,9% da un 16,8% di dicembre 2016.

«Migliora anche l’indice di copertura del portafoglio deteriorato – spiega Pellizzari – altro indice di efficienza in miglioramento, che cresce di 7 punti percentuali passando da 34,0% ad un 41%». La provvista non ha presentato particolari criticità ed i nuovi flussi, per 394 milioni di euro, sono per lo più rappresentati da depositi, ottenuti in larga parte dalle Casse Rurali, Raiffeisen, Bcc e da nuovi tiraggi dalla Banca Centrale Europea (TLTRO-II) e da Cassa Depositi e Prestiti.

Sempre secondo pellizzari «il 2017 è stato un anno di ripresa significativa del margine di interesse (+46,2%, che corrisponde a 6 milioni di euro), anche il margine di intermediazione cresce del 40% circa». Infine, il contenimento dei costi di gestione (-1,5 milioni di euro) ed una plusvalenza per la cessione di un immobile (+1,8 milioni di euro), hanno portato ad un risultato lordo di gestione che supera i 16 milioni di euro, contro i 5,6 milioni di euro del 2016.

Il recupero di efficienza è evidenziato dal rapporto “cost to income”, che raggiunge il 42,2% rispetto dal 67,8% del 2016. Il risultato al lordo delle imposte, pertanto, ha superato i 4 milioni di euro, mentre quello al netto delle imposte sfiora i 3,2 milioni di euro.