L’appello del presidente: «facciamo squadra per garantire alla nostra regione quell’autonomia che ci è stata richiesta da quasi 2,5 milioni di concittadini».
50 parlamentari sui 77 eletti in Regione del Veneto hanno accolto l’invito del governatore Luca Zaia per un incontro al finedi fare il punto sul processo dell’autonomia e dei rapporti tra la Regione e lo Stato.
E’ stato un accorato invito a trovare piena convergenza sull’obiettivo dell’autonomia regionale quello che il governatore Luca Zaia ha rivolto oggi ai rappresentanti neo eletti del popolo veneto alla Camera e al Senato, in una affollata sala polifunzionale di Palazzo Grandi Stazioni a Venezia. «Questa partita alla fine si deciderà in Parlamento – ha sottolineato Zaia -, perché è lì che si concluderà questo importante percorso istituzionale, sino a ora unico nella storia italiana, innovativo e di grande impatto, da noi avviato nel giugno del 2014: voi avete un ruolo fondamentale e i veneti si aspettano dai loro parlamentari che facciano squadra, superando le appartenenze di partito, nell’esclusivo interesse di quei quasi 2,5 milioni di nostri corregionali che nell’ottobre scorso si sono recati alle urne per chiedere quasi unisono una sola cosa: l’autonomia».
Ai parlamentari presenti è stata presentata la delegazione trattante nel negoziato con lo Stato, formata dai professori Mario Bertolissi, Luca Antonini, Dario Stevanato, Andrea Giovanardi, Ludovico Mazzarolli e dai dirigenti regionali Mario Caramel, Maurizio Gasparin e Ezio Zanon. Inoltre è stato loro consegnato un ampio ed esaustivo dossier, suddiviso in due parti (Il Referendum; Il Negoziato), contenente tutti i documenti e gli atti ufficiali che hanno scandito le varie tappe del cammino fin qui compiuto.
«La Regione mette al primo posto del suo programma e delle sue aspettative la conquista dell’autonomia – ha sottolineato Zaia –, un’autonomia a geometria variabile, realizzata come un abito sartoriale secondo le esigenze e le peculiarità dei territori. Abbiamo aperto una strada, infatti, che altre Regioni, se lo vorranno potranno seguire: già lo hanno fatto Lombardia ed Emilia Romagna, insieme alle quali abbiamo avviato nei mesi scorsi il negoziato che ha portato alla firma dell’accordo preliminare del 28 febbraio scorso, e sembrano siano pronte a seguire la strada tracciata Piemonte, Puglia, Campania e Toscana».
Secondo il governatore «l’autonomia è una questione trasversale ai partiti, che riguarda tutti. Il popolo veneto ha dato una grande lezione ai palazzi della politica, certificando con la sua grande partecipazione a questa nuova stagione referendaria, che se le riforme non vengono fatte dall’alto si fanno dal basso».
Zaia ha poi precisato che il Veneto continuerà a chiedere la competenza diretta su 23 materie, come previsto nei 66 articoli della legge statale, approvata dal Consiglio regionale del Veneto lo scorso novembre. «Nell’accordo preliminare le competenze di cui si prevede l’attribuzione alla Regione sono quelle relative alle politiche del lavoro, all’istruzione, alla tutela della salute e alla salvaguardia dell’ambiente e dell’ecosistema – ha rilevato il presidente veneto –. Ma sia chiaro che si tratta solo di un primo assaggio: noi le vogliamo tutte e 23».
Infine l’appello ai parlamentari presenti: «al di là delle appartenenze e delle diverse sensibilità politiche – ha concluso Zaia – vi chiedo di lavorare insieme per il raggiungimento di questa meta storica, facendo sentire la voce del nostro territorio alla Camera e al Senato».
Appello fatto proprio anche dagli esponenti del Partito Democratico, formazione politica uscita sonoramente battuta dalle elezioni del 4 marzo scorso, che hanno assicurato la loro piena collaborazione in una nota diffusa al termine dell’incontro. «Considerata l’importanza delle questioni sul piano politico, istituzionale e sociale, i sottoscritti parlamentari garantiranno tutto il proprio supporto al conseguimento dell’intesa definitiva tra Stato e Regione, rilevando tuttavia che la stessa dipenderà prevalentemente dalla volontà del governo che si insedierà nelle prossime settimane e dalla stessa Regione Veneto» scrivono, non senza avere ricordato a Zaia i suoi trascorsi poco autonomistici sia nella sua veste di ministro che in quello di governatore nei primi anni del suo mandato.