Maggiore autonomia Veneto, Emilia Romagna e Lombardia: a Roma firmato l’accordo

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Foto firma autonomia preintesa palazzo Chigi da sx Maroni bressa zaia bonaccini
Stabilite nuove competenze in capo alle regioni e risorse certe dalla compartecipazione ai tributi generati nel territorio regionale e dai costi standard. Zaia: «accordo storico». Bonaccini: «il cammino verso l’autonomia è iniziato bene»

Le regioni Veneto, Emilia Romagna e Lombardia a palazzo Chigi hanno firmato l’accordo per la concessione di maggiore autonomia, presenti i presidenti Luca Zaia, Stefano Bonaccini e Roberto Maroni con il sottosegretario per gli affari regionali e autonomia Gianclaudio Bressa.

Con l’intesa il Governo si è assunto formalmente l’impegno a dare vita al cosiddetto regionalismo differenziato, ed a proseguire le trattative dopo l’imminente rinnovo degli organi istituzionali dello Stato, per giungere alla sottoscrizione dell’accordo richiesto dalla norma costituzionale.

«La giornata è storica – commenta Luza Zaia – non soltanto perché si firma oggi una importante pre-intesa, ma soprattutto perché questo cammino è iniziato con il piede giusto. Questo preaccordo ci consente di cristallizzare e consolidare quello che si è fatto fino ad ora e introdurre metodologie e criteri per le cose da fare nell’immediato futuro, con alcuni principi ormai inderogabili: abbandono della spesa storica, utilizzo dei fabbisogni standard per le determinazioni di spesa, compartecipazione ad alcuni tributi, commissione paritetica sul modello dell’Alto Adige, trattativa su tutte le 23 materie previste dall’art. 116 della Costituzione».

«Pochi ci credevano, ma ce l’abbiamo fatta – ha detto Roberto Maroni -. E’ una grande gioia per me completare in bellezza, con questo ennesimo successo, la mia attività di Governatore».

Soddisfatto anche Stefano Bonaccini: «una firma storica, per la maggiore autonomia dell’Emilia-Romagna. Un accordo che, per la prima volta in Italia, riconosce a un territorio virtuoso e a una Regione con i conti in ordine la possibilità di gestire direttamente – con nuovi strumenti normativi, amministrativi ed economici – numerose competenze».

Quella appena firmata è la prima tappa di un percorso che dovrà essere completato dal nuovo Parlamento: «la pre-intesa – sottolinea Zaia – è una prima firma che dà l’avvio a un altro grande negoziato che prelude alla firma finale dell’intesa su tutte e 23 le competenze. Intesa su cui si dovrà poi esprimere il Parlamento. Il Veneto sull’autonomia fa da apripista, innanzitutto per il bene dei veneti, ma anche per il bene di tutte le altre Regioni che riterranno di identificare nel nostro negoziato le linee guida per quelle riforme che non mi stanco di ripetere partono dal basso».

L’accordo appena siglato prevede alcuni punti qualificanti, ad iniziare dalla definizione certa delle risorse tramite l’attribuzione alle regioni di compartecipazione o riserva di aliquota al gettito di uno o più tributi erariali maturati nel territorio regionale, con il definitivo superamento del criterio della spesa storica e la definizione entro un anno dei fabbisogni standard.

La durata dell’Intesa che verrà sottoscritta, con la previsione di un “tagliando” a 10 anni dalla sottoscrizione dell’Intesa, mediante un procedimento di verifica congiunta tra le parti, nonché al procedimento per la modifica dell’Intesa stessa.

Dopo 70 anni dall’entrata in vigore della Costituzione e dopo 17 dalla riforma del Titolo quinto, finalmente se ne stanno attuando appieno i principi. Zaia guarda anche ai prossimi passaggi, col nuovo Governo che riguarderanno «l’apertura dei tavoli per le 18 materie che ancora non abbiamo trattato, in vista della chiusura dell’intesa da far approvare poi dal Parlamento». Per Zaia, «l’odierna pre-intesa, che non lascia spazio a perplessità, ha alle spalle la forza di 2.400.000 veneti che il 22 ottobre sono andati a votare al referendum. Ed è grazie a questa forza che l’autonomia diventerà “virale” come sta già accadendo: dopo di noi e la Lombardia l’hanno chiesta l’Emilia, la Liguria, il Piemonte, la Campania. E’ un processo endemico ormai irreversibile, del quale il Veneto è stato capofila e pioniere».