Prosegue la riorganizzazione e ristrutturazione del colosso distributivo cooperativo del Trentino. Fatturato stabile così come la quota di mercato (40%) che cresce quasi a livello di monopolio (76%) nei comuni di montagna.
L’anno orribile del Sait, il consorzio della distribuzione commerciale cooperativa attivo in provincia di Trento, pare essere passato dopo la ristrutturazione lacrime e sangue che, per la prima volta nella sua storia, ha visto il licenziamento di una consistente fetta di dipendenti per fare ridurre i costi di funzionamento che pesavano in modo consistente sui risultati di bilancio e sulla sostenibilità economica dell’azienda.
«Un processo di riorganizzazione aziendale importante ci ha portato ad ottenere significativi risparmi. Abbiamo sofferto, c’è stata la dolorosa messa in mobilità di molti lavoratori, ma grazie al sacrificio di tutti (anche dei collaboratori rimasti) i dati mostrano un film diverso» ha affermato il presidente di Sait, Renato Dalpalù alla presentazione del bilancio Sait alla stampa.
Dalpalù è tornato più volte sulla sofferta decisione di ridimensionare l’organico: «con i rappresentanti sindacali, al di là di una inevitabile dialettica, anche forte, alla fine c’è stata la consapevolezza che stiamo realizzando una riorganizzazione a 360 gradi, e tutti hanno firmato gli accordi. Il personale rappresenta il 65% dei costi aziendali. Quello che possiamo dire è che abbiamo agito su tutti i centri di costo, dove i tagli del personale incidono per meno della metà (48,2%). Faremo tutto ciò che è possibile affinché le persone uscite possano trovare una ricollocazione».
Il bilancio che il consorzio Sait presenterà all’assemblea dei soci il prossimo 4 maggio è soddisfacente, e di questo beneficeranno in maniera significativa le Famiglie Cooperative socie. I ristorni (ovvero la restituzione ai soci di una parte del prezzo pagato per acquisire beni e servizi), aumentano del 71,2% rispetto all’anno precedente attestandosi a 5,65 milioni, mentre le risorse trasferite alle Famiglie a vario titolo ammontano complessivamente a 14 milioni con un incremento del 30%. A questo va aggiunto l’incremento del valore del margine sulle cessioni quotidiane delle merci, garantito alle cooperative. Un risultato reso possibile dalla significativa diminuzione dei costi aziendali nell’ordine del 10,5%, pari a 4,4 milioni. Di questi, meno della metà sono imputabili alla riduzione del personale.
Continua anche il miglioramento della posizione finanziaria netta migliorata di 9 milioni di euro rispetto all’anno precedente. Dal 2010, data di conclusione dell’investimento nella nuova piattaforma logistica a Trento Nord, al 2017 la posizione finanziaria è calata da 104,3 milioni a 41,3 milioni.
«Nonostante l’uscita dal Consorzio di tre Famiglie cooperative (Giudicarie, Carisolo e Pelugo) e la chiusura del supermercato di Fiera di Primiero, si è registrata una tenuta delle vendite lorde, che ammontano a 329.5 milioni di euro. In totale, le vendite lorde originate dal sistema Sait superano il mezzo miliardo di euro (501,7 milioni). L’utile, pari a 2 milioni di euro (esattamente 2.001.000 euro, + 124% sull’anno precedente), riflette il positivo andamento dei conti del Consorzio» sottolinea il direttore generale, Luca Picciarelli.
Tengono anche le quote di mercato in provincia di Trento. L’insieme di tutti i canali distributivi di Sait sfiorano il 40% della quota di mercato (39,43%), mentre se consideriamo solo i negozi più piccoli (sotto i 400 metri quadrati di superficie) la quota sale al 75,8%. Per contro, la quota scende al 31,6% se si considerano solo i negozi con superficie superiore a 400 metri quadrati, dove è maggiore la competizione con le catene distributive private.
I dati positivi di Sait si ripercuotono sui bilanci delle Famiglie Cooperative: in attesa dei definitivi, i risultati ufficiosi indicano che complessivamente le Famiglie Cooperative passano da un totale di 1,5 milioni di euro di perdite nell’esercizio 2016 ad un utile di circa 2 milioni nel 2017.