L’Ordine nazionale dei Commercialisti ha elaborato un’analisi di come i contribuenti italiani indirizzano le loro scelte a favore delle organizzazioni del terzo settore e della ricerca scientifica.
Sono 54.996 gli enti del terzo settore e i comuni destinatari di una quota del 5 per mille 2016 per un ammontare complessivo di quasi 500 milioni di euro (491.636.307 euro). A parte i comuni e le associazioni sportive dilettantistiche che complessivamente hanno assorbito il 5,7% del totale, la parte più consistente è appannaggio degli enti del volontariato e di quelli della ricerca scientifica e/o sanitaria. I primi raccolgono 314.689.624 euro con una media di 7.985 euro a testa, mentre ai secondi vanno 149.125.605 euro con una media, però, più elevata e pari a 298.849 euro.
Nel 2016, complessivamente sono 14.114.642 gli italiani che hanno scelto di destinare una quota del 5 per mille dell’Irpef agli enti del terzo settore e ai comuni. A fronte di una media generale di 8.939 euro, si registra una mediana di 1.451 euro a causa della concentrazione dei valori in poche grandi organizzazioni. Basti pensare che i primi 127 enti in classifica assorbono il 50% del totale assegnato, mentre solo 323 enti superano i 100 mila euro. Infine, ben 1.957 enti, regolarmente iscritti in elenco, non hanno ricevuto alcuna scelta per il 5 per mille. Vi è da dire, inoltre, che 3.321 enti raccolgono meno di 100 euro e ben 22.097 enti raccolgono non più di 1.000 euro a testa.
La quota di 5 per mille destinato per scelte espresse è pari a 431.207.184 euro, mentre la quota relativa alle scelte generiche (cioè laddove è apposta la firma ma non è indicato il codice fiscale dell’ente destinatario) è pari a 60.429.124 euro. Questa quota viene ripartita tra gli enti sulla base del peso percentuale delle scelte esplicite. Ciò ha come diretta conseguenza che gli enti che ricevono maggiori scelte esplicite riescono a catturare la maggior parte di tale quota residuale.
Infine, v’è da dire che nel 2016, l’Irpef netta complessiva è stata pari a 156 miliardi di euro ed è stata dichiarata da 30,8 milioni di contribuenti. Ciò vuol dire che il 5 per mille massimo destinabile, laddove tutti i contribuenti avessero effettuato la scelta, è pari a 780 milioni di euro, mentre, come è noto, la somma disponibile è pari a 500 milioni di euro (stabilizzazione del 5 per mille con la legge 190/2014 che ha portato a 500 milioni i fondi disponibili ogni anno per la ripartizione). Di fatto, rispetto al 2015 si registra un incremento di 11 milioni di euro che sfiora praticamente la soglia massima consentita di 500 milioni di euro.
È interessante osservare, inoltre, come i contribuenti che hanno scelto di destinare il 5 per mille dell’irpef 2016 a un ente no profit sono pari al 57% dei contribuenti con Irpef netta superiore a 790 euro (pari a 24,9 milioni), mentre l’importo totale di irpef netta destinata agli enti è pari al 63% di quella massima teorica calcolata se tutti avessero effettuato la scelta.
Rispetto al 2015, le scelte dei contribuenti italiani a favore del 5 per mille per gli enti no profit sono aumentate dell’1,9%. La crescita più elevata ha riguardato le associazioni sportive dilettantistiche (+11%), mentre il numero di comuni destinatari del 5 per mille 2016 è calato del 2,9%. Buono il trend degli enti della ricerca scientifica/sanitaria (+3,3%), mentre risulta inferiore alla media ma pur sempre positivo il tasso di crescita delle scelte a favore degli enti del volontariato (+1,3%).
Gli enti attivi nel CentroNord assorbono l’89,4% del 5 per mille totale, mentre a quelli del Sud restano il 10,6%. La Lombardia assorbe il 36,9% del 5 per mille 2016, seguita dal Lazio con il 19,4%. Lombardia e Lazio insieme assorbono il 56,3% del totale. Ciò dipende, ovviamente, dal fatto che le principali organizzazioni no profit hanno la propria sede a Milano o a Roma. Inoltre, si segnala la crescita più elevata degli enti residenti in Sardegna (+9,2%), nella provincia autonoma di Bolzano (+6,9%) e in Emilia Romagna (+5,8%).
Tra gli enti del volontariato, i primi 10 raccolgono 58,4 milioni di euro. In testa c’è Emergency con sede a Milano che raccoglie 13.547.812 euro. Tra gli enti della ricerca scientifica e/o sanitaria, i primi 10 raccolgono 105,6 milioni di euro, con in testa l’Associazione italiana per la ricerca sul cancro con sede a Milano che raccoglie 64.497.034 euro. Tra le Asd, i primi 10 raccolgono 359.457 euro, con al primo posto “Falcone associazione sportiva dilettantistica” con sede a Napoli che raccoglie 56.298 euro. Infine, tra i comuni i primi 10 raccolgono 1.428.348 euro e in testa svetta Roma con 372.251 euro.