Trento Rise: dopo la condanna penale, la Corte Conti chiede danni erariali ai due ex dirigenti

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Lo scandalo si allarga anche al livello politico: per il deputato M5S Fraccaro «pesantissime ed inquietanti responsabilità politiche dell’ex presidente della provincia Dellai»

L’inchiesta sulle consulenze del consorzio Trento Rise (uno dei tanti bracci operativi della Provincia di Trento) affidate alla società di consulenza Deloitte sale nuovamente di livello, dopo le condanne ad un anno per turbativa d’asta dell’ex dirigente generale della Provincia, Ivano Dalmonego e al dirigente trentino della Deilotte, M. B., che ha patteggiato un anno e sei mesi. Ora tocca alla Corte dei conti.

La magistratura contabile trentina ha citato in giudizio per danno erariale l’ex presidente dell’ex consorzio Trento Rise, già in liquidazione, Fausto Giunchiglia (rinviato pure a giudizio sul fronte penale dell’inchiesta), e l’ex direttore Paolo Traverso. Secondo i giudici contabili, entrambi sarebbero corresponsabili, al 50% ciascuno, di un impiego irregolare delle risorse assegnate a Trento Rise dalla Provincia di Trento, trascurando i propri doveri di corretta gestione del contributo pubblico. Sono quindi chiamati a rispondere ciascuno al 50% del danno erariale cagionato alle casse della Provincia, pari a 193.506 euro

Non solo: sull’inchiesta che finora ha coinvolto solo alti ex funzionari della Provincia, i vertici del consorzio Trento Rise e della Deilotte, s’affaccia sempre più insistentemente anche il livello politico, finora tenuto fuori da tutta la vicenda. L’inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza sulla maxiconsluneza da quasi 7,5 milioni di euro destinata a Deloitte prima ancora di effettuare la pubblica gara, tirerebbe in ballo anche l’ex presidente della giunta provinciale di Trento e attuale deputato in orbita Dem in campagna elettorale per il secondo mandato, Lorenzo Dellai, il quale avrebbe partecipato ad una cena con Delmonego, Giunghiglia e Bonacci durante cui si sarebbero discussi e approvati gli ambiti della collaborazione tra Deloitte, Provincia e Trentino Rise.

Una notizia rilanciata dalla stampa che ha innescato la reazione del deputato M5S, Riccardo Fraccaro (che combatte contro Dellai nello stesso collegio elettorale alla Camera): «la notizia della cena decisiva di Dellai con Deloitte agli atti dell’inchiesta e le intercettazioni informatiche in cui è direttamente coinvolto sono una pietra tombale sulla sua lunga carriera. Dai fascicoli giudiziari emergono pesantissime e inquietanti responsabilità politiche dell’ex principe nel più grande scandalo del Trentino: Dellai dovrebbe ritirarsi subito dalla campagna elettorale e rinunciare al seggio, diversamente saranno gli elettori a mandarlo via».

Per Fraccaro «al di là dell’irrilevanza penale della vicenda, restano le pesanti responsabilità politiche di Dellai: intrattenere, da presidente della Provincia, rapporti diretti con la società vincitrice dell’appalto è scandaloso e intollerabile. Si pone una pesantissima questione morale che travolge le nostre istituzioni ed è necessario far luce sui coinvolgimenti a tutti i livelli. Una simile vergogna – conclude Fraccaro – disonora agli occhi di tutti la nostra Provincia autonoma che merita un forte segnale di discontinuità da parte dei cittadini».