Il “Treno Verde” fa tappa a Trento per presentare il futuro 100% rinnovabile

0
1056

Presentato il rapporto Comuni Rinnovabili. Convegno sul riciclaggio della carta.

Oggi in Trentino Alto Adige la potenza efficiente netta degli impianti a fonti rinnovabili installati in si attesta a 3.759 MW rappresentando il 95% della potenza netta disponibile nella regione. È l’unica regione ad avere un numero significativo di comuni 100% rinnovabili che riescono a soddisfare del tutto il fabbisogno energetico elettrico e termico del territorio: è la dimostrazione che un futuro 100% rinnovabile è possibile.

È il solare fotovoltaico la tecnologia più diffusa – tutti i comuni della regione ne possiedono almeno uno – in termini di produzione è però l’idroelettrico a fornire il maggior contributo di energia elettrica con il 91,8% del totale prodotto da fonti rinnovabili, seguita dall’energia solare con il 4,5% e bioenergie (3,7%), mentre l’eolico si attesta solo allo 0,1%.

Ecco in breve quanto emerge dall’edizione regionale del rapporto Comuni rinnovabili di Legambiente, realizzato grazie al contributo di Enel Greenpower, presentato a Trento in occasione dell’arrivo in città del Treno Verde, il convoglio ambientalista di Legambiente e del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, realizzato con la partecipazione del ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare, che sta viaggiando lungo i binari d’Italia per chiedere all’Europa e all’Italia maggiori impegni nel “Pacchetto energia e clima 2030” e traghettare così il Paese verso la totale decarbonizzazione del sistema energetico.

Alla presentazione del rapporto hanno partecipato Katiuscia Eroe, responsabile Energia Legambiente, Franco Stivali, struttura innovazione, direzione centrale innovazione e sistemi informativi Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, Giovanni Corbetta, direttore generale Ecopneus, Andrea Giachetti, presidente Circolo Legambiente Trento, Alessandro Andreatta, sindaco del comune di Trento, Fabio Berlanda, dirigente dell’Agenzia per le risorse idriche e l’energia della Provincia, Silvio Grisotto, presidente del Parco Naturale Regionale Paveneggio Pale di S. Martino.

«Il Trentino-Alto Adige è uno dei territori che da trent’anni si muovono nella direzione delle fonti rinnovabili, un’eccellenza che mostra come queste tecnologie siano in grado non solo di portare vantaggi ambientali ed economici ai cittadini, ma anche di entrare nel bilancio energetico di aziende e territori modificando profondamente il sistema energetico del nostro Paese. Per raggiungere gli obiettivi di sviluppo delle fonti rinnovabili al 2030 e di decarbonizzazione al 2050 è necessario fare scelte coraggiose e lungimiranti – ha detto Katiuscia Eroe, responsabile energia di Legambiente – promuovendo un ruolo attivo di famiglie e imprese, togliendo le barriere all’autoproduzione proprio come avviene in questi territori».

Tornando ai dati del rapporto, la maggior potenza da fonti rinnovabili installata nella regione è presente nella provincia di provincia di Bolzano con 1.967,1 MW complessivi, mentre la provincia di Trento ha una capacità installata da fonti rinnovabili di 1.791,9 MW. In termini di produzione di energia è sempre l’Alto Adige (6.121,7 GWh/anno) a fornire il maggior contributo da fonti rinnovabili, con idroelettrico a giocare il ruolo da protagonista con 5.535,5 Gwh/anno.

«Le rinnovabili in Trentino-Alto Adige sono una realtà consolidata da molti anni, ma è necessario muoversi ulteriormente sulla produzione di calore da fonti rinnovabili per riuscire a soddisfare i consumi delle famiglie – dichiara Andrea Giachetti, presidente del circolo Legambiente Trento –  per ridurre le emissioni e affrontare i cambiamenti climatici l’altro nodo cruciale su cui è necessario intervenire è la mobilità: serve sviluppare ulteriormente forme di trasporto collettivo e incentivare una mobilità sostenibile, promuovendo il passaggio dal trasporto di persone e merci su gomma a quello su ferro».

Escludendo il grande idroelettrico, secondo i dati del rapporto sono 163 i comuni del Trentino-Alto Adige che grazie alle fonti rinnovabili producono più energia elettrica di quella consumata dalle famiglie. Marebbe (BZ), Stelvio (BZ) e Naz-Scaves (BZ) sono i primi tre comuni che possiamo definire 100% rinnovabili elettrici e che, senza entrare nel merito della qualità degli impianti, meglio rispondono, sempre teoricamente, al fabbisogno elettrico dei territori non solo dal punto di vista quantitativo ma anche di mix di impianti.

