Sudtirolesi all’estero potranno contare sulla tutela consolare dell’Austria

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Se il governatore Kompatscher si dichiara soddisfatto, Urzì (Fratelli d’Italia) parla di «ennesima provocazione del governo austriaco nei confronti dell’Italia». 

Il governo austriaco ha presentato al Parlamento nazionale la proposta di legge sulla tutela consolare. Si tratta dell’applicazione di una direttiva europea che prevede che ogni cittadino europeo abbia il diritto di godere della protezione delle autorità diplomatiche e consolari di qualsiasi Stato membro dell’UE, nei paesi in cui lo Stato di cui ha la cittadinanza non è rappresentato. Oltre a ciò, il provvedimento del governo di Vienna inserisce la tutela consolare anche per le popolazioni che provengono da territori dove l’Austria svolge una propria funzione di tutela prevista dal diritto internazionale.

Chiaro, ed esplicito, il riferimento ai sudtirolesi di madrelingua tedesca e ladina. «In questo modo – commenta soddisfatto il presidente della Provincia, Arno Kompatscher – ci sarà la possibilità di rivolgersi, in caso di necessità, non solo al Consolato italiano in un paese della UE, ma anche al Consolato austriaco. Si tratta di un’opzione interessante, soprattutto perché viene garantito l’utilizzo della propria madrelingua».

Per un Kompatscher che si dice soddisfatto, c’è la destra italiana che parla di «ennesima provocazione del governo austriaco». Per il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Alessandro Urzì, «se l’Italia non era stata informata prima il fatto sarebbe gravissimo, se il Governo italiano era stato informato e non ha ritenuto necessario assumere alcuna posizione, il fatto è ancora più grave.

L’iniziativa con cui il Governo austriaco ha esteso oggi di fatto i suoi servizi consolari, esercitati in un qualunque paese del mondo, ai cittadini italiani residenti in Alto Adige (ma solo se “tedeschi” o “ladini”), sconfina nel campo del riconoscimento di diritti tipici della cittadinanza. Si tratta quindi del primo passo formale per il riconoscimento della doppia cittadinanza».

Secondo Urzì «se oggi l’Austria considera automatica l’erogazione di propri servizi tipici, derivanti proprio dalla cittadinanza, ai cittadini di uno stato diverso, agli italiani “tedeschi” o “ladini”, cosa dovrebbe domani impedire l’attribuzione completa della stessa cittadinanza e dopodomani la rivendicazione della piena sovranità sull’Alto Adige? Quello austriaco – prosegue Urzì – è un atto di aggressione unilaterale all’Italia, sul piano proprio della sovranità, che peraltro smentisce con una superficialità assolutamente preoccupante le assicurazioni fornite solo poche settimane fa dallo stesso Governo di Vienna che aveva annunciato l’intenzione di procedere solo d’intesa con il Governo italiano a qualsiasi misura che incidesse sulle relazioni bilaterali e sui diritti di cittadinanza dei residenti in Alto Adige».

Secondo l’esponente di Fratelli d’Italia «la misura avrà un valore assolutamente simbolico e sarà di fatto impraticabile. Per ottenere i servizi dal consolato austriaco in un qualunque altro paese del mondo bisognerà dimostrare non solo di essere residenti in Alto Adige ma anche di essere “tedeschi” o “ladini”. Come si potrà dimostrare questa “patente”? Il Governo austriaco pensa anche ad una classificazione dei cittadini con cittadinanza italiana residenti in Alto Adige sulla base del grado di purezza “razziale” o “etnico/linguistica”? Una follia, nell’anniversario dell’Anschluss hitleriano (un Anschluss oggi vaneggiato in modo non confessato per l’Alto Adige) che sconfessa la quietanza liberatoria rilasciata nel 1992 dall’Austria e che certificava l’Autonomia come il punto finale della controversia internazionale aperta di fronte all’Onu e che ha visto Italia e Austria contrapposte per decenni. Oggi l’autonomia diventa per il governo ultranazionalista di Vienna un punto di passaggio. Superabile, oggi con l’estensione dei diritti consolari, domani con la doppia cittadinanza, dopodomani con la possibile richiesta della sovranità su una provincia italiana abitata da una maggioranza di cittadini austriaci».