Il settore edile del NordEst s’interroga sulle nuove tendenze e tecnologie di “Edilizia 4.0”

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Salmistrari (Ance Veneto): «la grande crisi del settore si è fermata, ma si deve uscire dallo stallo e stagnazione».

L’“Edilizia 4.0”, a livello internazionale, è la chiave per far ripartire il settore e anche a NordEst può favorire l’uscita da una situazione di immobilità che, in questi ultimi anni, ha penalizzato le costruzioni con conseguenze, anche sociali, importanti.

«La grande crisi con il calo di fatturati ed occupazione si è fermata. Siamo però in una situazione di stallo e di stagnazione, purtroppo il mercato non riprende» ha affermato Giovanni Salmistrari, presidente ANCE Veneto, che ha sottolineato anche la necessità di un intervento pubblico intelligente e calibrato per rilanciare le costruzioni e aprire nuove forme di mercato. Nella situazione odierna a tenere in piedi il settore, nel NordEst, sono piccoli interventi di ristrutturazione e riqualificazione supportati dai bonus statali.

Dello stesso avviso il presidente di Confartigianato Imprese Veneto, Agostino Bonomo: «il settore delle costruzioni non ha ancora riagganciato una ripresa che nel manifatturiero già c’è. Stenta a ripartire nonostante ci siano stati dei provvedimenti di legge che hanno indicato la strada del futuro, mi riferisco alla legge sul risparmio del suolo, varata dalla Regione Veneto, e la legge sul riordino del Regolamento edilizio tipo per il Veneto, che facilita l’accesso alle pratiche burocratiche necessarie all’avvio dei lavori».

Leggi che interessano un ambito nuovo, quello del riutilizzo e del riuso del patrimonio immobiliare costruito negli anni ’70, che abbisogna di interventi a più livelli. «Oggi disponiamo di mezzi e metodi che permettono di intervenire sugli immobili restituendo il valore che avevano originariamente – ha sottolineato Bonomo -. Studi dimostrano che investire il proprio risparmio nella riqualificazione dell’immobile di proprietà, in un momento in cui l’Euribor è tendente allo zero, è molto più efficace dal punto di vista del ritorno economico che in altre forme d’investimento. Si calcola che in cinque anni ci sia un ritorno del 10%». Senza contare gli effetti indotti sulla qualità dell’ambiente con meno sprechi di energia e minore tasso di inquinamento atmosferico.

L’“Edilizia 4.0” e l’esperienza olandese di Energiesprong possono essere una risposta alle nuove esigenze del mercato. Nuovi modi di edificare e di intervenire sul costruito che permettono di ridurre tempi, costi, sprechi ed errori. «Dobbiamo declinare il futuro nel nostro presente – ha affermato Thomas Miorin, presidente di REbuild -. I moderni metodi di costruzione, caratterizzati da industrializzazione, per un rispetto di tempi e budget, digitalizzazione, che riduce lo scarto quasi a zero e de carbonizzazione, per rispettare gli obiettivi 2050 dell’Unione Europea sulla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, possono rappresentare un vantaggio competitivo per l’edilizia di territorio caratterizzati da una forte competenza manifatturiera come il NordEst».