Progetto Italia-Slovenia “Bluegrass”: produrre insieme verdura e pesce in modo ecosostenibile

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Con gli impianti di “acquaponica” previsti notevoli risparmi d’acqua, nessun utilizzo di pesticidi, fitofarmaci e fertilizzanti, ridotte emissioni di CO2.

Produrre in una sorta di simbiosi verdura e pesce, dando luogo a un sistema integrato che combini acquacoltura e agricoltura per produzioni che consumino poca acqua, senza concimi chimici, senza fitofarmaci e senza insetticidi. È l’obiettivo del progetto transfrontaliero Italia-Slovenia “Bluegrass” avviato grazie a un finanziamento Interreg 2014-2020.

Il progetto prevede la realizzazione di piccoli impianti sperimentali di acquaponica, un sistema combinato tra l’acquacoltura e la coltivazione idroponica, che consente un’attività produttiva sostenibile nella quale i cicli dei principali macro-nutrienti vengono chiusi grazie all’integrazione dei due sistemi produttivi.

L’acquaponica, basandosi su principi di economia circolare e su metodologie di simbiosi industriale, permette una riduzione degli impatti ambientali delle produzioni agroalimentari. Questa tecnica prevede la coltivazione di ortaggi senza l’utilizzo di terra e con un consumo idrico ridotto fino al 90% rispetto alle pratiche agricole tradizionali, riciclando i reflui organici provenienti da allevamenti ittici.

L’acquaponica presenta numerosi vantaggi rispetto ai metodi di coltura tradizionali, tra i quali: risparmio idrico, necessità di spazi contenuti, nessun utilizzo di pesticidi e fitofarmaci, nessun utilizzo di fertilizzanti, ridotte emissioni di CO2.

In particolare Shoreline, cooperativa insediata in AREA Science Park a Trieste, si dedicherà alla ricerca applicata e al monitoraggio degli impianti sperimentali. La società è da sempre impegnata sul versante della valorizzazione delle risorse ittiche, per esempio con progetti innovativi per il controllo della tracciabilità tramite DNA barcoding – utile al riconoscimento specie allevata –  e per l’uso ai fini industriali, in particolare nel settore chimico-farmaceutico, dei rifiuti derivanti dal lavoro di trasformazione del prodotto ittico.

Per l’attuazione del progetto è stato creato un consorzio formato, oltre che da Shorline, dalle Università di Ca’ Foscari e di Lubiana, dall’UTI del Noncello e dalla cooperativa KZ-Agraria.