Le Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo e Intesa Sanpaolo Innovation Center, con la società TSW, pongono le basi per lo studio di percorsi espositivi sempre più innovativi e coinvolgenti.
Valorizzare e rendere fruibile al meglio il patrimonio artistico con l’ausilio delle più aggiornate conoscenze e tecnologie nel campo delle neuroscienze, per realizzare il museo di domani. È questo, in sintesi, l’obiettivo della sinergica cooperazione tra Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo e Intesa Sanpaolo Innovation Center che ha dato vita al progetto “Arte e innovazione”.
Lo scorso dicembre nella sede delle Gallerie d’Italia di Piazza Scala a Milano, la società TSW, specializzata in neuromarketing, ha condotto una serie di rilevazioni su un campione di trenta visitatori, analizzando le risposte psicofisiologiche – movimenti oculari e attivazione del sistema nervoso centrale e periferico – generate dalla visione di quattro opere della mostra “L’ultimo Caravaggio. Eredi e nuovi maestri”, in corso fino all’8 aprile: le tre tele dedicate al Martirio di Sant’Orsola, realizzate da Caravaggio, Bernardo Strozzi e Giulio Cesare Procaccini, e l’Ultima cena di Procaccini, l’imponente dipinto (40mq) esposto dopo un importante intervento di restauro.
Grazie all’utilizzo di occhiali “eye-tracking” per la visualizzazione dei movimenti oculari e dei punti di maggior focalizzazione, di un misuratore dell’attività elettrica cerebrale per l’identificazione delle risposte emotive e di un braccialetto per la rilevazione della micro-sudorazione periferica, sono stati registrati i differenti impatti emotivi delle quattro opere d’arte. L’impiego dell’analisi psicofisiologica, sulla base di una serie di indici derivati dalla letteratura neuroscientifica più recente, ha consentito di valutare l’esperienza di fruizione artistica per ciascuna tela.
Il Martirio di Sant’Orsola di Caravaggio, capolavoro della collezione di Intesa Sanpaolo, e l’Ultima cena di Procaccini sono risultate le opere di maggiore impatto per l’intensità emotiva provata dal campione di visitatori. Il Martirio di Sant’Orsola di Caravaggio ha generato la più elevata risposta di piacevolezza. L’Ultima cena di Procaccini ha attratto e trattenuto maggiormente l’attenzione, registrando il più alto grado di engagement.
Le conclusioni dello studio si rivelano di grande utilità per i curatori delle mostre, suggerendo un’esperienza di fruizione che faciliti i processi di memorizzazione, con la collocazione di opere ad alto impatto emotivo e di maggiore engagement nella parte iniziale (effetto primacy) e finale (effetto recency) del percorso espositivo.
L’analisi del comportamento oculare consiglia la creazione di contenuti, come i testi delle audioguide, che mettano in risalto le parti dell’opera che destano meno attenzione, ma possono essere rivelatrici del lavoro dell’artista e motivare il visitatore a proseguire la visita con maggiore coinvolgimento.
La collaborazione tra le Gallerie d’Italia e Intesa Sanpaolo Innovation Center non si esaurisce con il progetto “Arte e innovazione”: l’interesse destato dai risultati dello studio e gli stimoli ricevuti per migliorare l’accesso al patrimonio artistico hanno portato alla creazione di Lab Arte e Innovazione, un laboratorio nel quale proseguire in modo stabile il percorso intrapreso, con l’ambizione di divenire punto di riferimento per l’impiego della tecnologia nella valorizzazione e nella fruizione delle opere d’arte. Un progetto del tutto inconsueto per una banca, ma di grande successo per Intesa Sanpaolo, frutto dell’attività al suo interno di due eccellenze nei rispettivi campi: Intesa Sanpaolo Innovation Center, dedicato all’innovazione d’impresa e alle nuove tecnologie, e le Gallerie d’Italia, con la loro esperienza nell’esposizione museale della vasta collezione di Intesa Sanpaolo nelle tre sedi di Milano, Napoli e Vicenza.
La collaborazione, in linea con gli obiettivi del nuovo laboratorio, ha già portato all’attivazione dell’app universale MuseOn di iThalia, start-up emergente selezionata da Intesa Sanpaolo Innovation Center, per Palazzo Zevallos Stigliano, sede napoletana delle Gallerie d’Italia, e per la mostra Restituzioni 2018 alla Reggia di Venaria Reale. MuseOn può essere scaricata gratuitamente dai visitatori e permette di accedere in assenza di Internet ai contenuti storico-artistici sulla collezione, con minimi consumi di memoria e batteria e con un altissimo livello di privacy e protezione dei dati personali.
L’innovazione entra in museo anche grazie alle nanotecnologie. Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo e Intesa Sanpaolo Innovation Center presentano un innovativo lavoro di ricerca sull’impego di nanomateriali per il restauro e la conservazione di libri e documenti d’archivio antichi, svolto dal Dipartimento di Scienze e Tecnologie Chimiche dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata con la Fondazione Universitaria Inuit e l’Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario del Mibact, che ha portato a risultati assolutamente che superano gli attuali standard di qualità dei prodotti disponibili a livello internazionale.
«La valorizzazione del patrimonio d’arte della Banca è il momento più importante di Progetto Cultura e lo dimostrano le Gallerie d’Italia, dove vogliamo presentare con percorsi, modalità e linguaggi originali le nostre collezioni. Anche grazie alla collaborazione con Intesa Sanpaolo Innovation Center, immaginiamo strumenti nuovi per promuovere, in modo ancora più coinvolgente ed efficace, la conoscenza dell’arte» afferma Michele Coppola, direttore centrale Arte, cultura e beni storici Intesa Sanpaolo.
Per Mario Costantini, direttore Intesa Sanpaolo Innovation Center, «l’arte muove le passioni delle persone come nessun’altra realtà. Con Gallerie d’Italia abbiamo scelto una sfida tecnologica complessa e affascinante: decodificare le emozioni che genera un’opera d’arte nei suoi fruitori. Un binomio tra due realtà del Gruppo Intesa Sanpaolo con l’obiettivo di sperimentare tecnologie innovative, favorendo lo sviluppo di un nuovo ecosistema tra start-up e imprese del mondo dell’arte».