Il mercato dell’auto frena decisamente a febbraio (-1,42%) per lo stop ai “chilometri zero”

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Calo più sensibile per il Gruppo FCA e per gli acquisti dei privati. Se l’Italia cala, il NordEst cresce

In febbraio il mercato dell’auto italiano tira il freno con l’immatricolazione di 181.734 autovetture con un calo dell’1,42%  sullo stesso mese del 2017. Rispetto al tasso di crescita che ha caratterizzato il mercato dell’auto nel 2017, i primi due dati del 2018 mettono comunque in luce una tendenza al rallentamento che è dovuta soprattutto alla decisione di alcune case automobilistiche di non fare ricorso ai “chilometri zero”, cioè all’immatricolazione di vetture ai concessionari destinate ad essere vendute con forti sconti come “usato con chilometri zero”.

“Il risultato di febbraio – ha commentato Michele Crisci, presidente dell’Unrae, l’Associazione delle Case Automobilistiche Estere – e in particolare la flessione dei privati, conferma il bisogno di diverse reti di vendita di far ruotare più velocemente le giacenze di vetture già autoimmatricolate che vengono prevalentemente vendute ai privati, drenando così parte della vendita di auto nuove”.

Infatti, un’analisi condotta dal nostro Centro Studi su dati consolidati dei primi 6 mesi 2017 e relativi a 185.000 autoimmatricolazioni, dimostra che queste sono state acquistate per il 40,7% da clienti privati, un 28% è andato a dealer e rivenditori che a loro volta alimenteranno il canale privati».

«Dopo un’apertura positiva a gennaio 2018, a febbraio il mercato dell’auto registra un leggero calo (-1,4%), su cui può aver pesato l’instabilità del quadro politico e l’effetto attesa creato dal clima pre-elettorale in cui i consumatori tendono a rimandare le decisioni di acquisto» commenta Aurelio Nervo, presidente di Anfia.

Tra le aree geografiche, si registrano variazioni negative per tutta l’Italia ad eccezione del NordEst, che registra un aumento del 5,7% rispetto allo scorso anno.

Per quanto riguarda le alimentazioni, l’analisi della struttura del mercato evidenzia l’incremento delle vetture ibride elettriche che nel mese crescono del 20% portando la loro quota al 3,5%. Un’analisi più approfondita meritano le motorizzazioni ibride elettriche Plug-in che in febbraio hanno incrementato i volumi del 65,5%. In febbraio si assiste a una flessione del diesel più contenuta rispetto al mercato totale con un conseguente marginale recupero di quota al 56,3% (55,8% nei due mesi). Più forte la flessione della benzina che scende al 31,9% del mercato totale (-1,4%); cresce invece il metano che, grazie alle promozioni commerciali e ad alcuni nuovi modelli, recupera quasi un punto e torna al 2,3% di quota, mentre calano del 10% le immatricolazioni a Gpl (al 5,7% del totale).

Le vendite di automobili a persone fisiche hanno cominciato a orientarsi anche verso altre modalità di acquisto: da rilevare, infatti, il calo a doppia cifra delle immatricolazioni nel canale dei privati, che flettono del 13,0%; con la perdita di quasi 7 punti percentuali di quota le vendite a privati rappresentano appena la metà delle vendite totali del mese di febbraio (50,5%). A trarre vantaggio da questo fenomeno, principalmente il canale del noleggio che guadagna 5 punti di rappresentatività, attestandosi su una quota del 29,6% grazie a un aumento del 18,9% con 54.216 immatricolazioni.

Tra i segmenti, come riflesso della flessione del canale dei privati, si rilevano segni negativi per le piccole del segmento A, che registrano un -20,6% rappresentando il 14,8% delle immatricolazioni (3,6 p.p.) e per le utilitarie del segmento B (-5,5%). Calo sostanziale anche per le vendite di automobili di lusso, con il segmento E che perde il 15,5% dei propri volumi, mentre sempre dinamico il segmento C che, grazie a una crescita nel mese del 13,5%, insidia il segmento delle utilitarie, avvicinandosi con una quota del 35,1%.

I marchi di FCA (escludendo Ferrari e Maserati) totalizzano nel complesso 47.957 immatricolazioni nel mese (-10,9%). Le marche nazionali, nel complesso, totalizzano nel mese 48.337 immatricolazioni (-10,7%), con una quota di mercato del 26,6%.