Automotive: un ottimo 2017 per l’export della componentistica “Made in Italy”

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Superati i 21 miliardi di euro con un saldo positivo della bilancia commerciale di 5,7 miliardi (+6%). Primo sbocco è la Germania con la Cina in crescita che supera il Giappone. 

Nel 2017, l’export della filiera dei componenti per autoveicoli ha raggiunto 21,2 miliardi di Euro, superando i livelli del 2016 del 6%. Nello stesso periodo, il valore delle importazioni si è attestato a 15,4 miliardi, con un incremento del 6% rispetto al 2016. La bilancia commerciale presenta quindi un saldo positivo di 5,7 miliardi di Euro, circa 327 milioni in più del saldo 2016 (+6%).

Nel 2017, le esportazioni complessive di beni dell’Italia risultano in crescita del 7,4% (in valore) rispetto all’anno precedente, così come le importazioni, che registrano un incremento del 9% (in valore). L’avanzo commerciale raggiunge i 47 miliardi di Euro (a cui si aggiungono 81 miliardi al netto dell’energia).

L’export del comparto autoveicoli, nel 2017, vale 23,7 miliardi di Euro, il 5,3% del totale esportato, in crescita dell’11,3%, mentre l’import vale 33,3 miliardi di Euro e l’8,3% del totale dell’import italiano, il 9,7% in più rispetto al 2016. Il saldo è negativo ed ammonta a 9,6 miliardi di Euro. L’export della componentistica automotive nel 2017 rappresenta il 4,7% di tutto l’export italiano (in linea con il valore del 2016), mentre le importazioni valgono il 3,8% circa. Complessivamente, il commercio di autoveicoli e componenti considera anche i trasferimenti intra-aziendali e, per la sola componentistica, vale 36,6 miliardi di Euro nel 2017. Il 2016, per la componentistica, si era chiuso con l’export a +0,5%, per un valore di 20 miliardi di Euro, e con un saldo positivo della bilancia commerciale di 5,4 miliardi di Euro.

«L’export della componentistica fa un balzo in avanti nel 2017, migliorando ulteriormente il posizionamento del settore sui mercati esteri – commenta Giuseppe Barile, presidente del Gruppo componenti ANFIA -. Il buon andamento delle esportazioni, ma anche della domanda interna, hanno sostenuto la produzione nazionale lo scorso anno. Per il comparto della fabbricazione di autoveicoli, infatti, la produzione è risultata in crescita dell’8,3% nel 20172, mentre per la fabbricazione di parti e accessori per autoveicoli l’incremento è stato dello 0,5%. Gli ordinativi, per il comparto produttivo dei componenti3, sono cresciuti del 9,2% nel 2017 (del 9,4% per la componente interna e dell’8,8% per quella estera)».

Il primo mercato di destinazione dell’export dei componenti italiani si conferma la Germania, per oltre 4 miliardi di Euro (+4,9% rispetto al 2016) e una quota del 19,3% (19,5% nel 2016) sul totale esportato, mentre, diversamente dal 2016, la Cina supera il Giappone – verso il quale l’export italiano è in calo del 21%, pur mantenendo un saldo positivo di 61,6 milioni di Euro – diventando il primo dei Paesi asiatici di destinazione (e quinto mercato extra-UE dopo Turchia, USA e Brasile e Messico), con esportazioni dall’Italia in crescita del 28%, sebbene il saldo della bilancia commerciale rimanga negativo per oltre 671 milioni di Euro. Rileviamo, inoltre, che il saldo positivo dell’interscambio commerciale con il Regno Unito (1,11 miliardi di Euro) è il più alto fra tutti i mercati di destinazione dell’export, di cui è il quarto. E’ un mercato importante, in cui gli equilibri potrebbero cambiare con le conseguenze della Brexit.

Nell’area NAFTA, si segnala il saldo positivo della bilancia commerciale con il Messico, pari a 402 milioni di Euro, ovvero tredici volte superiore a quello del 2016. Merito del trade nel comparto motori, che ha generato un saldo positivo di 116 milioni di Euro invertendo la tendenza dell’anno precedente, in cui il saldo era negativo. Complessivamente, verso l’Area NAFTA, le esportazioni della componentistica italiana aumentano dell’11%, per un valore di 1,66 miliardi di Euro e un saldo attivo di 851 milioni (circa 602 milioni nel 2016). Il valore dell’export cala del 6,5% verso gli USA, ma cresce dell’11% verso il Canada e del 76% verso il Messico. Del resto, quest’ultimo ha registrato nel 2017 un nuovo record produttivo, dopo quello del 2016, sfiorando 4,1 milioni di autoveicoli prodotti (+13%), di cui l’80% circa è destinato ai mercati esteri, in particolare agli Stati Uniti, nonostante si stia assistendo ad un progressivo alleggerimento della dipendenza commerciale dagli USA, grazie al rafforzamento dei rapporti commerciali con l’area MERCOSUR. Questo anche per via dell’incertezza legata alla riforma dell’accordo NAFTA, su cui i Paesi interessati non hanno ancora raggiunto un accordo, la conclusione del quale sembra ora complicarsi per via degli imminenti impegni delle parti con le elezioni presidenziali in Messico a luglio e quelle di metà mandato in USA a novembre.

La suddivisione dei componenti in macroclassi, vede il comparto delle parti meccaniche (incluso accessori, vetri) totalizzare il 65,8% del valore dell’export, con oltre 13,9 miliardi di Euro (+6,7%) e un saldo attivo di circa 5,3 miliardi (5 miliardi nel 2016). Segue il comparto dei motori, per un valore di 4,1 miliardi di Euro (+5%), che pesa per il 19,2% sul totale esportato della componentistica, con un saldo attivo di 1,1 miliardi di Euro.

Il comparto pneumatici e articoli in gomma per autoveicoli presenta un valore di export di 1,26 miliardi di Euro (+6,7%), con un saldo negativo di 505 milioni di Euro (592 nel 2016). Le esportazioni del comparto degli apparecchi riproduttori del suono registrano, invece, un calo del 27%. L’export dei componenti elettrici ed affini riporta un incremento del 3,7%, con un saldo positivo di 9 milioni di Euro (82 milioni nel 2016).

Per i singoli componenti, hanno un saldo positivo significativo le seguenti voci: parti ed accessori destinati al montaggio (2,2 miliardi di Euro), freni (1 miliardo di Euro), motori (1,1 miliardi), ponti con differenziale (784 milioni di Euro), parti ed accessori di carrozzerie (476 milioni di Euro), pompe (405 milioni).