La strage di cui nessuno parla: quella dei piccoli imprenditori e lavoratori autonomi

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cura Lagarde crisi dell'artigianato

Secondo Confesercenti in dieci anni persi 637.000 unità, pari ad una riduzione dell’11,1%, di cui 100.000 solo nel 2017. 

Nessuno ne parla, spesso non occupano strade, fabbriche, enti pubblici, ma quando chiudono causano una perdita notevole alla qualità della vita nel tessuto sociale ed economico dove operano: si tratta delle piccole e medie imprese, artigiani, lavoratori autonomi, professionisti, società di persone aziende familiari, che continuano a sparire, tanto che, dal 2007 al 2017, i lavoratori indipendenti sono diminuiti di ben 639.000 unità, pari ad una riduzione dell’11,1%, di cui oltre 100.000 solo nel 2017.

La radiografia di questa impressionante situazione priva di qualsiasi ammortizzatore sociale ed economico è stata fatta dall’Ufficio economico di Confesercenti secondo cui questa «crisi occupazionale e sociale rischia di rendere ancora più debole la ripresa dell’economia, e su cui è sempre più urgente intervenire».

Stando ai dati della ricerca, nell’universo dell’occupazione indipendente, sono calati soprattutto i lavoratori in proprio (-465.000, -13%), ma anche i collaboratori (-218.000, -45%), ed i coadiuvanti familiari (-124.000, -29,7%) che a causa della riduzione del giro d’affari rende impossibile mantenere attive posizioni lavorative e anche contributive ai fini pensionistici. L’unica voce in crescita è quella dei liberi professionisti, che aumentano di 274.000 unità (+24,3%), ma spesso dietro questa crescita si nascondono dei lavoratori o di prima occupazione o di coloro che tentano il tutto per tutto per non chiudere definitivamente, spesso solo in cambio di magre entrate economiche.

La crisi ha colpito più duramente il lavoro autonomo rispetto al lavoro dipendente che vene incrementare gli occupati: 768.000 in più dal 2017 (+4,5%), per un totale di quasi 17,7milioni. Ma anche qui è necessario sottolineare come la crescita sia spesso accompagnata da lavori precari o a tempo determinato (oltre 1,5 milioni), mentre sono calati di 2 milioni quelli a tempo pieno ed indeterminato.

Secondo Confesercenti, «è proprio la mancanza di una rete di welfare a pesare più gravemente sul lavoro indipendente. Il calo del numero di occupati autonomi si è accompagnato ad un progressivo impoverimento: a valori correnti mentre i redditi lordi dei lavoratori dipendenti sono cresciuti complessivamente di 54 miliardi tra il 2017 ed il 2007. Per tornare ai livelli di pre crisi, il settore del lavoro autonomo deve recuperare anche 12,7 miliardi di euro». Un differenziale che si è riflesso anche sulla ripresa dei consumi di questi ultimi anni che è ancora troppo debole per recuperare il terreno perduto.

Per Confesercenti  lo scenario è fosco e lo sarebbe ancora di più se non si riuscisse a bloccare gli incrementi dell’Iva già previsti per il 2019, che ridurrebbero ulteriormente i consumi e l’attività delle piccole imprese.