Cresce la redditività delle varie filiere di incubazione e trasferimento tecnologico.
Il consiglio di amministrazione di H-Farm S.p.A. presieduto da Riccardo Donadon ha approvato il bilancio consolidato e il progetto di bilancio d’esercizio al 31 dicembre 2017.
«H-Farm è partita – ha commentato Riccardo Donadon, fondatore e Amministratore delegato della società -. Abbiamo chiuso il 2017 molto meglio delle previsioni, ben oltre le nostre aspettative, con una percentuale di crescita del fatturato di quasi il 50% anno su anno e un forte miglioramento della marginalità. In soli due anni abbiamo completamente trasformato il nostro progetto, assumendo un ruolo di rilievo sia sul mercato dell’educazione che su quello delle soluzioni innovative per la trasformazione digitale delle grandi aziende, con un posizionamento sempre più internazionale».
Per Donadon «questo risultato conferma la bontà del cammino intrapreso nel 2015 grazie al percorso di collocamento all’AIM, che ha portato H-Farm da investitore e acceleratore nel settore digitale a realtà unica nel panorama italiano in grado di coniugare investimenti, innovazione e istruzione, iniziando ad essere un punto di riferimento anche per le aziende europee. Nel secondo semestre abbiamo deciso di investire ancora molto sul nostro progetto di sistema operativo della scuola e i risultati si vedranno presto; abbiamo molte conferme a livello internazionale sulla bontà della nostra visione. Con la chiusura del bilancio 2017, abbiamo superato il nostro secondo livello, ora dobbiamo fare l’unlock del terzo livello e scalare il modello, poi H-Farm decolla».
L’azienda ha seminato moltissimo in questi 12 anni (oltre 26 milioni di euro di investimenti in 116 startup con ritorno ad oggi di 16 milioni di euro, cinque exit nel corso dell’anno, e una valutazione del portafoglio che gli analisti stimano in circa 50 milioni di euro).
I risultati economici 2017 di H-Farm evidenziano una forte crescita dei ricavi (+47%) e della redditività (dimezzata la perdita a livello di EBITDA) rispetto all’anno precedente. L’analisi delle tre business unit conferma la divisione che si occupa delle soluzioni per la trasformazione digitale come motore della crescita e della redditività, oltre che la forte espansione dell’education trainata dalle acquisizioni. Il valore della produzione ha raggiunto 47,9 milioni di euro con una crescita di 15,3 milioni rispetto al dato 2016, ben oltre le previsioni e le attese del mercato.
L’EBITDA risulta in forte miglioramento malgrado i continui investimenti nell’area education ma ancora negativo a 1,6 milioni di euro rispetto alla perdita di 3,0 milioni del 2016. Tale andamento è ascrivibile alla forte crescita del fatturato anche a seguito delle acquisizioni. Tra i costi si segnala l’andamento del costo del lavoro che passa da 12,1 milioni nel 2016 a 21,2 milioni di euro nel dato proforma 2017. Tale incremento è frutto principalmente delle operazioni di M&A e delle nuove assunzioni che nel 2017 contano 124 nuove risorse raggiungendo la soglia di 521 persone.
Il risultato netto risulta negativo di 6,2 milioni di euro sostanzialmente in linea con l’esercizio precedente dopo ammortamenti su immobilizzazioni immateriali per 2,6 milioni, in crescita rispetto a 1,7 milioni dell’esercizio precedente e in maggior parte ascrivibile alla necessità di ammortizzare in dieci anni l’avviamento generato dalle operazioni di M&A.