Cambio al vertice del sistema delle 15 associazioni provinciali di Confindustria con il più alto tasso di industrializzazione.
E’ il pratese Andrea Cavicchi a succedere a Pietro Ferrari nel ruolo di coordinatore del Club dei 15, il sistema delle associazioni provinciali di Confindustria con più alto tasso di industrializzazione. Alla meccanica rappresentata da Ferrari (divenuto nel frattempo presidente di Confindustria Emilia-Romagna) subentra il tessile, settore anche questo ben presente nell’ambito del Club.
Andrea Cavicchi, classe 1965, sposato e padre di tre figli, è diplomato perito tessile e laureato in architettura. Ha una lunga esperienza nelle attività tessili della famiglia, che fanno capo al gruppo Furpile. E’ stato presidente dell’Unione Industriale Pratese dal 2012 fino alla fusione della stessa Unione, assieme alle Confindustrie di Pistoia e Lucca, in Confindustria Toscana Nord; della nuova associazione Cavicchi è stato presidente dal gennaio 2016 al maggio 2017. E’ stato vicepresidente di Confindustria Toscana, presidente per due mandati del Museo del tessuto di Prato, dal 2017 è vice presidente di Pitti Immagine e dal 2015 è presidente del Centro di Firenze per la moda italiana.
Il passaggio del testimone è avvenuto a Reggio Emilia, nel corso di un incontro in cui è stato commemorato anche Giovanni Messori, recentemente scomparso e per molti anni a capo del coordinamento tecnico del Club.
Il “Club dei 15” di Confindustria svolge la sua funzione in territori che si caratterizzano per avere la più alta incidenza del manifatturiero nella formazione del Pil: aree, quindi, in cui le necessità e le opportunità della “fabbrica” sono particolarmente sentite e sensibili. I progetti del Club sono incentrati in particolare sull’education e sull’internazionalizzazione, più recentemente anche sul credito e la finanza.
«Il “Club dei 15” è un ottimo strumento operativo, agile e mirato sugli obiettivi che stanno più a cuore alle imprese manifatturiere – ha dichiarato Andrea Cavicchi -. I miei predecessori, a cominciare da Pietro Ferrari a cui va il ringraziamento mio personale e di noi tutti, hanno impostato correttamente la sua attività, realizzando iniziative specifiche che integrano quanto già fanno le associazioni confindustriali e la stessa Confindustria. Il manifatturiero è elemento centrale nell’economia italiana e i nostri territori ne sono la massima espressione: contesti ideali, quindi, per realizzare progetti pensati appositamente per realtà con spiccata vocazione industriale».