Entrando nel merito delle singole fonti, sono 54 i comuni del Trentino-Alto Adige che grazie al solare fotovoltaico producono più energia elettrica di quella consumata dalle famiglie residenti. Numeri importanti che si accompagnano ai 22 comuni in cui gli impianti solari fotovoltaici, sarebbero in grado, se l’energia fosse autoprodotta, di coprire tra l’80 e il 99% dei consumi elettrici domestici, e ai 65 il cui contributo varierebbe tra il 50% e il 79%. Ci sono poi i 268 Comuni del solare termico, di cui 228 sono piccoli comuni. Sono inoltre 8 i Comuni che in Trentino Alto Adige presentano impianti eolici, per una potenza complessiva di 364 kW. Sono invece 7 i Comuni che ospitano sul proprio territorio impianti mini eolici, per una potenza complessiva pari a 25,3 MW. Sono poi 65 i comuni dell’idroelettrico – secondo risultato nazionale, dopo il Piemonte che arriva a più del doppio  – che riescono a soddisfare il fabbisogno di quasi 2.700.000 famiglie. Sono poi 19 i Comuni dove sono presenti impianti geotermici a bassa entalpia o pompe di calore capaci di soddisfare tutti o parte dei fabbisogni termici di case, scuole, centri commerciali. Ci sono anche 186 i Comuni che possiedono sul proprio territorio un impianto a bioenergie per una potenza complessiva di 149 MW elettrici e 109 MW termici. Sono, infine, 174  i Comuni che ospitano impianti a biomassa solida per una potenza complessiva di 67,4 MW elettrici e 102,7 MW termici.

Sempre a bordo del Treno Verde di Legambiente, si è svolto anche l’evento “Non fermiamo il riciclo della carta” organizzato da Assocarta con il supporto di Confindustria Trento e Comieco. L’incontro è stato aperto dal vice presidente della Sezione carta e grafica di Confindustria Trento, Alessandro Leto, che ha introdotto il tema della responsabilità delle industrie del settore verso il contesto sociale e ambientale: «anche sul fronte dei processi produttivi le nostre imprese hanno fatto molto, sia in termini di riduzione dell’impatto delle lavorazioni sia attraverso la condivisione con le comunità delle tecnologie impiegate per ottenere questo risultato. Ciò dimostra che la presenza industriale è indispensabile per garantire una sostenibile creazione di valore aggiunto sul territorio e contribuire all’innalzamento del livello del benessere di una comunità».

L’appuntamento è stato occasione per raccontare la rinnovabilità del materiale carta e il suo riciclo: dal bio-materiale alla raccolta differenziata, al suo re-impiego per produrre nuova carta. Ogni minuto in Italia si riciclano 10 tonnellate di carta, un contributo importante all’economia circolare del Trentino e dell’Italia. La regione rappresenta oltre il 10% della produzione di carta nazionale (specialmente carte grafiche, carta per uso igienico-sanitario e per imballaggio).

«L’industria cartaria italiana ha una forte vocazione al riciclo e la presenza delle cartiere sul territorio permette l’effettivo riciclo della carta evitando un problema di gestione dei rifiuti urbani. Questo ciclo per funzionare in modo virtuoso ha bisogno di adeguate politiche per la gestione degli scarti del processo. Infatti, per quanto minimo – spiega Massimo Medugno, direttore di Assocarta – il riciclo genera una piccola parte di scarto dal forte potenziale energetico, che, se gestito correttamente consentirebbe di chiudere il ciclo del riciclo. Gli scarti derivano dai rifiuti urbani (in rapporto di 1:18) ed è quindi interesse collettivo che siano gestiti al meglio, con il pieno supporto delle amministrazioni locali e regionali. Senza certezze sul recupero degli scarti del riciclo anche il riciclo viene messo in discussione e con esso una parte importante di economia circolare, che non deve essere né inventata né incentivata. Non fermiamo il riciclo della carta per l’incapacità di dare risposte al recupero degli scarti del riciclo da parte delle istituzioni e della politica» conclude Medugno.

Ogni anno, a fronte di 4,9 milioni di tonnellate di carte riciclate, l’industria cartaria produce scarti dal processo di riciclo pari a circa 300.000 tonnellate (rapporto 1:18) che derivano principalmente dalla componente urbana della raccolta (3 milioni di tonnellate/6,3 milioni di tonnellate di raccolta nel 2016) con più impurità rispetto alla raccolta presso industrie e attività commerciali.

Eliana Farotto, responsabile ricerca e sviluppo Comieco, ha illustrato le attuali performance della raccolta sul territorio trentino. Fra le cartiere presenti in Trentino, il Gruppo Pro-Gest con processo industriale virtuoso del riciclo nel sito produttivo trentino dove si producono carta per imballaggio a partire da 100% di carta da riciclare raccolta sul territorio veneto, dando un forte contributo all’economia circolare della regione.