H-Campus: avvio lavori posticipato a inizio 2019 causa burocrazia cieca e cervellotica

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La commissione regionale VIA del Veneto decreta l’assoggettabilità del progetto nonostante due anni di trattative con tutti i soggetti interessati che hanno condiviso il progetto. Comprensibile lo scoramento del fondatore Donadon.

La coda del diavolo burocratico ha colpito nuovamente, stavolta infilzando un progetto di notevole interesse pubblico e culturale promosso interamente da soggetti privati con propri capitali, H-Campus promosso dal più noto incubatore d’imprese e di nuove tecnologie H-Farm attiva a Roncade di Treviso.

La commissione Via della regione Veneto dopo mesi di tira e molla e dopo un iter amministrativo già durato due anni ha deliberato che tutto il progetto del nuovo campus deve essere soggetto alla procedura di impatto ambientale, con ciò imponendo un rallentamento del programma di almeno un anno sui tempi previsti. Una decisione che ha gettato nello scoramento il fondatore di H-Frarm, Riccardo Donadon, che ha fatto una serie di riflessioni molto amare su come la burocrazia faccia l’impossibile per rallentare la crescita e lo sviluppo del territorio.

«Siamo partiti con il processo autorizzativo per la realizzazione di una scuola, anzi di più, di un intero Campus dedicato ai giovani e alla formazione l’8 febbraio 2016 – esordisce Donadon -. Abbiamo ricevuto tutti i pareri positivi dagli Enti competenti. Abbiamo seguito le indicazioni che le istituzioni ci hanno dato, risposto alle richieste, cercato di venire incontro a ogni istanza del territorio perché quest’opera fosse un’opportunità per risolvere nodi rimasti ingarbugliati per anni. Nonostante questo, a distanza di più di due anni dal quel primo atto formale siamo ancora ad aspettare».

Il progetto di costruire un campus internazionale senza eguali è bloccato dalla «frantumazione delle competenze burocratiche, che blocca, paralizza tutto» commenta amaro Donadon. «Sono innervosito dalla cecità di chi ci circonda che ancora ci vede come “quelli che fanno le startup”, ma non hanno capito che oggi siamo una realtà di oltre 500 persone, che paga 20 milioni di euro all’anno di stipendi, formata non da ragazzini, ma da uomini e donne che lavorano, che hanno una famiglia e che sono il presente e futuro del nostro Paese. Sono veramente tanto deluso – continua il Fondatore -, stiamo parlando di 65 milioni di euro, di 350 operai del territorio che stanno aspettando per costruire, ma come si fa… a bloccare la costruzione di una scuola. In questi mesi in tante occasioni sono rimasto allibito da come la burocrazia abbia svilito il lavoro dei 22 professionisti che ci stanno accompagnando in questo percorso, senza avere l’attenzione di approfondire veramente il nostro lavoro. Abbiamo protocollato oltre 1.000 pagine a sostegno del nostro progetto e onestamente credo che pochi le abbiano mai lette».

La decisione della Commissione VIA giunge nonostante un percorso di confronto e un processo autorizzativo cominciato più di due anni fa, l’8 febbraio 2016, «che ha ricevuto da subito, da parte del Governatore e della Regione Veneto, l’Interesse Strategico Regionale dati gli elementi di forte sostenibilità e il positivo e importante impatto economico e sociale sul territorio. Anteo, spin-off di Ca’ Foscari ha certificato una ricaduta operativa sul territorio circostante al campus di oltre 8.7 milioni di euro all’anno – continua Donadon ricostruendo l’iter autorizzativo di H-Campus -. Il progetto è condiviso con la Regione Veneto e le amministrazioni dei comuni di Roncade e Quarto d’Altino sul finire del 2015; ha visto seguire l’Accordo di programma che ne ha sancito la fattibilità e una completa VAS (Valutazione Ambientale Strategica) con esito favorevole. Nel novembre scorso, H-Farm e Cattolica Immobili hanno scelto autonomamente, in un’ottica di totale trasparenza, di avviare la Procedura di verifica di assoggettabilità a VIA per certificare in maniera definitiva l’assenza di impatti negativi sul territorio e sbloccare la situazione e uscire così da un ingarbugliato iter burocratico. Tutti gli enti hanno espresso parere favorevole, ben 25 pareri, 7 dal solo Genio Civile in merito alle tematiche idrauliche, per demolire un’assurda tesi di onda di tsunami dal fiume Piave che dopo 14 km di distruzione e morte arriverebbe a bagnare le scarpe dei bambini del campus che ovviamente sarebbero tranquillamente lasciati a casa o evacuati prontamente sui tetti della scuola come concordato nel piano redatto ed approvato dalla Protezione Civile».

Per Donadon tutto questo peregrinare di carte e di bolli «non è bastato: dallo scorso gennaio, mese in cui la Commissione avrebbe dovuto esprimersi, è iniziato un valzer di proroghe che si è concluso solo oggi con il parere negativo e l’obbligo di assoggettabilità a VIA. Una decisione che fa slittare un’opportunità di crescita e cambiamento concreta per il Paese, spostando l’avvio dei lavori a data da destinarsi, ma che, se fosse stata espressa entro i tempi annunciati, avrebbe potuto drasticamente limitare i ritardi. Una decisione amara dato che si sta parlando di rallentare la costruzione di una scuola, di un polo di formazione innovativa, che oltre a portare benefici a tutto il territorio, in termini di indotto, aggrega tanti giovani talenti, tanto necessari oggi per soddisfare l’enorme necessità di personale qualificato nel settore dell’innovazione nel fitto tessuto imprenditoriale regionale».

Amara la conclusione di Donadon: «sono curioso di vedere cosa farà ora la commissione VIA di tanto diverso da quanto fatto fino ad oggi, perché non credo che ci possano essere questioni da noi sottovalutate visto che è nostro primario interesse garantire i nostri studenti. Sono quindi spaventato da quello che probabilmente sarà un inutile balletto che rischia di rallentare ulteriormente la possibilità per oltre 1.000 studenti di avere accesso ad un polo di innovazione e di cultura unico non solo in Italia, ma anche in Europa. In parallelo ora valuteremo se spostare questi 65 milioni di investimenti nell’area di Milano che sarebbe entusiasta di accoglierci anche se sarebbe un enorme sconfitta per il mio territorio per il quale forse provo un amore esagerato. Ma spero che alla fine qualcuno abbia un sussulto di dignità e sconfigga il mostro della burocrazia».