Elezioni Friuli Venezia Giulia: Lega primo partito con il centrodestra che supera 40%

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Nella sfida tra ex governatori, Tondo doppia clamorosamente l’uscente Serracchiani che rischia di rimanere fuori dal Parlamento

Anche in Friuli Venezia Giulia il vento del centro destra è soffiato impetuoso spazzando via il Pd e il M5S conquistando tutti e sette i collegi uninominali, con la Lega è il primo partito, votato da più di 1 elettore su 4. Secondo partito il M5s che supera comunque il 24%; terzo il Pd che incassa una cocente sconfitta e ipoteca anche la perdita della guida della Regione alle elezioni amministrative in programma tra due mesi.

La Lega ottiene il 25,48% delle preferenze al Senato. In generale la coalizione del Centro destra supera il 40%, con il 43,75% dei voti (Forza Italia 11,82%, Fratelli d’Italia 5,44%, Noi con l’Italia – Udc 0,99%). Il secondo partito è il Movimento 5 stelle, con il 24,77% delle preferenze. La coalizione di centro sinistra ottiene il 23,91% dei voti: il Pd sfiora il 20% (19,99%), +Europa ottiene il 3,07%, mentre Italia Europa Insieme e Civica popolare Lorenzin, rispettivamente lo 0,45% e lo 0,38%. LeU ottiene il 2,92%; CasaPound Italia l’1,21%.

Per quanto riguarda la Camera, il centro destra raggiunge il 42,97% delle preferenze, con primo partito la Lega (25,97%), seguono Fi (10,74), Fdi (5,34), Noi con l’Italia-Udc (1,18%). Il Movimento 5 stelle raggiunge quota 24,56%. Il centro sinistra ottiene il 23,07%, dalla somma dei voti di Pd (18,65%), +Europa (3,39%), Italia Europa Insieme (0,48%) e Civica popolare Lorenzin (0,42%). LeU ottiene il 3,20%; CasaPound Italia 1,27% e Patto per l’autonomia 1,02%.

In casa del centro destra, la Lega doppia mediamente Forza Italia e ipoteca anche la candidatura per la guida della Regione alle prossime, imminenti amministrative del 29 aprile prossimo.

A scrutini completati nei collegi uninominali sono stati eletti Laura Stabile con il 39,4% nel collegio Trieste-Gorizia, battendo nettamente lo sfidante Pd Riccardo Illy (26,48%). Luca Ciriani è stato eletto nel collegio di Udine-Pordenone con una maggioranza ancora più ampia: 46,58%.

Alla Camera sono stati eletti Renzo Tondo con il 38,17% nel collegio di Trieste, dove ha sconfitto di netto Debora Serracchiani (25,92%). Sandra Savino è stata eletta nel collegio di Codroipo (47,89%), Guido Pettarin in quello di Gorizia (37,13%), Daniele Moschioni in quello di Udine con il 43,4% e Vannia Gava in quello di Pordenone (46,22%).

Dai listini del proporzionale uscitanno 5 senatori e 8 deputati. Tra i senatori dovrebbero essere eletti Stefano Patuanelli del M5s, mentre per la Lega Nord entrerà Mario Pittoni. Per il Pd il primo nella lista risulterebbe l’ex condirettore di Repubblica, Tommaso Cerno, che però è stato eletto nel collegio uninominale di Milano 1: al suo posto dovrebbe quindi entrare Tatiana Rojc. Per quanto riguarda le altre due caselle disponibili, una dovrebbe essere espressione del centrodestra (i nomi in lizza sono quelli di Franco Dal Mas di Forza Italia o Raffaela Marindella della Lega Nord), mentre il secondo nome andrebbe pescato nuovamente dalla lista M5S con Elena Bianchi.

Quanto ai deputati eletti nel proporzionale, quasi certamente dovrebbe essere Massimiliano Fedriga per la Lega Nord (che potrebbe anche dare le dimissioni a breve per candidare alla guida della Regione), Ettore Rosato per il Pd, Sabrina de Carlo per il M5s e Roberto Novelli di Forza Italia (a seguito dell’ovvia rinuncia della prima della lista, Sandra Savino, eletta all’uninominale a Codroipo). In bilico gli altri quattro: Massimiliano Manizzut della Lega Nord, Luca Sut del M5s, Walter Rizzetto di Fdi e Debora Serracchiani del Pd, che dopo la sconfitta all’uninominale e attende ora di sapere se scatterà il secondo seggio per il Pd.

Soddisfattissimo il probabile futuro presidente della regione, il segretario della Lega regionale, Massimiliano Fedriga: «è un risultato che va sopra le nostre aspettative. Siamo contenti perché è stato accolto il messaggio lanciato dalla Lega in questi anni in cui fare l’opposizione sembrava quasi qualcosa di sbagliato. Noi abbiamo continuato con coerenza seguendo un progetto che oggi ha avuto il consenso da parte degli elettori perché evidentemente rappresenta una alternativa seria non soltanto di protesta che coinvolge i cittadini ma adesso anche il governo».

Gongola anche Renzo Tondo (Noi con l’Italia) che si è rifatto della sconfitta di cinque anni fa quando la Serracchiani lo ha battuto alla guida della Regione per un pugno di voti: «gli elettori hanno capito e hanno fatto giustizia di cinque anni di pessimo governo della Regione e della Nazione da parte del Pd».

Proprio Serracchiani non nasconde l’amara sconfitta: «è stata una lezione durissima che mette il Pd e tutto il centrosinistra di fronte a interrogativi decisivi e direi vitali. L’identità riformista e i risultati di governo non bastano più a intercettare milioni di persone e non riescono a rispondere ai loro bisogni. In tempi di incertezza e di paura, per loro non siamo stati un punto di riferimento. Da questa sconfitta bisogna ricostruire un’identità, una missione e un rapporto – conclude – con interi strati di popolazione».