Accordo Regione Veneto Anas per Veneto Strade: De Berti spiega i vantaggi dell’operazione

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In Commissione consilare, l’assessore regionale ai trasporti afferma: «ci abbiamo solo guadagnato»

Il passaggio della gestione di Veneto Strade dalla Regione all’Anas ha fatto storcere la bocca a più di un amministratore pubblico, oltre che a molti osservatori interessati. Per fare chiarezza sulla portata dell’accordo, Elisa De Berti, assessore ai lavori pubblici, infrastrutture e trasporti della Regione del Veneto, ha spiegato in commissione consiliare i perché e i vantaggi dell’operazione sottoscritta dal governatore Luca Zaia con l’amministratore delegato di Anas, Gianni Vittorio Armani.

Secondo De Berti, «da una parte una società strumentale regionale che ha bisogno di essere rilanciata, il cui assetto societario è superato nei fatti dall’uscita di alcuni azionisti e che ha la necessità di disporre di nuove risorse. Dall’altra una società nazionale più grande, con un buon portafoglio, disposta a dar vita ad una nuova entità comunque regionale, acquisendone il pacchetto di maggioranza, finanziandola consistentemente, ma lasciando in capo alla Regione, in forza della sua esperienza e conoscenza del territorio, la programmazione degli interventi da realizzare. Anche un bambino capirebbe che da questa operazione la nuova società regionale ha tutto da guadagnarci – sottolinea De Berti -. Ma se questa si chiama Veneto Strade e quella statale si chiama Anas, ecco che a qualcuno non par vero di evocare fantasmi come la perdita di sovranità, la rinuncia all’autonomia, la svendita di beni preziosi… Spettri che vedono solo loro, nel goffo tentativo di screditare un’operazione industriale che invece non farà altro che garantire più efficienza alla gestione della nostra rete stradale e consentirà di dar vita a una nuova stagione di sviluppo infrastrutturale per il Veneto».

L’assessore ha esposto in commissione i diversi aspetti dell’operazione. Eccone i sommi capi.

Siamo più “padroni” di prima

Non abbiamo ceduto alcun asset, abbiamo anzi acquisito un importante partner industriale. La gestione congiunta con Anas della società Veneto Strade non comporta assolutamente perdita di sovranità della Regione nel settore della viabilità; costituisce, anzi, uno strumento operativo di maggior valore organizzativo, tecnico ed economico. L’accordo prevede, infatti, che la Regione mantenga la competenza in termini di pianificazione e programmazione degli interventi sulla rete stradale e una presenza in seno alla società percentualmente superiore a quella finora posseduta (circa il 38% a fronte del 30 % attuale). Attualmente, infatti, la Regione, quale socio di maggioranza relativa, si è trovata a dover far fronte, sostanzialmente da sola, agli oneri di funzionamento della società, alle spese di gestione e manutenzione e agli investimenti. Ora, con la presenza di un partner industriale tecnico, solido e qualificato le cose cambiano.

Quella sciagurata riforma delle Province

La necessità di dare un nuovo assetto societario a Veneto Strade, non dobbiamo scordarlo, origina dall’infelice riforma delle Province, di cui si voleva l’abolizione ma alle quali si è chiesto di mantenere le competenze. Con quali risorse non è dato sapere… Inadempienze e fallimenti di chi voleva chiudere le Province e invece le ha solo impoverite, tagliando loro risorse per funzioni essenziali come la viabilità e le scuole: questo è centralismo, ma è soprattutto incoscienza, alla quale noi oggi poniamo rimedio.

Viabilità più sicura e nuove strade

L’accordo con Anas va inteso in primo luogo come una sinergia operativa di carattere industriale. Infatti, vengono messe assieme le competenze e le professionalità di due strutture qualificate come Veneto Strade S.p.a. – che ha dimostrato in questi anni efficienza tecnica nella gestione della rete trasferita alla Regione e capacità di dialogo costante con il territorio – e Anas, il maggiore player nel settore a livello nazionale, che per esperienza, professionalità, “know how” e dimensione può rappresentare un elemento capace di elevare la qualità complessiva nella gestione della rete stradale. La elaborazione di un unico, coordinato piano industriale si stima potrà portare, a regime, un incremento di efficienza nella gestione dell’ordine del 10%, liberando quindi ulteriori risorse a vantaggio della qualità del servizio per l’utenza.

Il grande vantaggio economico dell’operazione

Anche in termini puramente economici l’accordo è positivo per la Regione. Basti pensare agli impegni assunti da Anas:

per la gestione e manutenzione ordinaria della rete oggetto di trasferimento (circa 700 km) la società si è impegnata a destinare un importo pari ad € 30.000/km/anno che corrispondono a 21 milioni di euro all’anno;

per gli investimenti nel periodo 2018 – 2022 prevede di destinare sulle strade oggetto di riclassificazione oltre 100 milioni di euro, consentendo di procedere con un programma di interventi nel medio termine che non ha riscontro negli ultimi anni.

La Regione potrà così destinare le “proprie” risorse di bilancio sulla rete di sua competenza per la manutenzione ordinaria e le ulteriori risorse che deriveranno dagli “utili CAV” a partire dal 2020 in nuovi investimenti. In sostanza, si perviene a un raddoppio delle disponibilità finanziarie della società. La stessa Società poi, attraverso l’aumento di capitale riservato ad Anas, potrà avere maggiore solidità.

La salvaguardia dei posti di lavoro

Ci siamo già dimenticati delle centinaia di lavoratori di Veneto Strade ai quali solo pochi mesi fa si prospettava l’ipotesi della cassa integrazione e forse peggio? Oggi i dipendenti della società possono guardare con più fiducia e tranquillità al loro futuro grazie alla nascita della nuova società con Anas, non a caso salutata con un plauso dalle parti più responsabili del sindacato.