Dalle trentine mele Melinda nasce l’aceto di mele prodotto da Acetum di Cavezzo

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La richiesta di prodotto è in continua crescita. L’aceto di mele ha sul mercato un valore tre volte superiore a quello di vino

Un accordo di collaborazione è stato siglato dall’azienda Acetum di Cavezzo nel Modenese con il trentino Consorzio Melinda per produrre l’Aceto di mele Melinda Dop.

Acetum è leader nella produzione di Aceto Balsamico di Modena Igp per volumi annui certificati dal Consorzio, ma è anche uno dei più grandi produttori di aceto di mele, con oltre 2 milioni di litri annui. Il suo fatturato supera 100 milioni di euro con oltre un centinaio di dipendenti. Il Consorzio Melinda ha sede a Cles in provincia di Trento ed è costituito da oltre 4.000 famiglie di frutticoltori che coltivano circa 6.700 ettari di meleti nella Val di Non e Val di Sole. Il Consorzio ha circa 1.300 dipendenti e un fatturato di 250 milioni di euro. La produzione media annua di mele Melinda è di 400.000 tonnellate, circa il 20% del totale in Italia.

Secondo le previsioni delle due aziende, il leader delle mele farà crescere ancor più il mercato dell’aceto, in continua espansione. Una categoria con ottimo valore aggiunto, che registra un prezzo medio al pubblico di tre volte superiore rispetto a quello dell’aceto di vino e una presenza sempre più importante sul punto vendita.

«L’aceto di mele, con circa 17,7 milioni di euro, è la terza categoria per dimensione a valore nel mercato degli aceti e con il maggior trend di crescita: +12,2% a valore per il convenzionale e +22,4% per il biologico» afferma Marco Pellacani, direttore commerciale e marketing di Acetum. L’azienda Acetum nel 2015 è stata ceduta per l’80% dai fondatori Cesare Mazzetti e Marco Bombarda al Fondo Clessidra di Claudio Sposito. Operazione valutata circa 200 milioni. L’anno scorso la società britannica Abf (Associated British Foods), colosso con circa 130.000 dipendenti in 50 Paesi famoso nel mondo per il marchio Twinings del tè e per i negozi Primark, ha rilevato il 100% di Acetum con un’operazione del valore di circa 300 milioni. Mazzetti e Bombarda sono rimasti nell’impresa di Cavezzo, rispettivamente nelle funzioni di presidente e direttore del business.