2017 anno d’oro per il gruppo Ferrari-Bisol

0
2672

Fatturato in crescita del 7%, l’export del 15%. Sfiorato il tetto dei 100 milioni. Lunelli: «siamo orgogliosi dei risultati raggiunti. Ora puntiamo al consolidamento dell’immagine d’esclusività del Ferrari e del Prosecco Bisol».

Il 2017 per il gruppo Ferrari Bisol si è concluso all’insegna del gran spolvero dei risultati di bilancio, con un fatturato che ha sfiorato il tetto storico dei 100 milioni e con tutti i numeri all’insegna della crescita, spesso consistente.

«Non possiamo che essere orgogliosi di quanto siamo riusciti a fare – dice Matteo Lunelli, amministratore delegato di Lunelli Spa, la capogruppo di famiglia che riunisce i marchi Ferrari spumanti, Surgiva, Segnana, Bisol e Tenute Lunelli -. Abbiamo chiuso il bilancio 2017 con una crescita del 7% a livello di fatturato, grazie alla crescita del mercato delle bollicine, che a livello italiano è cresciuto dell’11% e grazie all’export in rialzo del 15%. Cresciamo bene sia nel comparto “storico” dello spumante metodo classico con il marchio Ferrari che in quello del Prosecco con Bisol, del quale a Vinitaly presenteremo assieme a Gianluca Bisol la nuova gamma di prodotti e l’immagine di marca».

Lunelli è molto soddisfatto per l’andamento del mercato, soprattutto quello italiano: «è stato un anno molto positivo, direi quasi da record. Dopo un ottimo 2016, le bollicine Ferrari hanno messo a segno in Italia un deciso incremento grazie al canale Ho.re.ca su cui puntiamo molto per innalzare l’immagine di esclusività di Ferrari, mentre l’export ha tirato molto bene in particolare negli Stati Uniti, in Germania, Giappone e Regno Unito. Siamo molto soddisfatti anche dei risultati del Prosecco Bisol, dove la crescita è legata soprattutto ai prodotti Docg. L’acqua Surgiva è cresciuta tanto anche grazie a una stagionalità molto favorevole, abbiamo avuto buoni risultati anche con i vini fermi delle Tenute Lunelli in Toscana, Umbria e Trentino e nel 2017 anche Segnana con i suoi distillati ha registrato un +6%, grazie soprattutto alla gamma dei distillati ambrati che hanno riscosso il favore del pubblico nonostante le particolarità di questo segmento di mercato».

Il gruppo non si ferma sugli allori, con il lancio di due nuovi prodotti a marchio Ferrari: «gli ultimi arrivati, il Perlé Bianco nel 2016 e il Perlé Zero nel 2017, ci hanno dato risultati oltre le più rosee aspettative, con il “tutto esaurito” ad appena un mese dal lancio. Davvero un ottimo gradimento da parte del pubblico – dice Lunelli -. Ora puntiamo al loro consolidamento, oltre che al rafforzamento della presenza di Ferrari nel mondo mirando ad aprire anche altri mercati. Nel secondo semestre 2018 lanceremo una grande novità di alta gamma del nostro portafoglio prodotti Ferrari che puntiamo ad inserire nei locali e negli eventi più esclusivi». Novità anche nel comparto dei vini fermi: «dalle nostre tenute in Toscana entro fine anno porteremo sul mercato delle novità» butta lì Lunelli con il fare un po’ misterioso di colui che non vuole ancora svelare le carte.

L’immagine e l’allure di marca è l’aspetto che più sta a cuore di Lunelli e della sua storica famiglia che ormai ha passato il traguardo del secolo di attività in campo enologico: «il mercato delle bollicine d’eccellenza ha un andamento in continua crescita e noi puntiamo ad inserire il marchio Ferrari tra quelli più prestigiosi, così come stiamo progressivamente innalzando il posizionamento di Bisol. Lo spumante nelle sue diverse sfaccettature è sempre più gradito dal pubblico, e noi offriamo prodotti d’eccellenza per tutte le occasioni».

Quanto al futuro, Lunelli sottolinea che «la nostra crescita nei prossimi due-tre anni avverrà solo per livelli di qualità piuttosto che di quantità, perché attualmente siamo giunti al nostro limite produttivo. Almeno finché non sarà pronta la nuova cantina Ferrari a Ravina – che ci consentirà di raddoppiare quasi la capacità di lavorazione e di stoccaggio, oltre che di migliorare gli spazi di accoglienza di Ferrari Incontri, cosa per cui saranno necessari almeno 4-5 anni – il nostro lavoro sarà rivolto solo verso l’ulteriore innalzamento della qualità dei nostri prodotti, anche se potrebbe esserci qualche acquisizione sul mercato, sempre che se ne presenti l’occasione».

Quanto alla notizia che l’anno scorso l’Italia ha raddoppiato la vendita di vini in Francia, Lunelli commenta sornione: «anche a me fa piacere ogni tanto gustare un buon Borgogna o uno Champagne. Il mondo è ricco di cose belle e non bisogna privarsene, essere sciovinisti, giudicando male gli altri. Non posso che compiacermi del fatto che anche i francesi si aprano al mondo, partendo dal vino. L’Italia ha dinanzi a sé notevoli prospettive nel campo dei prodotti tipici di qualità in tutto il mondo. E nel campo delle bollicine, a livello globale c’è la possibilità di crescere a doppia cifra nei prossimi anni».