Olimpiadi invernali 2026 sulle Dolomiti: iniziativa congiunta tra Veneto e Trentino Alto Adige

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olipiadi invernali simbolo innevato
Zaia: «valorizzare la candidatura di Dolomiti Unesco». De Menech: «bene il supporto della Regione alla proposta avanzata dal Bellunese»

Per ospitare le Olimpiadi invernali del 2026, oltre alle candidature di Torino e Milano, avanza ora quella delle Dolomiti con l’iniziativa congiunta del Veneto e del Trentino Alto Adige nell’ambito della valorizzazione delle Dolomiti Unesco e per ridurre al minimo gli impatti sull’ambiente in quanto gli impianti necessari allo svolgimento dell’evento sono già in larga parte presenti sul territorio.

Per il governatore del Veneto, Luca Zaia, «i primi contatti con i colleghi presidenti delle Province di Bolzano e Trento, Kompatcher e Rossi, ci sono già stati: per le Olimpiadi invernali del 2026 proporremo una candidatura Dolomitica coordinata tra Veneto, Bolzano e Trento. Saranno – ha detto – Olimpiadi a impatto zero, senza nuovo cemento, che valorizzeranno il già straordinario patrimonio tecnico, sciistico e impiantistico, l’ambiente, la storia e il pregio delle Dolomiti, mettendo anche a frutto l’esperienza che il Veneto sta facendo con i Mondiali di Cortina 2021 e le caratteristiche dell’intero Dolomiti Superski».

Quelle che per Zaia potrebbero essere «le “Olimpiadi dell’Unesco”, perché tutto si svolgerebbe sulle montagne Patrimonio Universale dell’Umanità», sono appoggiate anche dal deputato Dem bellunese, Roger De Menech, che evidenzia di «sperare di essere ancora in tempo per presentare la candidatura che avevano lanciato lo scorso 21 ottobre, dopo il referendum con cui il Tirolo aveva bocciato la proposta di organizzazione dell’evento. A rilanciarla furono vari esponenti delle province di Bolzano, Trento e Belluno, tra cui i presidenti Rossi, Kompatscher e Padrin, ma non fu raccolta da nessuno altro in Veneto. Ora però vediamo se riusciamo a fare squadra e a portare a casa un risultato positivo. Noi ci siamo».

De Menech attacca la decisione di organizzare la manifestazione in grandi città: «si chiamano Olimpiadi invernali, saranno in realtà olimpiadi di pianura e per organizzarle ci vorranno risorse ingenti e ulteriore consumo di territorio. Ne abbiamo bisogno? Credo proprio di no e secondo me non possiamo neppure permettercelo. La nostra candidatura ha molti punti di forza: gran parte degli impianti nelle tre province sono in ottime condizioni. Quelli di Cortina, dopo i mondiali 2021 saranno nuovi. Ci sono palazzetti del ghiaccio e piste da sci perfette in tutte e tre le province, a Predazzo (Trento) c’è un trampolino in funzione. Manca la pista da bob, ma si può pensare di rimettere in funzione quella di Cortina. Del resto in tutta la Lombardia non ne esiste una e quella costruita a Torino dopo le Olimpiadi del 2006 è stata dismessa. Anche la viabilità di accesso al Bellunese e ad alcune valli circostanti sarà di gran lunga migliore rispetto all’attuale tra qualche anno».

Infine ci sono da considerare i costi. Con gran parte delle infrastrutture già pronte, conclude De Menech, «potremmo organizzare l’evento con un sesto dei tanti miliardi investiti per Torino 2006. Libereremmo così moltissime risorse per il marketing e la promozione del territorio».