Trento. Le novità normative segnano un solco importante rispetto al trattamento precedente e aprono le porte ad un’azione coordinata tra professionisti e terzo settore in termini di crescita e sviluppo. La riforma del settore degli enti non profit è stata al centro del convegno organizzato dall’Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili di Trento e Rovereto presso la Sala Auditorium di Trentino Sviluppo a Rovereto.
Il convegno ha approfondito i tre decreti legislativi che sono parte integrante della Legge Delega: il Codice del Terzo settore, la Revisione della disciplina in materia di impresa sociale, la Disciplina dell’istituto del cinque per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche.
Benché la legge delega prevedesse un quadro normativo unitario per gli enti del Terzo settore (ETS), in realtà sembra aver creato un “sistema duale” sotto i profili sia civilistico, sia tributario, con soggetti esclusi dalla qualifica di ETS ex lege e altri che preferiranno non acquisire tale qualifica per specifica scelta strategica, per evitare di dover sostenere oneri amministrativi e di governance, ovvero per non perdere vantaggi fiscali di settore: l’esempio più emblematico è quello delle associazioni sportive dilettantistiche.
E’ intervenuto il dott. Antonino Guella, che ha illustrato la qualificazione dell’ETS (Ente Terzo Settore) e la disciplina delle figure speciali di APS (Associazione di Promozione Sociale) e ODV (Organizzazione di Volontariato), con le implicazioni di natura fiscale e contabile. Ha fatto seguito il dott. Maurizio Setti, che ha parlato di impresa sociale, della contabilizzazione dei costi figurativi e delle prestazioni gratuite.
Ha aperto i lavori il presidente dell’Ordine Pasquale Mazza, che ha rilevato come l’interesse dei commercialisti per la riforma del Terzo settore derivi, tra l’altro, dal diffuso impegno degli iscritti in vari ruoli nel mondo del no profit: come consulenti, come componenti degli organi di controllo interno, come revisori legali e, spesso, anche come amministratori. “Il CTS – precisa Mazza – prevede una forte accentuazione degli oneri amministrativi e dei controlli applicabili agli enti che sceglieranno di acquisire la qualifica di ETS: iscrizione al Registro Unico (consultabile online), costituzione per atto pubblico per gli enti che vogliano ottenere la personalità giuridica, deposito dei bilanci di esercizio e dei bilanci sociali, doveri di trasparenza, obbligo di avere un organo di controllo interno, revisione legale dei conti per gli enti di maggiori dimensioni. La riforma, a regime, costituirà quindi una importante opportunità per offrire servizi di consulenza professionale qualificata da parte dei commercialisti”.
Presente al convegno anche Maurizio Postal, Consigliere nazionale delegato al non profit, che ha illustrato le proposte di modifica al Codice del Terzo settore, “Gli accorgimenti proposti potrebbero apportare miglioramenti significativi, rendendo più fruibile l’attuazione della riforma. Le nostre proposte toccano prevalentemente le tematiche di natura professionale che possono incidere sul buon funzionamento degli enti del Terzo settore e intendono fare chiarezza sul coordinamento di alcune disposizioni con la disciplina pre-esistente e tutt’oggi, per molti aspetti, ancora vigenti”.
Il tema era già stato affrontato dal Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, che qualche tempo fa aveva pubblicato, grazie anche all’intervento dell’apposito “Gruppo di lavoro per la riforma del Terzo settore” e di qualificati esperti esterni, una circolare che metteva in evidenza i risvolti per la professione. “I commercialisti – afferma il presidente del Consiglio nazionale, Massimo Miani – sono sempre stati particolarmente attenti alla Riforma, consci anche del fatto che le organizzazioni non lucrative, per poter perseguire le proprie finalità ideali fruendo anche di condizioni agevolative, devono essere in grado di disporre di una disciplina chiara e coerente con l’attività svolta”.
Con questo Convegno dedicato al quadro generale della riforma, l’Ordine di Trento e Rovereto ha avviato un percorso di formazione sul tema del no profit, che proseguirà con azioni specifiche nei prossimi mesi.