Le aziende dell’Emilia Romagna guardano a Hong Kong, porta d’accesso privilegiata al mercato cinese

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A Bologna un incontro per mettere le basi per la creazione di un punto di riferimento per le imprese regionali, in particolare della filiera agro-industriale. Costi: «puntiamo a intensificare le relazioni con istituzioni, università e centri dell’innovazione di questa importante area». 

Hong Kong porta d’accesso per la conquista del mercato cinese. L’Emilia-Romagna avvia un percorso per la creazione di un hub per le imprese emiliano-romagnole, in particolare della filiera agro-industriale, all’interno del Parco tecnologico e scientifico di Hong Kong per realizzare le condizioni ottimali affinché il sistema economico produttivo regionale possa avere un più facile accesso al mercato cinese.

È quanto emerso dall’incontro, promosso dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, che si è tenuto a Bologna tra Regione, imprese, università, associazioni di categoria, centri di ricerca e istituti di credito con i rappresentanti di InvestHK, il dipartimento governativo della regione amministrativa speciale di Hong Kong (HKSar) per l’attrazione di investimenti diretti esteri.

Durante l’incontro di lavoro, introdotto dal capo di gabinetto della presidenza della Regione, Andrea Orlando, il vice direttore generale di InvestHK, Jimmy Chiang, accompagnato dal rappresentante per l’Italia, Stefano De Paoli, ha approfondito le possibilità di investimento che da Hong Kong vanno verso il mercato cinese, in particolare nel settore agro-industriale. Opportunità e strategie sono state illustrate anche da Ruben Sacerdoti, del servizio regionale attrattività e internazionalizzazione, Claudia Laricchia, di Future Food Institute e Antonio D’Angiò, di Unicredit.

Il ruolo crescente, sostenuto da Pechino, di Hong Kong come hub per le relazioni tra ricerca e impresa e in particolare la posizione strategica del HKstp (Hong Kong science & technology park), favoriscono l’insediamento di soggetti internazionali in grado di incrementare l’internazionalità dell’arcipelago verso il business con il continente cinese.

«Continua il percorso concreto, tracciato dalle politiche di internazionalizzazione della Regione, di penetrazione del sistema economico imprenditoriale emiliano-romagnolo nei mercati orientali. E con questo obiettivo puntiamo a creare e intensificare relazioni stabili con le istituzioni, le università e i centri dell’innovazione di Hong Kong», ha affermato l’assessore regionale alle attività produttive, Palma Costi.

La Regione ha rapporti consolidati con la Cina e in particolare con la “Great bay area” del “Pearl river delta”, cioè la provincia del Guangdong, Macao e Hong Kong, relazioni che si sono ulteriormente rafforzate grazie anche alla missione di sistema economico imprenditoriale dell’Emilia-Romagna realizzata lo scorso anno.

Tra i settori di maggior interesse per il mercato cinese c’è la “food innovation” e le implicazioni che le nuove tecnologie hanno in termini di sicurezza alimentare, produttività e corretta alimentazione. Innovazione in primis ma anche trasferimento tecnologico nella lavorazione del cibo, catena del freddo, meccanica agricola e logistica alimentare, tutti settori in cui le imprese del sistema Emilia-Romagna sono leader a livello internazionale.

Il punto di riferimento potrebbe sviluppare le proprie attività sfruttando i servizi offerti dal “Hong Kong science & technology park” e coprendo parzialmente i costi con le concessioni garantite dal Governo di Hong Kong. Si potranno gestire progetti realizzati dai cluster nazionali e regionali dell’agroalimentare, dalle imprese e dalle università italiane con quelle locali. L’hub potrebbe essere la possibile sede operativa del “Food innovation program”, la sede di gestione del “Italy China food safety academy” (Icfsa) da costituire in raccordo con quella di Parma ed Efsa ,dove formare personale delle istituzioni e imprese cinesi.

Qui potrebbero crescere un centro di trasferimento tecnologico verso la Cina (con un salone permanente delle tecnologie per il cibo italiane attraverso la creazione di una piattaforma con impianti pilota); un incubatore di startup italo-cinesi sotto l’egida di grandi imprese; un centro di promozione del “Made in Italy” (sede dell’organizzazione di eventi annuali quali la “Settimana della cucina italiana nel mondo”, “Bellissima Italia”). Spazio anche a una sede operativa delle fiere italiane del settore per il mercato cinese e asiatico (Parma, Rimini e Bologna), a un centro di attrazione per investimenti diretti da Hong Kong e dalla Cina, a un ufficio per lo sviluppo della cooperazione con le Province partner del Guangdong, Zhejiang e Shandong e un ufficio condiviso per le imprese.