Identificati mais resistenti tossine, mentre le colture attivate in Italia registrano il calo delle rese dell’11%

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Il progetto “MyControl” certifica ibridi più tolleranti a marciumi come fumonisine, fusariatossine e Don, micotossine potenzialmente cancerogene. Ricerca dell’Università di Padova assieme a Kws

Dopo il crollo delle produzioni di mais in Italia, con una diminuzione nel 2017 delle rese di oltre l’11% secondo dati Istat, la ricerca riapre le speranze dei maiscoltori con la messa a punto di strumenti di lotta alle fumonisine, fusariatossine e Don. Sono i nomi scientifici di alcune delle micotossine più presenti in Italia, sostanze potenzialmente cancerogene che possono essere presenti nel mais, pericolose per la salute dell’uomo e degli animali di cui si nutre.

Una ricerca condotta per tre anni dall’azienda Kws in collaborazione con il dipartimento Territorio e sistemi agro-forestali dell’Università di Padova e diretta da Roberto Causin, ha permesso di certificare per la prima volta a livello europeo quali sono le varietà di mais più tolleranti a queste tossine che infestano l’ambiente agricolo italiano.

A mettere in crisi nel 2017 la produzione di mais una primavera fredda e poi un’estate particolarmente calda e poco piovosa. In queste condizioni le colture subiscono enormi stress e diventano più vulnerabili agli attacchi di funghi che favoriscono lo sviluppo di fumonisine e Don. Secondo una ricerca del Crea di Bergamo, il 27% dei 320 campioni di mais analizzati conteneva una concentrazione di fumonisine superiore alla soglia critica di riferimento indicata dal Regolamento europeo.

Tra i settori che risentono maggiormente di questa crisi c’è la suinicoltura, un comparto che in Italia coinvolge quasi 8,5 milioni di capi di bestiame. Il mais è il principale ingrediente della dieta dei maiali e rappresenta circa il 47% delle materie prime impiegate per l’alimentazione animale. Ad essere particolarmente interessate sono le regioni della Pianura Padana, dove si concentra oltre l’86% del valore complessivo delle produzioni suinicole e al tempo stesso quasi il 90% delle superfici coltivate a mais.

Per far fronte alle difficoltà di una coltura all’origine di tante eccellenze del “Made in Italy”, il centro di ricerca Kws di Monselice (Padova) ha potuto valutare, inoculando diversi funghi nelle spighe di mais, la reazione delle piante e identificare gli ibridi che in un arco temporale di più anni hanno dimostrato maggiore resistenza agli stress tipici dell’ambiente di coltivazione italiano. Sono quattro le varietà che hanno ottenuto la certificazione “MyControl” per la loro tolleranza assoluta nei confronti del Don e per una buona tolleranza alle fumonisine rispetto ad altre varietà tra le più coltivate in Italia.