Il servizio di telesoccorso in Veneto compie 30 anni

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Raggiunti 24.000 anziani ogni anno. Lanzarin: «dal 2018 servizio totalmente gratuito, presidio indispensabile per garantire gli anziani a casa propria». 

Il servizio di telesoccorso e telecontrollo in Veneto festeggia i trent’anni di attività diventando totalmente gratuito: dal 1 gennaio 2018, Ulss e Comuni di tutto il territorio regionale hanno abolito, per decisione della Giunta reginale, qualunque forma di compartecipazione alla spesa da parte degli utenti.

«E’ un servizio di base per la domiciliarità, indispensabile per assicurare alle persone anziane e più fragili il diritto a rimanere a casa propria – dichiara l’assessore regionale al sociale, Manuela Lanzarin –. La Regione Veneto è stata la prima regione in Italia a istituire, con legge regionale 4 giugno 1987 n. 26, questo presidio di sicurezza sociale e sanitaria del quale ogni anno si avvalgono circa 24 mila persone. E intende mantenere tale primato, garantendone ora la completa gratuità».

Il telesoccorso e telecontrollo è un servizio domiciliare che permette alla persona di chiamare da casa propria una centrale operativa di ascolto, in caso di necessità o urgenza, attraverso un piccolo apparecchio portatile collegato al telefono. Si tratta di un radiocomando di piccole dimensioni, che si aziona premendo un semplice pulsante. Gli operatori della centrale chiamano due volte la settimana l’utente per conoscere le sue condizioni e per effettuare la prova del dispositivo.

«Ho verificato che spesso la chiamata dell’operatore del telesoccorso/telecontrollo è attesa come un appuntamento fisso – prosegue Lanzarin – E’ una voce “amica” che si interessa dello stato di salute e delle condizioni generali della persona, ed è preparata ad allertare i servizi sanitari e sociali, a suggerire qualche consiglio utile o anche una semplice rassicurazione. Per chi vive da solo, ma anche per gli anziani o le persone non più autosufficienti che vivono in famiglia, si tratta di un servizio di reciprocità, di vitale importanza, che dà sicurezza e aiuta a infrangere il circuito negativo dell’isolamento».

Gestito da EBM SpA, società di Althea Group che opera per conto della Regione Veneto (il contratto è stato rinnovato ad ottobre 2016, a seguito di regolare gara d’appalto), il servizio è finanziato ogni anno con 5,5 milioni di euro del fondo regionale per la non autosufficienza. Negli anni il numero degli utenti è oscillato tra i 20.000 e 24.000 l’anno, con una media di 7.800 chiamate di soccorso l’anno. Il 83,4% degli utenti sono anziani ultraottantenni. In alcune Ulss il servizio è integrato (per scelta della singola azienda sanitaria, che impegna risorse del proprio bilancio) anche con un servizio di telemedicina che – tramite una apposita apparecchiatura consegnata a domicilio –  consente di monitorare alcuni dei parametri vitali della persona e di tenere sotto controllo il decorso della convalescenza o della patologia cronica.

Ricevere l’assistenza del telesoccorso e telecontrollo è semplice: è sufficiente rivolgersi al proprio distretto sanitario o al Centro di servizio territoriale del proprio comune e compilare l’apposito modulo di richiesta. Entro 45 giorni il servizio sarà attivato; nei casi più urgenti, attraverso il medico di base, è possibile ottenere l’attivazione entro 48-72 ore. Anche la rete territoriale delle farmacie è stata coinvolta dalla Regione per far conoscere e promuovere il servizio e dare informazioni su come attivarlo.

«Nella rete dei servizi di assistenza a domicilio il telesoccorso-telecontrollo rappresenta il primo presidio-sentinella –  ricorda Lanzarin –. Per questo la Regione Veneto continuerà ad investire per qualificarlo al meglio e per assicurare a tutti la possibilità di avvalersene, senza  discriminanti territoriali, di patologia o reddito».