L’area dei dissidenti del PD altoatesino acquista il suo rappresentante più in vista. Pöder (Bürgerunion) chiede elezioni anticipate in provincia di Bolzano
Era nell’aria e alla fine anche il presidente del Consiglio provinciale di Bolzano, Roberto Bizzo, ha varcato il Rubicone dopo una serie di «strazianti riflessioni» confermando la sua uscita dal Partito democratico altoatesino.
L’ex margheritiano segue così i dissidenti dopo lo strappo di mercoledì scorso. «Lascio il Pd – ha detto Bizzo in una conferenza stampa – ma resto nel centrosinistra. Non potevo restare più a lungo, sarebbe stato ipocrita». Secondo Bizzo, «la candidatura di Boschi e Bressa non è il motivo dello strappo, ma la dimostrazione del profondo disagio presente da tempo nel partito. Lascio un partito – ha aggiunto – che mi ha lasciato da molto tempo».
Il presidente del Consiglio provinciale ha accusato la nuova segreteria del Pd altoatesino di non aver cercato il dialogo con la minoranza che lui rappresenta. «Anche Renzi – ha proseguito Bizzo – non è più quello che aveva promesso di essere, quando disse di volere più territorialità e un abbandono delle vecchie logiche». Bizzo ha ipotizzato “Noi per l’Alto Adige” come nuovo nome del suo gruppo consiliare in Provincia.
Bizzo ha accusato il suo ormai ex partito di non aver preso contromisure dopo le ultime elezioni comunali, quando il Pd perse la guida di alcuni comuni a maggioranza italiana. Per quanto invece riguarda il braccio di ferro di Bizzo sulla questione della toponomastica ha ribadito che «il tema mi è costato un processo in un’assemblea provinciale nella quale si è consumata per me la vera rottura con questo partito e chi lo rappresenta». Il presidente del Consiglio provinciale ha respinto le accuse, sollevate da ambienti del Pd, di non aver versato i contributi dovuti al partito: «non ho mai mancato un versamento a favore del Pd e il presunto disavanzo che oggi viene ingiustamente reclamato è legato al mio fondo pensione al quale devo personalmente contribuire».
Con l’uscita di Bizzo dal Pd e, forse, anche dalla maggioranza Pd-Svp che governa la provincia di Bolzano potrebbe delinearsi anche lo scenario delle elezioni anticipate rispetto alla scadenza naturale del prossimo metà ottobre, specie se l’azione di boicottaggio delle candidature paracadutate di Boschi (che ha dovuto sospendere la campagna elettorale causa un malanno di stagione) e di Bressa innescata dai fuoriusciti del Pd (cui guarda con attenzione anche una buona fetta della stessa Svp) avrà successo.
Il consigliere provinciale della Bürgerunion, Andreas Pöder, se ne fa interprete: «il voto anticipato metterebbe la parola fine a questo dramma politico ed eviterebbe un periodo di stallo che la nostra Provincia non si può permettere», accusando la giunta provinciale di immobilismo. Elezioni anticipiate – conclude – potrebbero essere provocate dalla dimissioni della maggioranza dei consiglieri che vedrebbe realizzarsi un insolito asse tra i partiti del centro destra italiano, quelli della destra tedesca e qualche franco tiratore Svp in rotta con i vertici del suo partito.