“Space Economy”: il NordEst nel piano italiano multiregionale di sostegno alla ricerca e sviluppo in ambito aerospaziale

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Dopo Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna, anche la provincia di Trento aderisce al piano. Per ogni euro investito un ritorno di 4.

La ricerca in ambito aerospaziale è da sempre una delle fonti più importanti d’innovazione, e le sue ricadute industriali spesso le ritroviamo in molti prodotti che col tempo diventano di uso comune. Parte anche da queste considerazioni il piano italiano multiregionale di aiuti alla ricerca e sviluppo “Piano Space Economy”, che recepisce programma europeo “Mirror govsatcom”, la cui cabina di regia è stata istituita presso la Presidenza del Consiglio dei ministri.

Con la decisione anche da parte della provincia di Trento di aderire al Piano, il NordEst completa la “squadra”, visto che anche Veneto, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia hanno già aderito e di cui fanno parte 13 realtà regionali.

Il “Piano Space Economy” identifica le attività di ricerca e sviluppo realizzate dalle aziende del territorio nazionale – con la collaborazione di centri di ricerca e università – che sono in qualche misura collegate, in modo diretto o indiretto, al settore aerospaziale. Non solo realizzazione di satelliti, sistemi di trasporto, componentistica direttamente collegata alle missioni aerospaziali, ma anche le filiere che beneficiano delle ricadute indirette di tali azioni, quali i sistemi di telecomunicazioni, l’elettronica necessaria alla realizzazione dei componenti, i servizi dati derivanti dalla raccolta di informazioni effettuata grazie a satelliti e così via. L’indotto complessivo di tale settore costituisce una fetta importante della nostra economia nazionale e può avere importanti ricadute anche sul territorio locale.

Il piano multiregionale verrà strutturato in una serie di bandi emessi a livello di ogni singola regione/provincia autonoma, seguendo lo schema degli accordi di innovazione previsto dal decreto del ministero dello Sviluppo economico del 24 maggio 2017. I beneficiari saranno le imprese locali, che potranno eventualmente costituire partnership con i centri di ricerca. L’idea è quella di realizzare bandi che producano risultati che possano essere successivamente, con un lasso di tempo molto breve, introdotti sul mercato, con conseguente beneficio delle aziende che risulteranno vincitrici.

Quali sono i numeri della “space economy” tricolore? Secondo una stima realizzata dall’Agenzia Spaziale italiana ammonta a 1,4 miliardi di euro il giro di denaro legato allo spazio in Italia, 6.000 i lavoratori specializzati nel settore e un ritorno di 4 euro per ogni euro investito. Gli ultimi due governi, riconoscendo il buon lavoro svolto, hanno aumentato in 5 anni il budget a disposizione dai 350 milioni di euro del 2015 ai 900 milioni previsti per il 2019.