L’azienda di Rovereto, leader italiano nel campo dell’informatica socio sanitaria, sperimenta una metodica innovativa per creare una sorta di esoscheletro della memoria, utile per aiutare gli anziani a mantenere quelle relazioni sociali fondamentali per ridurre l’isolamento psicocognitivo
Con la tendenza generale all’invecchiamento della popolazione, crescono anche le patologie legate all’età tra cui le demenze senili, in primo luogo l’Alzheimer, patologie che fino ad oggi non sono curabili e che hanno un’evoluzione che peggiora con il tempo.
Per cercare di ridurne gli effetti e migliorare la vita da tutti gli anziani in struttura al fine di limitare l’insorgere di queste patologie, non c’è solo la via della cura farmacologica che non è ancora pienamente efficace: importante è cercare di costruire ausili per evitare che chi è colpito dalle demenze perda ogni riferimento ai suoi ricordi, alle sue esperienze di vita e ai rapporti sociali, ad iniziare da quelli più stretti come quelli della famiglia di origine.
CBA Group, azienda informatica trentina con sede a Rovereto fondata nel 1974 da Corrado Andreatta e ora gestita dalla figlia Valentina dopo la prematura scomparsa del padre, 8 milioni di fatturato, 128 dipendenti, è una realtà leader nel campo della digitalizzazione a tutto tondo delle residenze sanitarie assistenziali (Rsa), coprendo circa il 50% del mercato nazionale. Una realtà che dell’innovazione e della qualità di servizio ha fatto la propria missione, che sta sviluppando un progetto innovativo di supporto informatico alle persone ospiti dalle Rsa per migliorare i rapporti tra la struttura e i propri familiari, oltre che per supportare la progressiva perdita di capacità cognitiva, “CollegaMenti”.
«Siamo in una fase sperimentale molto avanzata – dice Giampaolo Armellin, responsabile dell’area ricerca e innovazione dell’azienda – di un progetto lanciato due anni fa e supportato dalle agevolazioni della L.P.6 della provincia di Trento e che dovrebbe diventare operativo tra un anno. Il nostro obiettivo è creare una rete digitale i 3 protagonisti principali che ruotano attorno alla cura (anziani, operatori, famigliari), per mettere tutti questi soggetti in collegamento tra di loro, per farli comunicare in modo trasparente, creando e rafforzando un rapporto di fiducia tra tutti i protagonisti. “CollegaMenti” sarà una piattaforma digitale in cui è caricata la vita dell’ospite all’interno della Rsa, dal suo stato di salute a quello sociale, con la possibilità di interagire tra tutti i soggetti coinvolti: dal personale che aggiorna la cartella clinica dell’ospite, agli educatori che ne seguono le attività sociali e ricreative, ai familiari che possono informarsi di quanto fa e come sta il loro caro a livello bidirezionale tra la struttura e la famiglia e viceversa, anche per rendere partecipe l’anziano alla vita della famiglia di provenienza. Stiamo superando alcune difficoltà connesse alla tutela della riservatezza dei dati sanitari – continua Armellin – in quanto l’attuale normativa non contempla la possibilità che i familiari più stretti dell’ospite possano essere informati del suo stato di salute in carenza di uno stato di tutela. Confidiamo di raggiungere a breve un accordo con l’Autorità garante nazionale».
La piattaforma “CollegaMenti” è utile per tenersi informati sull’attività degli ospiti delle Rsa specie per i familiari che sono lontani dal luogo dell’assistenza: «uno dei nostri obiettivi – sottolinea Armellin – è proprio quello di tenere e rafforzare i legami tra familiari e l’ospite delle Rsa. Troppo spesso s’assiste a casi di ospiti con legami allentati con i propri familiari, soprattutto se questi vivono in altre realtà. Una delle caratteristiche della piattaforma è anche di potersi collegare con il proprio caro, magari anche di dialogare in videoconferenza, in modo da tenere vivo il legame e gli stimoli con il proprio nucleo sociale».
Una delle caratteristiche di “CollegaMenti” è anche di fungere da supporto nella limitazione degli effetti negativi sulle persone affette da demenze senili: «stiamo sperimentando una sorta di archivio spazio temporale digitale, una sorta di esoscheletro della memoria, in cui il soggetto stesso, oppure gli operatori della Rsa o i suoi familiari caricano momenti della vita del soggetto, in modo da aiutarlo a ricordare eventi e fatti della sua vita ponendoli in un preciso contesto spazio temporale – dice Armellin -. Questo è particolarmente importante in quanto le demenze privano il soggetto della capacità di collegare gli eventi con il tempo e i luoghi dove sono accaduti e questo è tanto più forte per quelli più recenti. Sarà un diario digitale con all’interno fotografie e testi in modo da consentire a chi lo sfoglia di potere ricostruire le sue esperienze di vita, anche recenti». Una caratteristica cui guarda con interesse anche il mondo della clinica: «anche se non abbiamo ancora realizzato una sperimentazione concreta, che inizierà a breve coinvolgendo 500 soggetti, ci attendiamo – dice Armellin – possa sviluppare benefici sui soggetti che utilizzano questo diario digitale della loro vita, mitigando uno degli aspetti delle demenze connesso con la perdita della memoria dei fatti».
Il progetto “CollegaMenti” potrebbe avere interessanti ricadute: «oltre a migliorare il rapporto tra Rsa, ospite e familiari, cosa fondamentale specie in presenza di persone ad elevata fragilità, la creazione di un “indice” digitale della propria vita può essere d’aiuto per evitare di perdere la propria memoria. E questo sarà tanto più utile quanto le persone inizieranno a costruirlo prima di essere affetti da demenze senili e l’esserne parte attiva potrebbe anche contribuire a mitigarne gli effetti. Oltre a ciò – prosegue Armellin –, per noi è importante contribuire a migliorare i rapporti sociali tra tutti i protagonisti della vita delle Rsa, creando relazioni di alta qualità e un elevato grado di fiducia reciproca».
Armellin guarda anche alle ricadute per la sua azienda: «ovvio che per noi questo costituisce un nuovo prodotto dal quale ci attendiamo un ritorno per gli investimenti che abbiamo realizzato. Essendo molto flessibile oltre che innovativo, “CollegaMenti” va a colmare una lacuna. Inoltre, guardiamo anche all’estero, oltre che al mercato nazionale dove siamo leader, in quanto è facilmente declinabile nelle lingue di ogni realtà interessata, cosa che darebbe una spinta alla nostra diversificazione allargandoci anche ai mercati esteri. E a breve avremo anche altri progetti che si concretizzeranno, anche al di fuori del nostro tradizionale ambito d’attività grazie alle capacità di innovazione della nostra divisione ricerca e sviluppo».